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10/12/2014
Giornata internazionale dei diritti umani 2014, Abbiamo Diritto alla Pace: il pubblico nell'Aula Magna "Galileo Galilei!" dell'Università di Padova, 10 dicembre 2014.
© Centro Diritti Umani - UNIPD

10 dicembre, Giornata Internazionale dei Diritti Umani 2014: all'Università di Padova adottato l'appello per il riconoscimento del diritto umano alla pace

Mercoledì 10 dicembre 2014, nell’Aula Magna di Palazzo del Bo, è stata celebrata la Giornata Internazionale dei Diritti Umani all’insegna di “Abbiamo Diritto alla Pace”. L’evento è stato organizzato dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell'Università di Padova.

Alla giornata hanno partecipato sindaci, insegnanti e dirigenti scolastici, rappresentanti delle associazioni, studenti e volontari in servizio civile impegnati a costruire la pace sociale e internazionale dal basso e a far sentire la propria voce direttamente in seno alle Nazioni Unite, dove sono attualmente in corso negoziati per l’adozione della Dichiarazione sul diritto umano alla pace.

Durante gli indirizzi di saluto, il prof. Francesco Gnesotto, Prorettore vicario dell’Università di Padova, il quale ha sottolineato il ruolo dell’Università di Padova nella promozione dei diritti umani attraverso gli articoli del proprio Statuto e le attività del Centro di Ateneo per i Diritti Umani. Il prof. Marco Mascia, Direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani, ha  ricostruito le tappe della campagna di mobilitazione nazionale e internazionale  per il riconoscimento del diritto umano alla pace e ha ricordato che in Italia, il diritto umano alla pace ha trovato formale riconoscimento negli Statuti di numerosi Comuni e Province e in apposite leggi della maggior parte delle Regioni a partire dal 1988. La prima legge regionale in materia è quella n.18 del 1988 della Regione del Veneto il cui articolo 1 è considerato paradigmatico per la successiva produzione normativa. La legislazione subnazionale italiana ha pertanto anticipato il diritto internazionale, un caso che è tuttora unico al mondo ed esemplare per altri paesi. La dr.ssa Maria Luisa Coppola, Assessore ai Diritti Umani della Regione del Veneto, ha ricordato che il 12 giugno 2014 il Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno di plauso e sostegno al riconoscimento della pace quale diritto umano fondamentale della persona e dei popoli. Il prof. Alberto Danieli, Preside del Liceo Duca d’Aosta di Padova, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza dell’art. 26 della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sul diritto all’educazione, quale strumento fondamentale per la promozione della pace sociale e internazionale.

I lavori sono stati aperti dall’intervento del prof. Antonio Papisca, Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova, sulla portata strategica del diritto alla pace. Il prof. Papisca ha chiarito che la pace “positiva”, intesa come ordine sociale ed internazionale che promuova il rispetto dei diritti umani e dei popoli all’insegna di “si vis pacem para pacem”, benché costituisca l’elemento centrale della Carta delle Nazioni Unite e del nuovo ordinamento internazionale che da essa deriva, non è ancora un diritto umano riconosciuto. In tal senso, l’approvazione della Dichiarazione sul diritto alla pace, in discussione presso il Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, equivarrebbe al riconoscimento di un “nuovo” diritto umano e darebbe visibilità a contestuali obblighi di natura giuridica. Su tutti: l’obbligo di far funzionare le Nazioni Unite, potenziandole e democratizzandole, e l’obbligo di mettere in atto il sistema di sicurezza collettivo ai sensi dell’art 43 della Carta, mettendo a disposizione dell’Organizzazione una parte delle forze armate nazionali. Di conseguenza, qualora uno Stato violasse tali obblighi si renderebbe responsabile di un illecito e aprirebbe la strada a ricorsi individuali, anche presso la Corte Penale Internazionale. Per queste ragioni, la bozza di Dichiarazione sta incontrando una forte opposizione, soprattutto da parte dei Paesi occidentali: occorre, pertanto, sviluppare ulteriormente la mobilitazione nazionale ed internazionale, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica. In conclusione del suo intervento, il prof. Papisca ha sottolineato che la discussione in seno al Consiglio Diritti Umani rappresenta un’occasione storica da cogliere per il riconoscimento del diritto umano alla pace fondato sul diritto alla vita.

In seguito è intervenuto padre Egidio Canil, Delegato del Sacro Convento di San Francesco di Assisi, il quale ha offerto il pieno sostegno della comunità francescana di Assisi a questa straordinaria iniziativa di pace. Padre Canil ha ricordato che la pace è un’aspirazione e un saluto presente in tutte religioni del mondo: ebraica, cristiana, musulmana. Dopo aver delineato la ragione francescana alla pace, padre Canil ha espresso una dura condanna del commercio internazionale di armi, affermando che i francescani si opporranno sempre ai costruttori e venditori di morte, mentre sono costantemente al fianco delle nazioni vittime di tale commercio e dei popoli che rifiutano di affrontare i conflitti con armi e guerre, e che si impegnano a investire risorse a promuovere sviluppo e pace.

I lavori sono stati quindi suddivisi in due sessioni tematiche. Inizialmente sono intervenuti alcuni sindaci e amministratori del Veneto, in particolare: Giancarlo Piva, Sindaco di Este; Enrico Rinuncini, Sindaco di Ponte San Nicolò; Giusy Armiletti, Sindaco di Dueville; Isabella Sala, Assessore alla Comunità e alle famiglie del Comune di Vicenza; Daniela Zanussi, Comune di Treviso. I sindaci e gli amministratori locali hanno presentato le delibere con cui è stato adottato l’Ordine del giorno per il riconoscimento internazionale della pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli, nonché i numerosi progetti e iniziative realizzate nelle rispettive comunità, soprattutto nei seguenti ambiti: pace, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura di pace e diritti umani (insieme alle istituzioni scolastiche locali), diplomazia delle città, promozione di pari opportunità e uguaglianza sostanziale.

Nella seconda sessione sono intervenuti rappresentanti della società civile, insegnanti, studenti e volontari in servizio civile. Alberto Robol, Reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti (Rovereto), ha dichiarato che nel 2015 la Fondazione ricorderà i 100 anni dall’inizio della Grande Guerra attraverso la memoria di grandi personaggi di pace, tra cui La Pira, Capitini, Martin Luther King, Mandela, Madre Teresa di Calcutta. Il tema delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra è stato affrontato anche da Flavio Lotti, Direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, il quale, dopo aver richiamato le ragioni dell’urgenza del riconoscimento del diritto alla pace, ha annunciato il progetto di portare, nell’aprile 2015, 5000 giovani studenti di tutta Italia nelle trincee della Grande Guerra, al fine di presentare i loro progetti di pace, realizzati all’interno delle rispettive scuole. Don Albino Bizzotto, Presidente dei Beati i Costruttori di Pace, ha sottolineato che mai come in questo momento storico il comportamento quotidiano di ogni singola persona ha ripercussioni e determina il comportamento di tutte le altre persone a livello globale. Oggi, tuttavia, le battaglie per garantire l’uguaglianza per tutti, iniziando da chi sta peggio, deve far fronte ad un’ulteriore novità: il pianeta non è più in grado di sostenere una crescita senza fine e senza controllo. La terra, infatti, è stata sempre concepita come strumento, per le nostre produzioni e la nostra proprietà; invece, è organismo vivente che garantisce nostra vita. Da mezzo, dunque, la terra deve diventare finalità. In altri termini, il riconoscimento dei diritti umani e del diritto alla pace necessita oggi di un passaggio culturale forte, così riassumibile: noi non facciamo pace, noi siamo pace, siamo diritti umani, siamo terra. Le professoresse Ersilia Filosa e Monica Dario, insegnanti del Liceo Duca d’Aosta di Padova, hanno presentato il progetto di educazione ai diritti umani realizzato in collaborazione con il Centro di Ateneo per i diritti umani e gli studenti in diritti umani dell’università di Padova, che intende veicolare l’insegnamento ai diritti umani attraverso tutte forme di arte (letteratura, pittura, danza, cinema). Infine, Laura Schubert, studentessa della Laurea magistrale in Human Rights and Multi-level Governance dell’Università di Padova, e Caroline Salazar, Delegata regionale dei volontari in servizio civile dell’Università di Padova, anche attraverso il racconto di esperienze personali, hanno sottolineato come la scuola e l’università concorrano a sviluppare una “coscienza di pace”, mentre le varie forme di attivismo civico ed il servizio civile consentono di mettere in pratica tale coscienza, agendo dove lo Stato e la società ne hanno maggiormente bisogno.

Al termine dei lavori è stato presentato e adottato l’Appello per il riconoscimento del diritto umano alla pace, predisposto dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell'Università di Padova e indirizzato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite e al Governo italiano.

In particolare, i firmatari dell’Appello chiedono al Consiglio Diritti Umani di:

  • predisporre il testo di una Dichiarazione che giuridicamente riconosca la pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli;
  • enunciare il principio secondo cui la guerra in quanto tale è crimine contro l’umanità;
  • indicare precisi obblighi giuridici degli Stati, in particolare il disarmo, il controllo della produzione e del commercio delle armi, la cooperazione allo sviluppo umano, la salvaguardia dell’ambiente naturale, l’applicazione dell’articolo 43 della Carta per finalmente porre in essere il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla stessa Carta.

Al Governo italiano, viene chiesto di:

  • riconoscere e valorizzare l’impegno per il diritto alla pace prfuso dagli enti di governo locale e regionale,
  • sostenere pienamente l’iniziativa del Consiglio Diritti Umani secondo le proposte sopra indicate
  • operare affinché anche gli altri Stati membri dell’Unione Europea – Premio Nobel per la Pace 2012 – condividano la stessa posizione.