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20/7/2006 (Archivio storico)

ActionAid: solo il 50 % degli aiuti allo sviluppo raggiunge realmente i beneficiari

Come riportato dal portale Euractiv, è stato recentemente pubblicato un Rapporto della ONG ActionAid (disponibile a questo link una sintesi), nel quale si mettono in luce gli aspetti positivi ma anche i forti limiti delle politiche di aiuto allo sviluppo promosse dall’Unione Europea e dai suoi Paesi Membri.

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L’Organizzazione non-governativa riconosce il fatto che l’Unione Europea rappresenti il più importante erogatore al mondo di aiuti allo sviluppo: nel Consiglio europeo del giugno 2005, infatti, i leader europei si sono impegnati ad allineare il contributo di ogni Paese Membro ad iniziative di aiuto allo sviluppo al 0.56 in percentuale rispetto al PIL nazionale entro il 2010 ed allo 0.7% - coerentemente con quanto previsto dal settimo impegno degli Obiettivi di sviluppo del millennio - entro il 2015. Tuttavia, esiste ancora oggi un’evidente discrepanza tra il contributo dei diversi Paesi dell’Unione: in particolare, Austria, Grecia, Italia e Spagna si situano in fondo alla lista dei Paesi erogatori per entità delle risorse destinate alla cooperazione.

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Inoltre, sottolinea la ONG, vi sono altre dimensioni oltre a quella quantitativa che vanno prese in considerazione per valutare l’effettività delle iniziative europee: secondo ActionAid, infatti, solo il 50 % delle risorse stanziate raggiunge concretamente i destinatari e contribuisce all’eliminazione della povertà.

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Questo fatto si spiega anzitutto constatando la mancanza di coordinamento tra i soggetti erogatori: proprio per affrontare il problema, l’Unione Europea ha adottato nel 2005 la prima Politica strategica comune per lo sviluppo.

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Inoltre, eccessive risorse vengono investite dall’Unione Europea in consulenze e in ricerca e formazione; la previsione di attività di assistenza tecnica pone invece il problema dell’obiettività e terzietà di tali iniziative rispetto eventualmente a secondi fini di natura economica. ActionAid mette anche in evidenza come tutte quelle misure di sostegno orientate a ridurre le barriere tariffarie nei mercati dei Paesi poveri siano spesso motivate anzitutto da interessi commerciali dei soggetti erogatori.

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Il portavoce del Commissario europeo per le politiche per lo sviluppo Louis Michel, reagendo alla pubblicazione del Rapporto, ha affermato che “L’UE non ha nessun secondo fine”, pur dichiarandosi “molto felice del fatto che ActionAid denunci un fatto significativo, ossia l’entità di danaro sprecato in consulenze” e ammettendo il “coraggio” della ONG nel portare avanti una simile posizione. Quanto alla sostanza del Rapporto, il funzionario della Commissione ha annunciato l’intenzione di premere per l’aumento di aiuti allo sviluppo sotto forma di sostegni diretti ai bilanci piuttosto che di contributi per specifici programmi, il che permetterà ai beneficiari stessi di gestire le risorse provenienti dai Paesi europei senza ricorrere ad expertise esterna.


Aggiornato il

16/7/2009