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6/7/2009 (Archivio storico)
Foto di due bambini che giocano con delle taniche gialle a Gaza, nei Territori Occupati Palestinesi. Foto tratta dal rapporto della Croce Rossa "GAZA 1.5 million people trapped in despair".
© ICRC

Comitato Internazionale della Croce Rossa: nuovo rapporto sulla situazione a Gaza

A sei mesi dal termine delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, la popolazione residente non si trova ancora nelle condizioni di poter ricostruire la propria vita, e sta scivolando verso una situazione di totale disperazione. E’ quanto afferma l’ultimo rapporto del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC): “Gaza: 1.5 milioni di persone intrappolate nella disperazione”.

Secondo il rapporto, migliaia di persone le cui case sono state distrutte durante i bombardamenti non hanno, tuttora, una dimora adeguata, mentre i malati più gravi continuano a non ricevere i trattamenti sanitari necessari. Il rapporto identifica le stringenti restrizioni sulla libertà di movimento di beni e persone da e verso Gaza, negli ultimi due anni, come una delle cause principali della crisi nel territorio, e afferma che i circa 4,5 miliardi di dollari stanziati dai Paesi donatori per la ricostruzione saranno irrilevanti fintantoché i materiali da costruzione e altri beni essenziali non potranno essere importati nella Striscia. Inoltre, le infrastrutture idriche e sanitarie restano ampiamente insufficienti: gli ospedali, in particolare, sono costretti ad affrontare notevoli difficoltà poiché le complesse e lunghe procedure di importazione israeliane rallentano la consegna di medicinali essenziali, come antibiotici e antidolorifici. La chiusura imposta a Gaza ha prodotto una diffusa disoccupazione ed il collasso dell’economia. “Il declino delle condizioni di vita avranno un impatto negativo, nel lungo termine, sulla salute e sul benessere della popolazione. I più colpiti saranno i bambini, che costituiscono più della metà della popolazione di Gaza” ha affermato Antoine Grand, capo della delegazione dell’ICRC a Gaza.

L’ICRC richiede che le restrizioni sulla libertà di movimento di beni e persone siano rimosse: “Israele ha il diritto di proteggere la sua popolazione dagli attacchi”, ha affermato Grand, “ma questo vuol dire forse che 1.5 milioni di persone a Gaza non hanno il diritto di vivere una vita normale?”. Le misure urgenti, richieste nel rapporto, includono: facilitare l’importazione di equipaggiamento medico; consentire l’ingresso di materiale da costruzione, come cemento e acciaio; rimuovere le restrizioni sulle esportazioni da Gaza; riaprire i terminal per migliorare il flusso di beni e persone da e verso la Striscia; consentire agli agricoltori libero accesso alle proprie terre che si trovano nella buffer zone; ripristinare il libero accesso in alto mare per i pescatori. L’ICRC conclude il rapporto ribadendo, tuttavia, che l’intervento umanitario non può sostituirsi ad azioni politiche credibili, necessarie per realizzare il cambiamento di cui la popolazione di Gaza ha bisogno. L’ICRC invita dunque gli Stati, le autorità politiche e i gruppi armati organizzati a compiere i passi necessari per riaprire la Striscia di Gaza e salvaguardare la vita e la dignità della sua popolazione.