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8/9/2011
Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa Hammamberg in primo piano mentre partecipa ad una conferenza
© COE/Alban Bodineau

Commissario per i diritti umani (CoE): Dieci anni di guerra globale al terrore hanno indebolito i diritti umani, anche in Europa.

Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, ha pubblicato un commento sulle conseguenze della guerra al terrore a dieci anni dai tragici attacchi dell'11 settembre.

Nel suo commento, Hammarberg ricorda le vittime degli attacchi del 2001: quasi 3.000 vite sono state spezzate indiscriminatamente da un piano criminale che per la sua gravità ed efferatezza può essere considerato un crimine contro l’umanità.

Questo anniversario, aggiunge il Commissario, però, deve essere anche un’occasione per capire quanto appropriate ed efficaci siano state le risposte dei governi, riuniti nella grande coalizione guidata dagli Stati Uniti, per punire i responsabili di quella tragedia.

La critica più dura che emerge dal commento di Hammarberg riguarda il metodo visto che, nel cercare di combattere i crimini attribuiti ai terroristi, nel corso della guerra globale al terrore, molti altri crimini sono stati commessi, e molti di questi sono stati deliberatamente e accuratamente nascosti, anche in Europa.

I punti fondamentali di questa forte critica sono i seguenti:

  • La responsabilità dei governi europei

La partecipazione dei governi europei ad operazioni nel quadro del programma della CIA chiamato RDA Program - Rendition, Detention and Interrrogation Program (Programma di Consegna speciale, Detenzione e Interrogatorio) li rende responsabili delle violazioni ai diritti umani da esse derivate. Nonostante gli sforzi per mantenere segrete tali operazioni da parte degli USA e dei suoi alleati, infatti, non ci sono dubbi che i tre elementi del programma hanno comportato violazioni sistematiche dei diritti umani.

  • Tortura e altre pratiche inumane e degradanti

Nell’ottobre del 2011, la maggior parte degli stati europei ha sottoscritto delle autorizzazioni di copertura per sorvoli e accesso ai campi d’aviazione nel quadro della NATO. Molti governi – sia all’interno sia all’esterno della NATO – hanno siglato accordi segreti bilaterali o condotto operazioni clandestine congiunte con le agenzie militari e di intelligence degli USA.
Nel quadro di tali operazioni, tra il 2002 e il 2004 in alcuni paesi europei i sospettati sono stati vittime di tortura e trattamenti crudeli inumani e degradanti. È il caso di due richiedenti asilo egiziani sottoposti a trattamenti inumani e degradanti all’aeroporto di Stoccolma (dove le autorità svedesi li avevano consegnati ad alcuni agenti della Cia) prima di essere trasferiti in una prigione egiziana dove sono stati torturati. È anche il caso di Khaled El-Masri, detenuto per 4 mesi in una squallida cella in Afghanistan e poi gettato sul fianco di una collina, in Albania, nel tentativo di coprire quello che gli agenti statunitensi hanno dovuto definire, in seguito, un errore.

  • Indagini non appropriate

In nessun caso di consegna speciale verificatosi in Europa i governi hanno fino ad ora indagato appropriatamente sulle circostanze del coinvolgimento dei propri servizi di intelligence. Al contrario, occultamenti e coperture sono state le risposte più comuni.
Il governo svedese ha raggirato un comitato parlamentare che cercava di chiarire i fatti e ha dato false informazioni ad un meccanismo di diritti umani delle Nazioni Unite. In Germania, Italia e Regno Unito, sono state adottate decisioni diplomatiche e giudiziarie al fine di mantenere segrete sgradite rivelazioni, usando il segreto di stato come un ostacolo per l’accertamento delle responsabilità.

 

Il commento del Commissario Hammarberg si conclude con l’urgente appello a cambiare l’approccio adottato fino a questo momento anche dagli stati europei e a rompere lo schema di ingiustizie che fino ad oggi ha minato le prospettive di riparazione per le vittime e protetto coloro che hanno commesso gravi crimini organizzando e realizzando le consegne speciali, garantendo loro un’effettiva impunità.