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21/1/2015
Lettere inidirizzate ai membri del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite.
Centro di Ateneo per i Diritti Umani

Consiglio diritti umani: Consultazioni informali del Gruppo di lavoro intergovernativo sulla bozza di Dichiarazione sul diritto umano alla pace, Ginevra, 30 gennaio 2015

Con risoluzione 27/17 del 25 settembre 2014, il Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto al Presidente-Relatore del Gruppo di lavoro intergovernativo delle Nazioni Unite sul diritto alla pace di condurre consultazioni informali in preparazione della terza sessione del Gruppo di lavoro, prevista dal 20 al 24 aprile 2015.

A questo proposito, il Presidente-Relatore del Gruppo di lavoro invita gli Stati membri e le Organizzazioni non governative con status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite a prender parte a una consultazione informale che avrà luogo venerdì 30 gennaio 2015 al Palais des Nations a Ginevra.

In vista di questo incontro, il Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova ha inviato ai rappresentanti dei 47 Stati membri del Consiglio diritti umani l’Appello per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace, adottato lo scorso 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, nell’Aula Magna “Galileo Galilei” di Palazzo del Bo dell'Università di Padova.

L'Appello contiene l'invito al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite di garantire che il proprio Gruppo di lavoro intergovernativo sul diritto alla pace:

- Operi nel pieno rispetto del mandato ricevuto, che è di predisporre il testo di una Dichiarazione che giuridicamente riconosca la pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli,

- Recepisca nel testo finale l’articolo 1 della bozza di Dichiarazione preparata dal Comitato Consultivo del Consiglio Diritti Umani : “1. Gli individui e i popoli hanno diritto alla pace. Questo diritto deve essere realizzato senza alcuna distinzione o discriminazione per ragioni di razza, discendenza, origine nazionale, etnica o sociale, colore, genere, orientamento sessuale, età, lingua, religione o credo, opinione politica o altra, condizione economica o ereditaria, diversa funzionalità fisica o mentale, stato civile, nascita o qualsiasi altra condizione. 2. Gli Stati, individualmente o congiuntamente, sono controparte principale del diritto alla pace. 3. Il diritto alla pace è universale, indivisibile, interdipendente e interrelato. 4. Gli Stati sono tenuti per obbligo giuridico a rinunciare all’uso e alla minaccia della forza nelle relazioni internazionali. 5. Tutti gli Stati, in conformità ai principi della Carta delle Nazioni Unite, devono usare mezzi pacifici per risolvere qualsiasi controversia di cui siano parte. 6. Tutti gli Stati devono promuovere lo stabilimento, il mantenimento e il rafforzamento della pace internazionale in un sistema internazionale basato sul rispetto dei principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e sulla promozione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali, compresi il diritto allo sviluppo e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”,

- Enunci il principio secondo cui la guerra in quanto tale è crimine contro l’umanità,

- Indichi precisi obblighi giuridici degli Stati, in particolare il disarmo, il controllo della produzione e del commercio delle armi, la cooperazione allo sviluppo umano, la salvaguardia dell’ambiente naturale, l’applicazione dell’articolo 43 della Carta per finalmente porre in essere il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla stessa Carta.

In Italia, l'Ordine del giorno - promosso dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra Unesco Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova - a sostegno di una Dichiarazione delle Nazioni Unite per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace continua ad essere diffusamente adottato da Consigli e Giunte di Comuni e Province che fanno riferimento alla “norma pace diritti umani” presente nei rispettivi Statuti. Significativamente, anche i Consigli di quattro Regioni hanno finora deliberato al riguardo: Marche, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. Alla data odierna il numero complessivo delle delibere si avvicina a 300.