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7/12/2005 (Archivio storico)

Convenzione delle cittadine e dei cittadini europei


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Centinaia di politici, intellettuali, esponenti del mondo economico e rappresentanti dei movimenti della società civile, provenienti un po' da tutto il Vecchio Continente, si sono confrontati per due giorni in Italia con l'obiettivo di rilanciare il processo costituente europeo dopo i recenti ‘no’ francesi e olandesi alla Costituzione europea: a Genova, sabato 3 e domenica 4 dicembre 2005, si è svolta la prima Convenzione delle cittadine e dei cittadini europei, promossa da Movimento federalista europeo (Mfe), Union of European federalists (Uef) e Young European federalists (Jef), in collaborazione con gli Intergruppi federalisti per la Costituzione europea nel Parlamento europeo e italiano. Hanno inoltre contribuito all'organizzazione dell'assise continentale a Palazzo Rosso, all'interno dell'Auditorium dei Musei di Strada nuova in via Garibaldi, Commissione europea, Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova, Federazione ligure dell'Aiccre, Centro Europa Liguria Mediterraneo.

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La presenza dei parlamentari europei e nazionali, accanto alla società civile, è stata particolarmente significativa, perché proprio in queste settimane il Parlamento europeo sta discutendo un piano per rilanciare il processo Costituente, che vede tra le proposte fondamentali l'istituzione di un “Forum dei Parlamenti”, ovvero riunioni congiunte dei parlamentari europei e nazionali, aperte ai contributi della società civile.

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In chiusura dei lavori è stato ribadito il ruolo di ‘soggetti federatori’ dei cittadini europei e del parlamento di Strasburgo; il dovere dei governi nazionali di completare le ratifiche della Costituzione europea; l’impegno per la società civile e le forze politiche nella raccolta di un milione di firme per chiedere al Parlamento europeo di convocare un'assise con i parlamenti nazionali, allo scopo di emendare la Costituzione; l’obiettivo di ratificare la nuova Costituzione attraverso un referendum europeo, da tenersi in contemporanea con le elezioni continentali del 2009.

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La Convenzione di Genova si è conclusa con la firma del “Manifesto Europeo delle cittadine e dei cittadini europei riuniti nella Convenzione di Genova” che sarà diffuso in tutta Europa e sarà arricchito in occasione delle prossime riunioni della Convenzione in agenda per il prossimo anno, in primavera a Vienna e in autunno a Parigi.

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Ulteriori approfondimenti nel sito della Convenzione
- https://www.citizensconvention.net/

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Sito della Costituzione Europea, con schede informative e situazione delle ratifiche
- https://europa.eu.int/constitution/

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MANIFESTO EUROPEO

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delle cittadine e dei cittadini europei riuniti nella Convenzione di Genova

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L’umanità si trova oggi di fronte ad una scelta cruciale. Nonostante la fine della guerra fredda, conflitti e guerre continuano a mietere migliaia di vite. La proliferazione delle armi atomiche e di distruzione di massa non si è affatto arrestata. Il terrorismo internazionale è una realtà quotidiana. I continui appelli alla solidarietà internazionale non riescono a scalfire il divario tra ricchi e poveri. La natura rischia di essere divorata da una civiltà che minaccia tutte le forme di vita sulla terra, se i problemi del mutamento del clima, del progressivo esaurimento delle risorse non rinnovabili, dell’inquinamento dell’acqua, della deforestazione, e della perdita della biodiversità, non saranno risolti. Chi governa la globalizzazione?

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Le organizzazioni internazionali che, nel secondo dopoguerra, a cominciare dall’ONU, avrebbero dovuto creare un ordine mondiale di pace e di cooperazione sono tuttora prive di autonomi poteri. In verità, sono rimaste un semplice strumento al servizio delle grandi e delle piccole potenze. Devono essere riformate radicalmente. Mai come oggi suonano attuali le parole di Kant: “La violazione del diritto avvenuta in un punto della Terra è avvertita ovunque.” Nessun popolo, nessuna minoranza, nessun essere umano deve subire la volontà del più forte. Libertà, eguaglianza e fraternità devono divenire il fondamento dell’unione di tutti i popoli e di tutti gli individui del Pianeta. Per questo, le regole della democrazia vanno applicate non solo all’interno degli stati, ma anche nei rapporti tra gli stati, cominciando dalla riforma democratica dell’ONU. I governi nazionali già si esprimono nella Assemblea generale dell’ONU. Anche i cittadini del mondo dovrebbero avere un’assemblea nella quale far sentire la loro voce.

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L’Europa può portare uno specifico contributo al futuro dell’umanità. Tra le rovine e le macerie del vecchio ordine mondiale, si scorgono i germi del nuovo mondo. La Comunità europea, fondata nel dopoguerra tra le nazioni che avevano insanguinato il Continente ed il mondo, è riuscita a pacificare l’Europa e a garantire un progressivo benessere ai suoi popoli, prima, nella parte occidentale e, poi, in quella orientale, diffondendo la democrazia e lo Stato di diritto sino ai confini dell’Asia.

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Tuttavia, l’Unione europea è un progetto incompiuto. La democrazia, costretta entro gli angusti limiti degli stati nazionali, è in crisi. Il populismo e la demagogia guadagnano crescenti consensi. Il nazionalismo ritorna sotto nuove forme in un’Europa sempre in bilico tra l’unità e la divisione. Occorre trasformare l’Unione in una comunità democratica di nazioni democratiche, dunque in una Federazione europea. Le cittadine e i cittadini europei chiedono una Costituzione che consenta all’Unione di parlare al mondo con una sola voce, in particolare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con un proprio governo, responsabile di fronte al Parlamento europeo. Chiedono una Costituzione che riconosca la pace come valore fondante dell’Unione, che faccia avanzare il progresso sociale e garantisca i diritti fondamentali ad ogni individuo, compreso il diritto ad una cittadinanza di residenza. Noi domandiamo inoltre la creazione di un servizio civile europeo, che rafforzi l’identità dei cittadini europei. Il compito dell’Europa nel mondo è di promuovere un nuovo ordine mondiale, fondato sulla pace, la giustizia, la cooperazione con i paesi poveri e lo sviluppo sostenibile.

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I governi hanno il dovere democratico di concludere le ratifiche nazionali. Nel caso in cui non riescano a portare a termine le ratifiche entro il 2006, la Convenzione delle cittadine e dei cittadini europei chiede al Parlamento europeo di rilanciare il processo costituente su nuove basi. Il Parlamento europeo deve chiedere una Convenzione costituente, composta dai rappresentanti del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, con il mandato di elaborare una nuova Costituzione, e deve organizzare degli incontri con i cittadini europei e dei forum con i parlamentari nazionali. La nuova Costituzione dovrà essere sottoposta ad un referendum consultivo europeo, in occasione delle elezioni europee del 2009, e dovrà entrare in vigore solo se approvata da una doppia maggioranza di cittadini e di stati.

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Un altro mondo è possibile. Un’altra Europa è possibile. La Convenzione delle cittadine e dei cittadini europei non si scioglierà sino a che non avrà raggiunto i suoi obiettivi. Nel 2006, gli appuntamenti includono Vienna e Parigi.

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Genova, 3-4 dicembre 2005


Aggiornato il

16/7/2009