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28/10/2016
Il Segretario Generale Ban Ki-moon (al centro) visita il centro storico di Quito, in Ecuador, durante il suo viaggio per partecipare all'apertura della Conference on Housing and Sustainable Urban Development (Habitat III) il 17 Ottobre.
United Nations Photo

Habitat III: a Quito la Conferenza delle Nazioni Unite per discutere la New Urban Agenda

Lo scorso 17 ottobre è stata inaugurata a Quito, capitale dell'Ecuador, la Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III. La Conferenza, che riguarda lo sviluppo sostenibile di città e abitazioni, ha lo scopo di creare una "New Urban Agenda" e, con le parole del Segretario Generalen Ban Ki-moon, essa rappresenta un'occasione per "ripensare al modo in cui progettiamo, gestiamo e viviamo nelle nostre città".

Formalmente nota come "UN Conference on Housing and Sustainable Urban Development", Habitat III rappresenta un forum di dialogo che ha luogo ogni 20 anni. La scelta di Quito come città ospitante per il 2016 ha però un significato importante, poiché è la prima volta che la conferenza ha luogo nel cosidetto "Sud del mondo". A dispetto della sua inestimabile importanza storica e culturale, come spiegato dal Segretario Generale Ban Ki-moon, Quito è un simbolo delle difficoltà che Habitat III deve affrontare, poiché "riflette le sfide ad uno sviluppo sostenibile e alla necessità di trovare soluzioni di cui il mondo avrà bisogno negli anni a venire".

Joan Clos, Direttore Esecutivo di UN-Habitat ed ex sindaco di Barcellona, è de facto l'architetto a cui si deve il coordinamento e la progettazione che ha consentito ad Habitat III di prendere il via e riveste anche il ruolo di Segretario Generale della conferenza. In un'intervista ha spiegato che "l'Urbanizzazione ha avuto un'accelerazione negli ultimi 20 anni [...], abbiamo scoperto che ha un grandissimo potenziale, ma porta anche grandissimi rischi".

Habitat III si è conclusa il 20 ottobre ed ha affrontato le sfide necessarie allo sviluppo della New Urban Agenda: il 54% della popolazione mondiale vive in strutture urbane e il dato è in aumento, si prevede infatti che nel 2050 arriverà al 66 per cento. La necessità di ripensare ad un corretto e sostenibile modello di sviluppo urbano è più che mai attuale e la crescita degli agglomerati urbani richiede di affrontare sfide importanti. Le delegazioni internazionali hanno lavorato per trovare un approccio inclusivo che consenta di ridurre i gap fra gli abitanti ricchi ed i poveri delle città. Anche l'inquinamento prodotto nei centri urbani rappresenta una sfida per la comunità internazionale, ed è una diretta conseguenza dello sviluppo incontrollato. L'adozione della New Urban Agenda avrà un ruolo importante per il raggiungimento dei Sustainable Development Goals del 2030, in quanto rappresenta, come spiegato da Joan Clos, una "visione per un futuro urbano migliore e più verde, dove ognuno avrà accesso ai benefici dell'urbanizzazione".