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28/9/2009

Human Rights Watch – pubblicato il rapporto “Pushed Back, Pushed Around: Italy's Forced Return of Boat Migrants and Asylum Seekers, Libya's Mistreatment of Migrants and Asylum Seekers”

 

L’Italia intercetta le imbarcazioni di migranti e richiedenti asilo africani, non si impegna ad individuare e proteggere i rifugiati e altri gruppi vulnerabili, ma li respinge forzatamente in Libia, dove molti subiscono abusi e sono detenuti in condizioni inumani e degradanti. E’ quanto emerge dal rapporto di Human Rights Watch “Pushed Back, Pushed Around: Italy's Forced Return of Boat Migrants and Asylum Seekers, Libya's Mistreatment of Migrants and Asylum Seekers”.

Il Rapporto, in particolare, esamina il trattamento di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Libia, attraverso le testimonianze di coloro che sono riusciti a fuggire e si trovano ora in Italia e a Malta, nonché la politica dell’Italia che consiste nell’intercettare le imbarcazioni di migranti in alto mare e nel respingerle in Libia, senza la necessaria operazione di screening. Alcune di queste operazioni di respingimento sono state coordinate da Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea (UE).

Tale politica è palesemente contraria agli obblighi giuridici che l’Italia e gli altri Stati dell’UE hanno assunto sul piano internazionale in relazione al principio di non-refoulement – il respingimento forzato di persone in luoghi in cui la loro vita e la loro libertà potrebbero essere minacciate, o dove potrebbero essere sottoposti a tortura o ad altri trattamenti inumani o degradanti.

In Libia, infatti, non esistono leggi o procedimenti amministrativi relativi al diritto di asilo. Le autorità non fanno distinzioni tra rifugiati, richiedenti asilo e migranti: chiunque entri nel Paese senza documenti o una formale autorizzazione viene arrestato.

Nonostante tale politica, la Libia è sempre più considerata dall’UE (così come dall’Italia) un partner importante per il controllo dei flussi migratori. La Commissione Europea sta attualmente negoziando con la Libia un “accordo di re-introduzione”, che creerebbe un meccanismo formale di respingimento.

Il Rapporto, in conclusione, chiede al Governo libico di migliorare le deplorevoli condizioni di detenzione in Libia e di istituire adeguate procedure di asilo conformi agli standard internazionali in materia di diritto dei rifugiati. Inoltre, richiede al Governo italiano, all’UE e a Frontex di garantire il diritto di asilo anche a coloro che sono intercettati in alto mare, e di porre termine alle pratiche di respingimento in Libia di cittadini non libici, fintantoché le autorità di quel Paese non garantiscano un trattamento di migranti, rifugiati e richiedenti asilo pienamente conforme agli standard internazionali.

Human Rights Watch, infine, invita gli Stati membri dell’UE a non partecipare a operazioni di Frontex che determinino un respingimento indiscriminato di migranti, e richiede all’UE di inserire, in qualsiasi accordo futuro con la Libia, riferimenti espliciti ai diritti di richiedenti asilo e migranti quale pre-requisito irrinunciabile per la cooperazione in materia di controllo delle frontiere.