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5/10/2004 (Archivio storico)

L'apertura della 59^ sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite


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Con il discorso del Segretario Generale delle Nazioni Unite, si è aperta il 21 settembre 2004 la 59^ sessione dell’Assemblea Generale. In un incisivo intervento con il quale presentava il suo rapporto annuale (A/59/1), Kofi Annan ha sottolineato che in diverse parti del mondo il rispetto della rule of law, ossia del principio di legalità, è in pericolo: in Iraq, nel Darfur, nel nord dell’Uganda, a Beslan, in Israele tutti siamo testimoni di gravi violazioni dei principi del diritto a tutela dei valori fondamentali.

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Nulla – osserva Kofi Annan – giustifica atti di una tale gravità e deve essere impegno di tutti fare il possibile per ristabilire il rispetto del diritto. La comunità internazionale si trova ad un bivio: se i leaders politici delle nazioni non raggiungeranno un accordo sulla direzione da percorrere, sarà la storia a decidere per loro.

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Il Segretario Generale ha quindi affermato con decisione che nessuno può considerarsi al di sopra della legge: ogni nazione che proclama la rule of law, lo Stato di diritto, all’interno del proprio territorio, non potrà non rispettare ugualmente le regole a livello internazionale. Sul piano interno, in particolare, la lotta al terrorismo non può giustificare limitazioni arbitrarie al godimento dei diritti umani e all’esercizio della democrazia.

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Sul piano internazionale tutti gli Stati necessitano, secondo Annan, di un quadro giuridico di riferimento. Esso fortunatamente esiste e copre tutti le principali materie: dal commercio al terrorismo, dal diritto del mare alle armi di distruzione di massa. E’ al rispetto del diritto internazionale che il Segretario Generale dedica la parte centrale del suo intervento. Il patrimonio di regole dell’ordinamento internazionale, che può essere considerato una tra le conquiste più importanti delle Nazioni Unite, costituisce uno strumento essenziale per assicurare il benessere e la sicurezza della popolazione civile e delle sue fasce più deboli, le donne, i bambini e gli anziani..

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L’annuale dibattito ad alto livello dell’Assemblea Generale è quindi continuato con gli interventi degli Stati, rappresentati nell’occasione dai capi di governo o dai ministri degli Esteri. I rappresentanti dei diversi Paesi hanno affrontato alcune questioni cruciali per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali: la lotta al terrorismo, il disarmo, la lotta alla povertà e al virus HIV-AIDS, la necessità di un più giusto sistema globale delle relazioni commerciali.

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Il tema certamente più scottante è stato tuttavia quello della riforma delle Nazioni Unite (link alla sezione temi) e in particolare della composizione del Consiglio di sicurezza. Si è resa evidente la spaccatura tra gli Stati che reclamano un seggio permanente al Consiglio di sicurezza, ossia Brasile, India, Germania e Giappone, e quelli che avanzano proposte alternative, fondate sul concetto di rappresentanza regionale: l’Italia e alcuni Stati africani. In particolare, la proposta italiana di istituire un seggio per l’Unione europea non ha sino ad oggi raccolto particolari consensi: sembra anzi che gli Stati membri permanenti siano intenzionati a sostenere le candidature del primo gruppo di Paesi.

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Link: www.un.org/ga

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Aggiornato il

16/7/2009