A A+ A++
22/10/2017
I partecipanti al Consiglio di Sicurezza siedono attorno ad un tavolo circolare al centro del quale è posizionato un altro tavolo, di forma rettangolare.
© UN Photo/Devra Berkowitz

Lettera aperta della società civile agli Stati ONU: raccomandazioni per il Dibattito aperto su Donne, Pace e Sicurezza del Consiglio di Sicurezza

Una lettera aperta firmata da 391 organizzazioni di società civile di 98 paesi diversi è stata inviata ad ogni Stato Membro delle Nazioni Unite in vista del Dibattito aperto su Donne, Pace e Sicurezza (WPS) del Consiglio di Sicurezza in programma in questo mese di ottobre 2017. Disponibile in inglese, francese, spagnolo e arabo, la lettera chiama gli Stati Membri a dare priorità all'uguaglianza di genere e ai diritti delle donne, e ad aumentare il loro supporto nei confronti delle organizzazioni di società civile per donne e per le donne difensore di diritti umani.

"Distinto Ambasciatore,

Con l’avvicinarsi del 17° anniversario dell’adozione della Risoluzione 1325 e del Dibattito aperto su donne, pace e sicurezza (WPS) del Consiglio di Sicurezza, cogliamo l’occasione per riaffermare i principi fondamentali dell’agenda WPS e invitiamo vivamente gli Stati Membri a promuoverli e rispettarli in modo più consistente.

L’uguaglianza di genere, l’empowerment delle donne e la difesa dei diritti delle donne sono intrinsechi allo sviluppo sostenibile e alla prevenzione dei conflitti. Una società civile robusta e diversa che includa organizzazioni di donne, difensore di diritti umani, attiviste e leader donna è fondamentale.

Nonostante le Risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la retorica positiva e l’abbondanza di evidenze riguardo l’importanza di assicurare l’uguaglianza di genere e la partecipazione delle donne per la pace e la sicurezza, l’implementazione dell’agenda continua ad essere frammentata e spesso perde rilievo di fronte ad altre considerazioni politiche.

Non è sufficiente esprimere il proprio sostegno per l’agenda WPS, se poi si rimane in silenzio di fronte alle aggressioni subite dalle donne della società civile e difensore dei diritti umani, se si ignora l’esclusione e marginalizzazione delle donne nei processi politici, o se non si denunciano le vicende nazionali che minano la condizione della donna e i suoi diritti.

Gli Stati Membri impegnati nella prevenzione dei conflitti devono salvaguardare i diritti delle donne. Devono indicare il cammino, sia a livello nazionale con le proprie politiche che a livello internazionale con gli aiuti esteri. Ci deve essere responsabilità per la violazione dei diritti umani, compressi i crimini afferenti la sfera sessuale e di genere (SGBV).

Le donne che si scontrano con situazioni di conflitto e crisi continuano a ricevere minacce ed a essere ostacolate nello svolgimento delle proprie attività, ma ciò nonostante continuano a lottare per l’inclusione, i propri diritti e per essere ascoltate. Le donne e le organizzazioni di donne dei paesi in conflitto hanno bisogno si sostegno politico ed economico da tutta la comunità internazionale e non promesse vuote.

[..]

Lettera completa in inglese