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30/4/2012
Intervento di Navanethem Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, alla Conferenza di revisione di Durban, 2009.
© UN Photo/Jean-Marc Ferre

Nazioni Unite: L’Alto Commissario per i Diritti Umani esprime preoccupazione per le crescenti restrizioni a cui sono soggette le ONG in alcuni Paesi del mondo

L’Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, ha espresso profonda preoccupazione per le crescenti restrizioni a cui, in molti paesi, è stata oggetto l'attività delle organizzazioni non governative e di altri attori della società civile, che ne limitano la libertà, l'indipendenza e l'efficacia.

In particolare, riconoscendo il ruolo fondamentale ricoperto dalle ONG nella promozione e nella promozione dei diritti umani all’interno dei singoli paesi, l’Alto Commissario deplora il fatto che, in tempi recenti, alcuni governi abbiano adottato provvedimenti legislativi o misure amministrative allo scopo di limitare la libertà di associazione, l’indipendenza e l’efficacia delle ONG.

Atti di violenza, intimidazione e minacce nei confronti di attivisti e volontari, specialmente se di sesso femminile, sono stati riscontrati in numerosi paesi. In altri casi, nota ancora l’Alto Commissario, alcuni governi hanno tentato di aumentare il controllo sull’operato delle ONG limitando in maniera drastica la possibilità per le stesse di ricevere finanziamenti dell’estero e riducendo così notevolmente la loro capacità di incidere sulla situazione sul terreno e di collaborare con le istituzioni internazionali impegnate nella protezione dei diritti umani.

L'Alto Commissario ha fatto riferimento in particolare alla situazione di alcuni Stati, tra cui Egitto, Cambogia e Venezuela, nei quali alcune recenti leggi o proposte di legge rischiano di ridurre notevolmente la possibilità di azione delle ong, ponendo nuove restrizioni al diritto alla libertà di associazione.

In Egitto un progetto di legge sulla regolamentazione delle attività delle ong, se adottata nella sua forma attuale, rischierebbe infatti di minare profondamente lo spirito che ha animato la rivoluzione egiziana, nella quale le organizzazioni della società civile hanno giocato un ruolo fondamentale.

In Cambogia una proposta di legge, se approvata, permetterebbe al Governo di far cessare l'attività delle ong considerate come una minaccia all'unità nazionale, alla cultura, ai costumi e alle tradizioni della società cambogiana.

In Venezuela l'ampia definizione di "atti terroristici", introdotta da una legge del gennaio 2012, non ancora adottata, rischia di essere applicata anche ad atti legittimi di protesta sociale e dissidenza che caratterizzano il modus operandi di molte ong.

L'Alto Commissario ha sottolineato che il diritto alla libertà di associazione è sancito in una serie di strumenti internazionali sui diritti umani, tra cui la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (art. 20) e il Patto internazionale sui diritti civili e politici (art. 22), e che sia di cruciale importanza la sua promozione ed il suo rispetto.

Ad oggi 3.534 organizzazioni di società civile godono dello status consultivo presso l’ECOSOC, di cui 142 con status generale, 2.405 con status speciale e 987 con status roster.