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7/10/2008 (Archivio storico)

Nazioni Unite: L’Alto Commissario per i diritti umani evidenzia le difficoltà di milioni di detenuti nel mondo

 

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Navanethem Pillay, da un mese nominata Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha richiamato l’attenzione sui problemi dei detenuti, tra cui anche un migliaio di bambini, nel mondo, privati della loro libertà e trattenuti in prigione o altri luoghi di detenzione, spesso illegalmente.

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Durante la sua prima conferenza stampa dalla nomina ha dichiarato che “ogni giorno nel mondo, ci sono centinaia di uomini, donne e bambini costretti ingiustamente alla detenzione e spesso in condizioni inumane”.

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Pillay ha poi aggiunto che “il XXI secolo è il momento di intraprendere un’azione più decisa per ridurre l’invisibile ma diffusa violazione dei diritti umani”. Sebbene non esistano dati certi, l’Alto Commissario ha dichiarato che “il numero delle persone detenute ingiustamente o in maniere inappropriate nel mondo si aggira attorno al milione”. Le dichiarazioni di Pillay precedono di qualche giorno il lancio dell’Iniziativa Dignità e Giustizia per i Detenuti, previsto per il 6 ottobre.

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L’iniziativa è stata voluta per aumentare la pressione su Stati, parlamenti, tribunali e altre istituzioni per abolire, o quanto meno ridurre, la detenzione arbitraria e illegale. L’iniziativa inoltre intende garantire condizioni di detenzione in linea con gli standard internazionali.

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L’Alto commissario ha sottolineato come spesso tra le persone detenute illegalmente ci siano anche disabili, immigrati, rifugiati politici e sfollati, giornalisti, sostenitori dei diritti umani e attivisti politici.

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Congratulandosi con il governo del Myanmar per il recente rilascio di sette detenuti politici, ha tuttavia ricordato che questo è solo un piccolo passo, tenuto conto che sono più di 2.000 gli attivisti politici costretti dietro le sbarre nel paese, e ha esortato il Governo del Myanmar affinché vengano tutti liberati il prima possibile.

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L’Alto Commissario ha accolto positivamente la decisione presa lo scorso giugno dalle Corte Suprema degli Stati Uniti circa l’allargamento dei diritti contenuti nella costituzione nazionale ai detenuti stranieri a Guantanamo e il diritto di contestare la detenzione presso un tribunale civile.  “I detenuti di Guantanamo, alcuni dei quali imprigionati da più di 6 anni, hanno il diritto ad una revisione dei capi di imputazione e di non essere inviati in luoghi dove verranno torturati” ha concluso Navanethem Pillay.

Aggiornato il

16/7/2009