A A+ A++
9/6/2006 (Archivio storico)

Nazioni Unite: Proposta di revisione del sistema dei Comitati previsti dalle Convenzioni internazionali dei diritti umani


-

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Louise Arbour, nel suo Plan of Action - il documento richiestole dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel quadro del processo di riforma dell’ONU - ha fatto sua la proposta di revisione del sistema dei Comitati previsti dalle sette principali Convenzioni internazionali relative ai diritti umani nel senso della costituzione di un Comitato unificato che possa assorbire i compiti sino ad ora svolti dai Comitati.

-

L’Alto Commissario ritiene che la Comunità internazionale dei diritti umani si debba pronunciare in maniera definitiva sulla proposta entro il 2006. L’argomento sarà oggetto di dibattito tra l’altro nel corso del quinto Incontro congiunto dei Comitati dei diritti umani e del diciottesimo Incontro dei Presidenti dei Comitati diritti umani: entrambi gli eventi si svolgeranno a Ginevra tra il 19 ed il 23 giugno prossimi. Si segnala, in particolare, nella documentazione relativa a tali incontri, il background paper preparato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato per i diritti umani sul tema specifico della riforma del sistema dei Comitati diritti umani delle Nazioni Unite.

-

La proposta di creazione di un unico Comitato viene avanzata con l’obiettivo di affrontare alcuni problemi e difficoltà strutturali propri della machinery universale per la protezione e promozione dei diritti umani, con riferimento: alla crescita del numero dei trattati e dei rispettivi organi, la quale ha determinato in alcuni casi la duplicazione di funzioni; alla mancanza di adeguate forme di coordinamento tra i Comitati (con riguardo soprattutto alla tempistica di presentazione, analisi e discussione dei rapporti); al carico di lavoro ormai ingestibile da parte degli esperti dei Comitati e dei funzionari dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, alla luce dell’alto numero di rapporti e comunicazioni individuale “in pendenza”.

-

Con la creazione di un unico Comitato, gli Stati sarebbero chiamati alla presentazione di tutti i rapporti relativi alle sette Convenzioni in un unico momento ogni 3-5 anni (o meglio, dei rapporti relativi agli strumenti internazionali che hanno ratificato, tra la sette Convenzioni e i rispettivi Protocolli addizionali). Un unico Comitato permanente, composto da esperti “a tempo pieno”, adeguatamente remunerati, provvederebbe all’analisi e alla discussione dei rapporti dedicando alle singole situazioni nazionali maggior tempo rispetto a quanto avviene con il sistema attuale.

-

Due aspetti interessanti relativi alla previsione di costituire un Comitato unico riguardano la possibilità d’integrare nel ruolo dell’organo il compito di monitoraggio dell’implementazione degli strumenti che nasceranno in seguito ai processo di standard-setting attualmente in corso (come la Convenzione sulle disabilità o la proposta di Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate) e futuri; occorre inoltre considerare le maggiori opportunità che un Comitato unico offre nell’eventualmente prevedere forme di collaborazione con altri organi e meccanismi per la protezione e la promozione dei diritti umani (Procedure speciali della Commissione/Consiglio diritti umani), ma anche con organismi politici delle Nazioni Unite (Consiglio di Sicurezza...) o di altre organizzazioni regionali.

Aggiornato il

16/7/2009