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12/7/2007 (Archivio storico)

Nazioni Unite: accordo sul funzionamento del Consiglio diritti umani

Si è svolto lo scorso 22 giugno 2007 un incontro organizzativo del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, durante il quale il nuovo Presidente dell’organo, l’Ambasciatore romeno Doru Romulus Costea, ha illustrato ai delegati di Membri ed Osservatori del Consiglio una proposta di programma di lavoro per i mesi successivi. Secondo l’Amb. Costea, i seguenti aspetti saranno senz’altro all’ordine del giorno della sesta sessione ordinaria del Consiglio – la quale avrà luogo a Ginevra presumibilmente dal 10 al 28 settembre 2007: modalità di funzionamento del nuovo Processo di revisione periodica universale;  istituzione del nuovo Comitato consultivo (e pertanto, continuità del ruolo dei Gruppi di lavoro della Sotto-Commissione); individuazione dei criteri di selezione dei futuri titolari delle Procedure speciali del Consiglio; funzionamento concreto della nuova Procedura di ricevimento delle comunicazioni individuali.

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Tale riunione fa seguito al raggiungimento di un accordo complessivo sulle questioni istituzionali relative principalmente alla transizione delle competenze della Commissione diritti umani al Consiglio ed alla definizione della nuova Procedura di revisione periodica universale, aspetti che hanno costituito l’oggetto delle negoziazioni nel corso della quinta sessione ordinaria dell’organo, svoltasi dall’11 al 18 giugno 2007. Sebbene sul sito del Consiglio diritti umani nella pagina dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani per il momento sia solo disponibile una versione preliminare di Rapporto della quinta sessione, la pagina extranet del Consiglio (le modalità per avervi accesso sono disponibili alla seguente link) pubblica il testo finale dell’accordo di compromesso, finalizzato nella notte dello scorso 18 giugno 2007: se si esclude la posizione critica espressa dal rappresentante del Canada nella mattina del 19 giugno 2007, nessuno Stato ha contestato l’annuncio del Presidente del primo ciclo di lavoro del Consiglio, il Rappresentante permanente a Ginevra del Messico, Amb. de Alba, secondo il quale il testo finale del compromesso rifletterebbe il consenso dell’assemblea: nelle dichiarazioni successive alla presentazione da parte di de Alba del testo finale rese da Stati afferenti a diversi Gruppi regionali e dalle organizzazioni non-governative, prevale anzi la consapevolezza che – sebbene il testo non soddisfi le aspettative di nessun Gruppo regionale e tanto meno della comunità internazionale non-governativa per i diritti umani – esso rappresenti appunto un compromesso accettabile (tali dichiarazioni sono raccolte dal  servizio Stampa del Consiglio).

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In base a tale documento, il Processo di revisione periodica universale (UPR) – il quale interesserà tutti i Paesi membri ed Osservatori del Consiglio – sarà condotto da un apposito Gruppo di lavoro inter-governativo che si riunirà ogni anno per tre sessioni della durata di una settimana ciascuna: la periodicità della revisione è fissata inizialmente per un periodo di quattro anni; i Membri iniziali del Consiglio saranno anche i primi Paesi ad essere sottoposti al dialogo interattivo il quale costituisce la parte centrale dello UPR. Al fine di permettere la conduzione del dialogo saranno distribuiti i seguenti materiali: un documento presentato dallo Stato interessato allo UPR, un rapporto preparato dall’Alto Commissario contenente informazioni sulla situazione nazionale dei diritti umani di matrice onusiana ed un terzo documento di sintesi, sempre preparato dall’Alto Commissario, contenente informazioni prodotte da altri attori. Al termine di una discussione che avverrà in seno al Gruppo di lavoro e che sarà animata da tre Relatori speciali di espressione governativa (e rappresentanti tre Gruppi regionali diversi) si procederà all’adozione di un rapporto finale il quale potrà integrare raccomandazioni ed impegni volontari.

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L’accordo di compromesso vede la riconferma dei mandati pre-esistenti di tutte le Procedure speciali, ad esclusione di quello del Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Bielorussia e di quello della Rappresentante speciale dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani a Cuba. Nonostante le forti pressioni in particolare da parte della Cina sino all’ultima seduta prevista per la quinta sessione del Consiglio, nessuna condizione particolare (come la previsione di una maggioranza dei due terzi) è stata posta in merito all’eventuale adozione di risoluzioni sulle situazioni nazionali dei diritti umani. Per quanto riguarda la questione del processo di designazione dei titolari delle Procedure speciali, il documento di compromesso del Presidente de Alba prevede che una tipologia diversificata di attori (Governi, organizzazioni internazionali, ONG, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, …) possa proporre delle candidature, le quali saranno quindi inserite in una lista compilata dall’Ufficio dell’Alto Commissario dei diritti umani: un apposito Gruppo consultivo composto da rappresentanti di tutti i Gruppi regionali produrrà successivamente al Presidente del Consiglio – a cui spetta in definitiva effettuare le nomine - una lista ristretta di candidati.

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Viene quindi istituito, in sostituzione della Sotto-Commissione per la protezione e promozione dei diritti umani, il Comitato consultivo del Consiglio diritti umani, organo sussidiario composto di 18 esperti indipendenti, il quale – su richiesta del Consiglio – potrà intraprendere studi ed analisi su tematiche specifiche: il Comitato non possiede tuttavia nessun mandato relativamente alla possibilità di adottare risoluzioni o decisioni.

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La nuova Procedura relativa al ricevimento di comunicazioni individuali mantiene lo stesso carattere confidenziale della Procedura 1503: tali comunicazioni saranno prese in considerazione da un Gruppo di lavoro sulle comunicazioni, mentre un apposito Gruppo di lavoro sulle situazioni avrà il compito di portare all’attenzione del Consiglio gli eventuali casi di violazioni estese e reiterate dei diritti umani in un determinato Paese desumibili dalle informazioni contenute nelle comunicazioni individuali. Quanto all’ordine del giorno del Consiglio, viene mantenuto uno specifico punto (il numero 7) “sulla situazione dei diritti umani in Palestina e negli altri territori occupati”.

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Fa inoltre parte del “pacchetto” negoziato nel corso della quinta sessione ordinaria del Consiglio un Codice di condotta per i titolari delle Procedure speciali del Consiglio diritti umani, presentato e fortemente appoggiato dal Gruppo africano.

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Il testo dell’accordo di compromesso viene quindi trasmesso per l’adozione formale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Aggiornato il

16/7/2009