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15/3/2015
Ritratto di una ragazza haitiana durante la distribuzione del cibo da parte dei peacekeepers peruviani dell' ONU a Port-au-Prince, Haiti. 2008
© UN Photo/Marco Dormino

Nazioni Unite: i diritti dei bambini nella 28a sessione del Consiglio diritti umani

Nel corso della 28a sessione ordinaria del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite (2-27 marzo 2015), il tema dei diritti dei bambini è al centro dei lavori in diverse occasioni.

Innanzitutto, il 12 marzo si tiene la giornata annuale di discussione del Consiglio diritti umani sui diritti dei bambini, la quale quest’anno ha come tema il miglioramento degli investimenti sui diritti dei bambini. Il rapporto dell’Alto commissario per i diritti umani, preparatorio alla discussione, sottolinea come il godimento dei diritti economici, sociali e culturali debba essere garantito nella misura più estesa possibile e che quindi, anche in situazione di crisi economica, ai diritti dei bambini debba essere data la priorità di finanziamento.

Inoltre, nel corso di tale sessione presentano il loro rapporto annuale le due Rappresentanti Speciali e la Relatrice Speciale del Segretario Generale dedicate ai diritti dei bambini:
- La Rappresentante Speciale su bambini e conflitti armati, nel suo rapporto, tra le altre cose, presenta i progressi fatti dalla campagna “Bambini, non soldati” ed illustra le tendenze negli attacchi armati a scuole ed ospedali.
- La Rappresentante Speciale sulla violenza contro i bambini sottolinea i rischi potenziali ed attuali connessi all’uso delle nuove tecnologie da parte di bambini e ragazzi.
- La Relatrice Speciale sulla vendita dei bambini, prostituzione e pornografia minorile presenta uno studio tematico sulla connessione tra l’uso delle nuove tecnologie e la vendita e sfruttamento sessuale dei bambini.

Infine, occorre tenere presente che i diritti dei bambini sono tematica trasversale anche di altri lavori in agenda. Per esempio, la Relatrice Speciale per i diritti delle persone con disabilità, nel presentare il suo rapporto annuale, riconosce come i bisogni delle persone con disabilità variano molto in base all’età e che bambini ed adolescenti con disabilità sono spesso esclusi del sistema educativo tradizionale.