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2/3/2017
Due bambini di diversa razza giocano insieme in altalena
© UNESCO/Deriaz, D.

Nazioni Unite: osservazioni conclusive del Comitato sull'Eliminazione della Discriminazione Razziale (CERD) sui rapporti dell’Italia

Il Comitato sull'Eliminazione della Discriminazione Razziale delle Nazioni Unite (CERD), a conclusione della 2513° sessione tenutasi a Ginevra, ha adottato le osservazioni conclusive sul 19° e sul 20° rapporto dell’Italia. Il Comitato è un organo composto da esperti indipendenti incaricati di monitorare l’implementazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (1965) da parte dei 178 Stati che l'hanno ratificata.

Le osservazioni conclusive sui rapporti dell’Italia contengono una serie di raccomandazioni inerenti le misure legislative e le politiche da adottare per garantire l’implementazione della Convenzione internazionale.

Il Comitato inizia con un'elenco delle azioni positive adottate dall'Italia, evidenziate negli ultimi report, come gli sforzi nelle operazioni di salvataggio in mare di migranti e richiedenti asilo, e le politiche e leggi approvate sul tema, in particolare:

  • Legge 67/2014, depenalizzazione del reato di clandestinità
  • D.lgs. 18/2014, attuazione della direttiva 2011/95/UE recante norme sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonche' sul contenuto della protezione riconosciuta
  • Adozione del Piano nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza messo a punto da un Gruppo Nazionale di Lavoro che riunisce 85 associazioni, 7 ministeri, Regioni, enti locali e parti sociali
  • Ratifica di strumenti internazionali come il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, del Protocollo opzionale al Patto sui diritti economici, sociali e culturali, Convenzione sulla riduzione dell’apolidia, del Protocollo facoltativo alla Convenzione sui diritti del bambino sulle procedure di comunicazione.

 Seguono i principali punti di debolezza del nostro paese in tema di lotta alla discriminazione razziale:

  • Mancanza di chiarezza nella legislazione specifica contro le discriminazioni
  • Garanzia che le leggi contro la discriminazione razziale vengano applicate anche ai non-cittadini 
  • Mancanza di dati statistici attendibili sulla composizione etnica dello Stato parte, dati essenziali per disaggregare indicatori socio-economici più dettagliati
  • Inottemperanza delle raccomandazioni n°17 del 1993 per la creazione di un istituzione nazionale in tema di diritti umani
  • Carenza d'indipendenza e di risorse finanziarie sufficienti per l’Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica (UNAR)
  • Attenzione non sufficiente sul tema dei discorsi d'odio e ai crimini d'odio
  • Richiamo alla gestione dei flussi migratori nel rispetto dei diritti umani, con particolare preoccupazione riguardo il sistema “hotspot” adottato dall'Italia, dove le persone permangono molto più a lungo del limite legale di 48 ore, con un numero di centri di accoglienza inadeguato, tanto quanto le loro condizioni. Molto preoccupanti anche le modalità di respingimento e di identificazione, l'inadeguata protezione dei minori non accompagnati, l'arbitrarietà e la non chiarezza delle procedure e delle divisioni di responsabilità, l'assistenza a persone in situazione di vulnerabilità come vittime di tratta, torture e violenza sessuale e di genere
  • Insufficienza della Strategia nazionale interministeriale d’inclusione dei Rom, Sinti, e Caminanti del 2012
  • Sfruttamento psicologico e finanziario dei lavoratori migranti, che non hanno accesso ad una protezione legale nonostante la nuova legge contro il caporalato approvata nel 2016 e neanche ad alcuni servizi sociali provvisti dalle autorità locali
  • Discriminazione dei discendenti di persone africane 
  • Inadeguatezza del sistema penale che vede le carceri italiane per quasi la metà popolate da non-cittadini con la segnalazione di pratiche di profiling razziale.

Il Comitato raccomanda inoltre la ratifica della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie e di dare efficacia alla Dichiarazione e del Piano d'Azione di Durban del CERD. Chiede, inoltre, di implementare di un piano di misure e politiche in vista del Decennio internazionale per le persone di discendenza africana proclamato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite e un maggior dialogo tra istituzioni e società civile.

Il prossimo rapporto sull’attuazione della Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale dovrà essere presentato al Comitato entro il 4 febbraio 2019.