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20/6/2005 (Archivio storico)

Riforma ONU: presentato il rapporto "American Interests and UN Reform"

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Si susseguono a ritmo sostenuto le pubblicazioni e gli studi sia di carattere governativo sia della società civile in tema di riforma delle Nazioni Unite. Lo scorso 15 giugno è stato presentato il rapporto “American Interests and UN Reform, preparato dalla Task force sulle Nazioni Unite, istituita dal Congresso statunitense nel dicembre 2004, con il compito di fornire ai membri dell’assemblea parlamentare un quadro delle principali questioni concernenti la riforma delle Nazioni Unite, individuando alcune proposte concrete. La Task-force, composta di dodici membri, è stata presieduta da Newt Gingrich e George Mitchell. Il lungo rapporto merita una attenta lettura.
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- Alcuni elementi essenziali paiono essere in primo luogo la questione dell’efficacia, della trasparenza e della responsabilità dell’Organizzazione, quindi una chiara attenzione alla riforma della Commissione dei diritti umani e alla istituzione di una Peace-building Commission. Il rapporto propone inoltre un rafforzamento del ruolo della agenzia internazionale per l’energia atomica, sostegno a tribunali penali regionali e a commissioni di riconciliazione (ma non ovviamente alla Corte penale internazionale), la conclusione di un trattato globale contro il terrorismo e una maggiore cooperazione tra le Nazioni Unite e la Banca Mondiale (organismo da breve tempo presieduto dal falco repubblicano Wolfowitz).

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Infine, particolare attenzione è rivolta al ruolo guida degli Stati Uniti nella prevenzione del genocidio e nella difesa dei diritti umani, con riferimento concreto al Darfur. Prevale nelle raccomandazioni della Task-force un approccio unilateralista alla soluzione dei problemi: le Nazioni Unite non rappresentano certo il riferimento primo in queste questioni.

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https://www.usip.org/un/report/index.html

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In questi stessi giorni si è discusso in Congresso un disegno di legge proposto dalla maggioranza repubblicana ma osteggiato dall’amministrazione Bush, che condurrebbe a una sostanziale riduzione del contributo statunitense alle Nazioni Unite (circa il 50%) nel caso in cui l’Organizzazione non adotti certe misure di riforma. Il testo del ‘United Nations Reform Act of 2005', fortemente critico soprattutto nei confronti dell’attività del Segretario generale, è stato approvato il 17 giugno con 221 voti a favore e 184 contrari, mostrando una netta divisione tra repubblicani e democratici.

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In una dichiarazione del sottosegretario di Stato Burns, si è inoltre appresa la posizione dell’amministrazione Bush in merito alla riforma della composizione del Consiglio di sicurezza. Il governo sosterrebbe l’istituzione di due seggi permanenti, uno per il Giappone e uno riservato a un Paese in via di sviluppo (l’India, secondo alcuni commentatori), nonché la creazioni di alcuni nuovi seggi non permanenti.

Aggiornato il

16/7/2009