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15/1/2009 (Archivio storico)
Foto di due bambini che giocano con delle taniche gialle a Gaza, nei Territori Occupati Palestinesi. Foto tratta dal rapporto della Croce Rossa "GAZA 1.5 million people trapped in despair".
© ICRC

Sulle azioni illegali israeliane a Gerusalemme Est occupata e nel resto del Territorio palestinese occupato: Decima Sessione Speciale di emergenza dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 15 gennaio 2009

Oggi l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si riunisce in Sessione Speciale riprendendo la decima Sessione Speciale di emergenza sulle azioni illegali israeliane a Gerusalemme Est occupata e nel resto del Territorio palestinese occupato.


La decima Sessione Speciale di emergenza ha avuto inizio il 5 maggio 1997 e ha portato negli ultimi 10 anni all'adozione di 17 risoluzioni da parte dell'Assemblea Generale su diversi aspetti della Questione palestinese, inclusi tra gli altri,  la costruzione illegale di nuovi insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati – A/RES/ES-10/2 (1997) e seguenti –  la situazione umanitaria nei Territori Palestinesi occupati e le conseguenze legali della costruzione del muro in Cisgiordania – A/RES/ES-10/15-17 (2004 e 2007).

L'ultima risoluzione adottata nell'ambito di tale sessione risale al 4 aprile 2007 (A/RES/ES-10/16).

Una Sessione Speciale di emergenza può essere convocata ai sensi della Risoluzione 377A(V) “Uniting for Peace” adottata dall'Assemblea Generale il 3 Novembre 1950 e può essere convocata nel giro di 24 ore.

La risoluzione dichiara che “se il Consiglio di Sicurezza per assenza di unanimità tra i Membri permanenti non riesce ad esercitare la propria responsabilità primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, in qualsivoglia situazione in cui sembra esistere una minaccia alla pace, una violazione della pace oppure un atto di aggressione, l'Assemblea Generale dovrà prendere immediatamente in considerazione la questione con lo scopo di fare raccomandazioni appropriate ai membri per l'adozione di misure collettive, tra cui, nel caso di violazioni della pace o atti di aggressione, l'uso di forze armate se necessario, per mantenere o restaurare la pace e la sicurezza internazionali. Se non è al momento in sessione, l'Assemblea Generale può riunirsi in Sessioni Speciali di emergenza nel giro di ventiquattro ore dalla richiesta.
Tale Sessione Speciale di emergenza dovrà essere convocata su richiesta del Consiglio di Sicurezza con il voto di sette qualsiasi dei suoi Membri oppure da una maggioranza dei Membri delle Nazioni Unite”.

Il 9 gennaio, il Presidente dell'Assemblea Generale, Miguel d'Escoto Brockmann, commentando la Risoluzione 1860 adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il giorno precedente, pur sottolineando l'importante passo intrapreso da tale documento, ha dichiarato che l'azione del Consiglio non è stata né pronta né efficace, come richiesto dall'articolo 24 della Carta delle Nazioni Unite. Piuttosto che reagire ai preavvisi di una nuova probabile aggressione verso Gaza, il Consiglio ha tergiversato mentre Gaza bruciava. Questa è la ragione per cui il Presidente ha risposto positivamente alla richiesta degli Stati membri di convocare una riunione dell'Assemblea Generale.

Il Presidente è consapevole che la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza non esclude l'obbligo continuo delle Nazioni Unite nel suo insieme, Assemblea Generale compresa, nei confronti della popolazione di Gaza. Continuerà quindi i suoi sforzi per far fronte a questi doveri.