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28/4/2008 (Archivio storico)

The sad smoky mountains & skyscrapers.
Un’azione civile e un’opera d’arte per tutti i diritti umani per tutti, in occasione delle Olimpiadi a Pechino

 

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Una rete di persone e gruppi in Italia, in Europa e nel mondo saliranno le montagne e i punti più alti delle città per “accendere il cuore infranto delle montagne e degli uomini con il colore della vergogna-tristezza-indignazione e offrire alimento per chi resiste”.

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L’iniziativa nasce da un’idea di Alberto Peruffo, subito condivisa da un gruppo di artisti e alpinisti veneti raccolti nell’esperienza della Fattoria Artistica ‘Artersass’ di Montecchio Maggiore (VI), sotto la direzione artistica dello stesso Peruffo.

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Si tratta di un’azione civile e di un’opera d’arte, realizzate per esprimere un dissenso contro i soprusi e le ipocrisie del nostro tempo, mentre sta per accendersi una fiamma olimpica che al posto di garantire gli alti principi a cui essa si ispira, riflette tragicamente le grandi contraddizioni della nostra epoca, diventata un mercato dove tutto si vende, perfino il destino dell’uomo e dell’ambiente.

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L’opera vuole lanciare un segnale di allarme agli uomini di buona volontà, un segnale di sostegno alle persone che combattono quotidianamente per i diritti umani e dell’inalienabile suo ambiente, un segno di solidarietà a leader coraggiosi quali il Dalai Lama.

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L’idea prevede la nascita e la contaminazione spontanea di una rete di reti che si sviluppa in senso diffuso, senza confini e applicabile ovunque che, ad un giorno stabilito, accenderà in contemporanea sulle cime delle montagne e sui punti più alti delle città dei fumogeni rossi.

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Il sito internet https://www.sadsmokymountains.net/ funzionerà come centro di coordinamento e di raccolta dati. Nel sito sono disponibili i comunicati, l’invito all’opera, i dettagli di realizzazione  nonché gli aggiornamenti in tempo reale con l’elenco delle adesioni provenienti da tutto il mondo.

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Chiunque, singolarmente e in gruppo, è invitato ad essere autore e co-autore dell’opera.

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La prima accensione è prevista per il 10/11 maggio o nella settimana successiva, a seconda delle condizioni meteo locali e degli eventi sull'Everest, montagna dove nasce e da cui parte simbolicamente il segnale di origine 

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La seconda accensione avverrà alle ore 13.00 della mattina dell’8 agosto 2008, giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, su tutte le cime di montagne, colline o rilievi importanti dal punto di vista panoramico, compreso costruzioni artificiali, come grattacieli et similia.

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Sintesi narrativa dell’opera
L’uomo ha perso il controllo su se stesso e su ciò che lui chiama natura. I governanti del mondo alimentano la fiaccola olimpica dell’ipocrisia. Uno stuolo incontrollabile di uomini e montagne accendono menti e cuori per tracciare in cielo una rete di segnali visibili in lontananza, una rete ingovernabile di indignazione, tristezza e ribellione contro la quotidiana violazione dei diritti fondamentali. Ciò che resta dell’uomo che non ha rispetto per l’altro da sé, sia esso un suo simile o una natura piegata senza rimedio, è fumo. Evanescenza colore del sangue versato, vergogna per chi ha sempre taciuto. Alimento per chi vuole resistere.

Prima accensione
Alle ore 13.00 l.t.(local time), una mattina di cielo limpido e poco ventoso della prima decina di maggio 2008 (periodo previsto del passaggio della fiaccola olimpica sul Monte Everest) sulle montagne simbolo dell’alpinismo, specie nelle Alpi, quali Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino, Monviso, etc. (non ci sono limiti, né geografici né di altitudine, ma si cercherà di concentrare le forze sulle cime più importanti, alpine e, se lo si vorrà, extra-alpine, non disdegnando tuttavia chi sceglie cime minori).

Seconda accensione
Come sopra, esteso alle città, in ogni dove. Alle ore 13.00 l.t., la mattina dell’8 agosto 2008, giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, su tutte le cime di montagne, colline o rilievi importanti dal punto di vista panoramico, compreso costruzioni artificiali, come grattacieli et similia.

Modalità esecuzione opera
Diversamente dalla rete di reti che si riunisce in un solo punto applicata all’opera
The Wandering Cemetery, The Sad Smoky Mountains prevede una rete di reti che si sviluppa in senso diffuso e non controllabile (quasi a contrastare ciò che si vuole combattere), una rete senza confini e applicabile ovunque. La modalità di esecuzione punto per punto della rete è estremamente semplice e si realizza con mezzi economici. Prevede, a parte lo zaino e tutta l’attrezzatura necessaria per salire ciò che si vuole salire e riportare a valle ciò che si è inevitabilmente consumato, i seguenti 4 elementi fondamentali:

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1 buon paio di gambe :-[ applicate ad una testa pensante ]-: per chi salirà le montagne :-[ meglio agire in compagnia, con un gruppo di amici, sia per l’effetto d’insieme dell’accensione sia per la sicurezza delle cordate ]-:

1 set di fumogeni SMOKE 2 o SMOKE 3 di colore rosso reperibile in qualsiasi punto vendita dedito al mare, o armerie, cartolerie, ferramenta, etc. Il costo varia da 1,5 a 10 euro al fumogeno. Si consiglia di acquistarne almeno un paio a persona (una cinquina nel caso si trovasse il fumogeno di tipo più piccolo, SMOKE 1 o altri a miccia, i quali vanno accesi tutti insieme per creare un effetto consistente) e si fa obbligo di riportare a valle gli involucri che racchiudono la miscela naturale di nitrato di potassio e zucchero (miscela con cui si costruiscono i fumogeni).

1 apparecchio fotografico o una telecamera digitale per documentare l’accensione/ascensione.

1 orologio sincronizzato con l’ora legale (local time).

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Per la prima accensione, al giorno stabilito da un centro di elaborazioni dati – riassumibile in una regia strettamente a contatto con un centro meteorologico e l’evoluzione degli eventi in Tibet, lungo la Cresta Nord dell’Everest – si accenderanno sulle cime delle montagne, in contemporanea (se possibile, ma non necessariamente), i fumogeni, cercando di catturare le immagini non solo della propria accensione, ma anche di quelle visibili in lontananza.

Per la seconda accensione, a prescindere dalle condizioni atmosferiche, si procederà come sopra nel giorno ufficiale dell’inaugurazione olimpica.

Come centro di raccolta dati, nonché delle coperture montane e cittadine, sarà a disposizione il sito
www.sadsmokymountains.net con referenti di zona. Le accensioni saranno coordinate per aree geografiche e relativi local time (l.t.)

Scopo dichiarato dell’opera
- In un’epoca di crescenti soprusi e insostenibili ipocrisie, come quelle emerse dalle incombenti Olimpiadi di Pechino, dove si violano i diritti fondamentali del popolo tibetano o si irretisce la più alta montagna della Terra soggiogandola alle esigenze del gioco commerciale, olimpico, divenuto gioco perverso, simbolo non più di libertà e finitezza, ma di onnipotenza e autocompiacimento, di ciò che si può creare all’interno di un circuito costruito per il piacere e la gloria dell’uomo, spesso violando i limiti stessi della natura umana o manipolando le condizioni naturali in cui agiamo, costruendoci false libertà;
- in un epoca di grande fumo negli occhi dei governanti del mondo e di chi li ha voluti al potere;
- nei giorni dell’imminente celebrazione olimpica
si vuole lanciare un segnale di allarme agli uomini di buona volontà, un segnale di sostegno alle persone che combattono quotidianamente per i diritti fondamentali dell’uomo e dell’inalienabile suo ambiente, un segno di solidarietà a leader coraggiosi quali il Dalai Lama la cui dirittura e lungimiranza dovrebbero essere guida ed esempio per contrastare la devastante oscurità creata dalla negligenza morale di decine, centinaia di politici, uomini di potere e intellettuali senza dignità e senza scrupolo che credono, o pretendono, di essere padroni invincibili del nostro destino, il loro ultimo prodotto mercificabile.



Invito all’opera

Gentili amici,

cosa vi si chiede di fare può sembrare ancora una volta folle o di troppa effimera natura per avere effetti artistici e civili determinanti per lo scopo che noi tutti, autori e co-autori, ci prefiggiamo di raggiungere: lasciare un segno rosso nel cielo per esprimere il nostro dissenso contro i soprusi e le ipocrisie del nostro tempo. Un segno simbolicamente eruttato dalla Terra, dalle montagne, dalle nostre coscienze nel momento in cui si sta per accendere una fiamma olimpica che al posto di garantire gli alti principi a cui essa si ispira, riflette tragicamente le grandi contraddizioni della nostra epoca, diventata un mercato dove tutto si vende, perfino il destino dell’uomo e dell’ambiente in cui esso oramai miseramente vive. Sembra quasi che la fiamma olimpica che passerà sulla Cima dell’Everest sia destinata ad essere convogliata dentro le viscere della Terra, metabolizzata, rifiutata e rigurgitata sotto diversa forma sulle altre montagne del mondo (siano esse reali o artificiali, picchi rocciosi o coscienze assopite) per tingere il cielo con il colore del sangue, della vergogna, della tristezza e in ultima analisi, della ribellione, il nostro individuale atto di dissenso che nessuno può controllare perché è singolo e inafferrabile. Se i governi, le commissioni, le squadre, gli atleti tacciono di fronte agli inaccettabili fatti di questi giorni in Tibet, per non parlare di quelli occultati in altre parti del mondo, “Occidente civile” compreso, lo facciano pure; noi non ci abbasseremo alle compiacenze della politica e dell’economia, parleremo con un semplice gesto visibile in lontananza e che ognuno di noi può fare senza troppa fatica e senza essere in alcun modo toccato perché nessun danno e nessuna violenza useremo contro alcuno. La nostra unica arma sarà l’arte, la creatività libera e documentabile, una rete di reti che si passerà informazioni, immagini, documenti per costruire un’opera d’arte il cui scopo civile è superiore ad ogni altro scopo, una scultura sociale fatta sul paesaggio per rimarcare l’indissolubile alleanza tra l’uomo e l’ambiente, tra l’uomo e l’altro da sé, sia esso paesaggio animale-vegetale-minerale o un suo simile, un se stesso riflesso sull’altro e la cui violazione proclama la morte di entrambi.

Cari amici, vi aspetto tutti sulle cime delle montagne, accendiamo il coraggio e l’indignazione che c’è in noi!

Namasté.

Tashi delek.

Assalamu-alaikum.

La pace sia con voi.

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>> Alberto Peruffo, Montecchio Maggiore, Vicenza, Italy

Aggiornato il

16/7/2009