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5/9/2018
Foto a mezzo busto di Zeid Ra’ad Al Hussein
© OHCHR

"This is what true leaders look like”, messaggio di commiato dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Zeid Ra'ad al-Hussein

Il 31 agosto 2018 è terminato il mandato di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani di Zeid Ra'ad al-Hussein che, dopo quattro anni, ha lasciato la carica al suo successore Michelle Bachelet.

Zeid si è congedato lasciando alla comunità internazionale e alla società civile un’ultima riflessione, un messaggio di coraggio e di sfida, e una brama di leadership del giusto”.

Nel messaggio di commiato l’Alto Commissario ricorda come avesse ragione Winston Churchill quando affermava che tra tutte le qualità umane il coraggio è quella più apprezzata, perché garantisce tutte le altre. Il coraggio morale è il compagno delle grandi leadership. Nessun politico potrebbe mai essere considerato eccezionale senza aver coraggio da vendere. E storicamente non ci sarebbe stato alcun progresso sociale se non fosse stato per la presenza di precisi esseri umani che dissentivano e rompevano i sospetti e le paure ispirate dalle masse.
Il coraggio è auto-sacrificante, non violento, moderato e basato su principi universali nonché immensamente potente. Si pensi a Mahatma Gandhi o Martin Luther King Jr. Sfortunatamente il coraggio è anche raro e pericoloso: sia Gandhi che Martin Luther King furono assassinati.

Zeid invita a guardare i politici di oggi. Anzitutto, coloro i quali attirano così tanto l’attenzione dei media: i Trump, gli Orban, i Salvini. Desiderosi di essere considerati i leader virili dei loro rispettivi paesi; entusiasti di ingigantire la loro immagine a discapito di migranti e rifugiati, i più vulnerabili della società. “Se c’è coraggio in questo, afferma Zeid, non riesco a vederlo. I leader autoritari o i leader eletti inclini all’autoritarismo sono dei prepotenti, imbroglioni, vili egoisti.”

“Se sono sempre più numerosi, continua Zeid, è perché (con delle eccezioni) molti altri politici sono mediocri. Anch'essi sono concentrati sulla propria immagine, sulle vanità associate all’etichetta e sulla rielezione. Troppo impegnati con se stessi, o troppo impauriti per scendere in campo contro i demagoghi e gli altri, sembrano rifugiarsi nella sicurezza del silenzio e delle carte rimescolate. Solo quando lasciano la carica pubblica alcuni fanno sentire la loro voce, scoprendo il loro coraggio piuttosto tardivamente. Molti vanno e vengono; nessuno se ne accorge veramente”.

Di conseguenza, sostiene Zeid, troppi vertici e conferenze tra Stati sono degli affari tortuosi che mancano di profondità ma sono pieni di tecnicismi e di noiosi clichés privi di senso. Ciò che manca è una sincera volontà di lavorare insieme, sebbene tutti continueranno a dire, sotto i riflettori e davanti la macchina da presa, che sono completamente impegnati a farlo. I sistemi che consentono agli stati di agire collettivamente agli alti livelli per ricercare soluzioni si stanno disintegrando. Ci sono segnali dovunque intendiamo guardare.

In molti hanno perso la fiducia nel diritto internazionale e nell'architettura della sicurezza.
E quando esistono molteplici fratture dovute a tensioni - il risultato di decenni di leadership mediocre - basta solo una miccia. Per ricomporre quelle fratture dobbiamo pensare in modo diverso, dobbiamo pensare di più ai diritti umani e farlo con una certa urgenza.
Una frattura all’interno della società è spesso una scorciatoia per la sofferenza umana o per l'esistenza di rancore. Prima che i conflitti abbiano inizio, la sofferenza deriva da tre tipi di violazioni dei diritti umani. Il primo tipo di violazione è la negazione delle libertà fondamentali, come l'opinione, l'espressione e l'assemblea pacifica, andando a creare una situazione in cui la vita e la paura dello stato diventano inseparabili. Il secondo tipo di violazione è la privazione dei servizi di base, come le tutele legali e sociali o i diritti all'istruzione e all'assistenza sanitaria, che spesso confermano solo il dominio delle élites politiche sugli altri. E in terzo luogo, ad alimentare i primi due, la discriminazione, strutturale e profonda, sostenuta da razzismo, sciovinismo e bigottismo.
La sofferenza inflitta dalla leadership egoista e debole lungo questi tre assi è immensa e mondiale.

Allarmante, ma evidente a chiunque lavori nel campo dei diritti umani, è il numero colossale di persone ancora vittime di discriminazioni, privazioni e paure, private dei servizi e delle tutele dello stato perché considerate meno meritevoli, per motivi di religione, razza, etnia, colore, genere, orientamento sessuale e così via. La stragrande maggioranza di questo gruppo è, non sorprendentemente, disperatamente povero.

Continua Zeid: “E quella sofferenza, che ho visto in prima persona o che mi è stata trasmessa vividamente dalle vittime, riflette una inadempienza su larga scala del dovere di servire da parte di coloro che esercitano la sovranità a nome del loro popolo. In tutto il mondo, sia nell'emisfero settentrionale che in quello meridionale, ci sono politici che sono troppo egoisti o troppo maligni per prendersi cura e proteggere i più vulnerabili. Non sono solo vili ma profondamente incoscienti, perché nel produrre queste fratture da tensione, mettono a rischio non solo il loro futuro, ma anche quello di tutti gli altri.
Se non cambiamo rotta in fretta, incapperemo inevitabilmente in un incidente che farà cadere il primo tassello del domino innescando una sequenza di eventi inarrestabili che segneranno la fine del nostro tempo su questo piccolo pianeta”.

L’Alto Commissario ripone la propria speranza in un gruppo di persone non molto conosciute a livello internazionale, ma ben familiari a coloro che fanno parte della comunità dei diritti umani. "A differenza degli auto-promotori – gli eletti xenofobi e ciarlatani - queste persone hanno coraggio. Non hanno alcun potere statale dietro al quale nascondersi: al contrario, avanzano. Sono i leader delle comunità e dei movimenti sociali, grandi e piccoli, che sono disposti a rinunciare a tutto, comprese le loro vite, in difesa dei diritti umani. Il loro valore è puro; è disinteressato. Non esiste discrezione o debolezza. Rappresentano il meglio di noi.
Ecco come sono i veri leader".