A A+ A++
20/2/2009 (Archivio storico)

Università di Padova: gli studenti di Scienze Politiche propongono una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza per l’invio di una forza d'interposizione internazionale di human security nella Striscia di Gaza

Un gruppo di dodici studentesse e studenti del Corso di laurea magistrale in Istituzioni e Politiche dei Diritti Umani e della Pace dell'Università di Padova ha partecipato, nel quadro delle attività del corso di “Organizzazione internazionale dei diritti umani e della pace”, ad un'esercitazione finalizzata ad applicare le conoscenze specifiche acquisite durante lo svolgimento del corso ai più recenti e drammatici sviluppi avvenuti nel contesto del conflitto israelo-palestinese.

Il Prof. Antonio Papisca e il Prof. Marco Mascia, titolari dell'insegnamento, hanno invitato gli studenti a redarre una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite concretamente applicabile alla situazione attuale, caratterizzata da una presa di posizione decisa dell'ONU per giungere ad una soluzione giusta e sostenibile del conflitto in corso secondo un approccio di sicurezza umana. 

Durante l'intensa e partecipata fase di negoziazione che ha contraddistinto i primi incontri tra gli studenti presso il Centro diritti umani dell'Università di Padova, sono stati discussi i punti cruciali che hanno poi caratterizzato il risultato finale dell'esercitazione: la redazione della Risoluzione 1867, che istituisce UNIHSF, una forza internazionale di interposizione composta da personale militare, civile e volontario da dispiegarsi all'interno del territorio della Striscia di Gaza.

Gli obiettivi principali conseguiti dalla Risoluzione 1867, che gli studenti hanno redatto direttamente in lingua inglese, sono:

  • garantire un cessate il fuoco permanente;
  • allentare la morsa israeliana sulla Striscia di Gaza consentendo l'apertura permanente dei valichi ed impedendo ulteriori bombardamenti da parte dell'Aviazione Israeliana (IAF);
  • garantire ad Israele un controllo rigoroso del traffico d'armi e di altre eventuali azioni illegali all'interno della Striscia di Gaza, in particolare al confine con l'Egitto e garantire il controllo dei passaggi di persone e merci;
  • porre le condizioni per una ricostruzione delle infrastrutture a Gaza e per una riconciliazione tra le varie fazioni del popolo palestinese;
  • sostenere gli sforzi di altri organismi delle Nazioni Unite e della società civile locale e internazionale che si sono parallelamente impegnati sulla questione;
  • riprendere in modo sostenibile il processo di pace tra israeliani e palestinesi sulla base comune di tutte quelle iniziative genuinamente indirizzate ad una soluzione giusta, permanente e sostenibile del conflitto israelo-palestinese.

Questi obiettivi devono essere raggiunti, secondo il dispositivo della Risoluzione, attraverso l'invio di una forza d'interposizione internazionale di human security nella Striscia di Gaza (UNIHSF – United Nation International Human Security Force in Gaza), sotto autorità del Consiglio di Sicurezza, composta da 9000 unità, uomini e donne, divisi tra personale militare, civile e volontario.

Il mandato di UNIHSF si concentrerà su diversi aspetti tra cui:

  • proteggere la missione di esperti indipendenti decisa precedentemente dal Consiglio diritti umani per valutare gli effetti sulle condizioni di vita e sul godimento dei diritti umani fondamentali causato da Operazione Piombo fuso;
  • monitorare la fine delle ostilità e pattugliare il confine marino di Gaza;
  • controllare il traffico di armi, in particolare attraverso il controllo dei tunnel sotterranei;
  • garantire l'accesso agli aiuti umanitari per la popolazione palestinese;
  • sostenere le Istituzioni palestinesi per riaffermare la loro autorità sul territorio,
  • proteggere il personale internazionale coinvolto ed assicurarne la libertà di movimento.

Per quanto riguarda il controllo dei valichi, la Risoluzione invita l'Unione Europea a ripristinare la pre-esistente missione di monitoraggio denominata EUBAM presso il valico di Rafah e di estenderla a tutti gli altri punti di passaggio tra la Striscia ed Israele. Il mandato di EUBAM si concentra in particolare nel monitoraggio dei confini e sull'attività di formazione e addestramento della polizia di frontiera palestinese.

Per garantire il successo della missione e per evitare sovrapposizioni di mandati tra la missione di polizia dell'Unione Europea (EUBAM) e la forza d'interposizione delle Nazioni Unite (UNIHSF) la Risoluzione 1867  istituisce un Comitato di Congiungimento (Liaison Comittee) a cui parteciperanno, oltre ai responsabili delle due missioni internazionali, anche i rappresentanti delle forze di sicurezza palestinesi.

Infine, per consentire un punto di riferimento per la popolazione palestinese ed un controllo super partes delle attività svolte, la missione sarà affiancata dall'istituzione di un difensore civico (mission ombudsman).

Aggiornato il

16/7/2009