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5Ws for Human Rights - Terza puntata: When, quando sono nati i diritti umani? 20 marzo 2012

La terza puntata di 5Ws for Human Rights ripercorre le tappe cruciali del percorso che, partendo dal Medioevo, ha portato al riconoscimento internazionale dei diritti umani. Nell'intervista il prof. Antonio Papisca, Cattedra Unesco Diritti umani, democrazia e pace dell'Università di Padova, ci racconta le importanti conquiste del '900

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01 - 5Ws for Human Rights - Terza puntata: When, quando sono nati i diritti umani? - 18.50 MB / Durata: 20' 12''
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Sigla di apertura

Claudia: Ciao a tutti, bentornati a 5 Ws for human rights il vostro appuntamento settimanale per conoscere e approfondire i diritti umani. Trasmettiamo da RadioBue.it. in collaborazione con l'Archivio pace diritti umani. Io sono Claudia e qui con me in studio ci sono anche Federica, Stefano, Letizia e Luca in regia.

Letizia: In questa puntata parleremo di quando sono nati i diritti umani.

Claudia: Cominciamo dalle parole introduttive del professor Antonio Papisca nel Dossier Abc diritti umani che potete trovare sul sito unipd-centrodirittiumani.it, ascoltiamole insieme.

Letizia: "Quella dei diritti umani è una lunga strada, un percorso di liberazione e promozione umana fatto di illuminazioni del pensiero, dibattiti filosofici, lotte politiche, repressioni sanguinose...

Federica: "...contraddizioni, carcere, ipocrisie, testimonianze, norme giuridiche".

Stefano: Di tutto questo parleremo durante la puntata, ma prima vi ricordo la pagina facebook Archivio pace diritti umani dove potete rispondere alla domanda di questa settimana.

Claudia: Addentriamoci nel tema di oggi per capire quando i diritti umani hanno iniziato a far parlare di loro.

Jingle – When / Quando

Stefano: Guardate, vi dico la verità: su date ed eventi sono proprio a zero.

Federica: E noi iniziamo da zero.

Stefano: Ora non dirmi che tutto ebbe inizio quando l'uomo di Neanderthal vide rotolare una pietra e iniziò a lavorare alla costruzione della ruota.

Federica: No, dai non la prendo così larga, ma per arrivare al riconoscimento dei diritti umani, il percorso è stato veramente lungo.

Stefano: E allora da dove iniziamo?

Federica: Dal 1215.

Stefano: E cosa ha a che fare il Basso medioevo con i diritti umani?

Federica: Pensa che per la prima volta un re, Giovanni Senzaterra, si vede costretto, dopo una rivolta dei suoi baroni, a concedere la "Magna Charta Libertatum" che limita in parte i privilegi del re, riconoscendo che anche lui è soggetto alla legge.

Claudia: Infatti è proprio il periodo in cui i poteri universali del Papa e del Sacro Romano Impero iniziano a decadere e lasciano spazio alla nascita delle monarchie nazionali.

Letizia: Con la Magna Charta si iniziano a mettere in discussione i rapporti di forza interni alla società e il potere assoluto del sovrano che riconosce dei diritti, anche se solo ai nobili.

Stefano: Beh, di fatto parliamo di un privilegio, ma considerando che stiamo parlando di secoli fa, proprio un altro mondo, possiamo dire che è un bell'inizio.

Federica: Lo è perché innesca un processo che dura per secoli, fino ai nostri giorni.

Claudia: Facciamo un salto, passiamo direttamente al 1600.

Stefano: Il periodo dell'illuminismo, epoca in cui filosofi e scienziati aprono le menti, mettendo in discussione tutto ciò che fino ad allora era dogma.

Letizia: Si riflette sul ruolo dell'uomo, che torna ad essere centrale nelle arti e nelle scienze.

Federica: Nel 1689 è grazie al costituzionalismo inglese che viene emanato dal Parlamento il "Bill of Rights" in cui si afferma il principio della supremazia della sovranità popolare sul potere dell'autorità reale...

Claudia: ...che in pratica, significa riconoscere il ruolo del Parlamento rispetto al re e il diritto di voto.

Stefano: Ora rilassiamo le menti e ascoltiamo Jovanotti con "La vita vale"!

Letizia: E' una critica al sistema economico mondiale che viola quotidianamente i diritti umani, ma allo stesso tempo un richiamo alla gente per unirsi e fare qualcosa insieme.

Brano musicale: Jovanotti "La vita vale"

Letizia: Torniamo al nostro viaggio nel tempo. Facciamo un salto di altri 100 anni e arriviamo a uno dei momenti più noti: la Rivoluzione francese.

Stefano: Il 1789.

Federica: Quando arrivano la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, la Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America e la loro Carta costituzionale.

Letizia: Questi documenti cambiano il panorama sancendo il legame tra principi democratici e diritti fondamentali.

Claudia: In Francia, Olympe de Gouges aveva tentato di promuovere anche la dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina il primo documento che invocava l'uguaglianza tra donne e uomini.

Stefano: Purtroppo non ha avuto successo ed è stata ghigliottinata proprio da chi si faceva promotore dell'uguaglianza. Per i diritti delle donne bisognerà aspettare la seconda metà del Novecento.

Federica: Infatti, è dopo le due guerre mondiali e con la nascita delle Nazioni Unite che si comincia a dare forma e sostanza ai diritti umani e si arriva al loro riconoscimento giuridico internazionale.

Letizia: Affidiamo a Antonio Papisca, professore emerito dell'università di Padova e Cattedra Unesco Diritti umani, democrazia e pace il compito di raccontarci cosa succede nel Novecento che rappresenta il momento più importante nella storia dei diritti umani.

Jingle – Intervista

Intervista a Antonio Papisca

Claudia: Qual era il contesto in cui la Dichiarazione Universale dei diritti umani è stata adottata? E che cosa ha significato a livello internazionale?

Antonio Papisca: E' un secolo pieno di contraddizioni, molto vivace, dove si celebrano grandi fasti al negativo, ma anche l'inizio di nuovi fasti tutti al positivo. Ad esempio, al negativo è del culmine del colonialismo, il culmine dell'apartheid, lo stalinismo, il nazismo, il fascismo, i gulag e i campi di concentramento. Tutto il peggio dei secoli precedenti viene a galla, esplode, si esprime nelle forme più efferate e disumane. A metà dello scorso secolo spunta il diritto internazionale dei diritti umani, quindi un evento che rompe, come un incantesimo malefico, e allora abbiamo la sorpresa (chiamiamola così) della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione internazionale dei diritti umani, 1945 e 1948. Ha inizio una nuova era nella storia, non soltanto del diritto ma proprio nella storia plenaria dell'umanità, cioè incomincia un diritto universale, buono e giusto, che pone al centro la persona umana, anzi tutti membri della famiglia umana sulla base del princio dell'eguaglianza. E' la bussola, pronta per il mondo che si rivelerà poi negli anni successivi al 1945, 1948 sempre più interdipendente e globalizzato.

Claudia: Cosa cambia la Dichiarazione universale nella vita delle persone?

Antonio Papisca: Intanto può dare questa sicurezza, cioè non siamo nel vuoto, non c'è il baratro davanti a noi. C'è una guida, io la chiamo "bussola". Servono non soltanto per darci un pò di sicurezza, soprattutto di speranza nel futuro, è una bussola che, innanzitutto, ha il carattere della obbligatorietà giuridica per i governanti. Bisogna che i diritti umani entrino nella mente e nel cuore delle persone e allora ci vuole informazione e ci vuole educazione e formazione in ambito scolastico ed extra-scolastico. Insegnamento e educazione sono indicate dalla Dichiarazione universale come la via principale primaria per l'affermazione dei diritti umani. Occorre che nel contesto educativo formativo si stimoli l'impegno nel sociale e nel politico. 

Claudia: Come vede il futuro dei diritti umani?

Antonio Papisca: Se dovessi dire ora qual è l'accentuazione per i prossimi mesi, anni, darei un accento particolare sull'etica per l'economia. Il diritto internazionale dei diritti umani è sempre più esplicito nel pretendere che certe scienze esatte, fisiche, biologiche, ecc., rispettino i diritti umani.

Claudia: Quali eventi del passato recente metterebbe in evidenza?

Antonio Papisca: Negli ultimi decenni, io direi molto molto importante quello che è avvenuto dentro l'Europa con l'abbattimento del muro e con la caduta dei regimi autoritari dell'Est europeo. Ci sono anche delle testimonianze bellissime, pensate alla Primavera di Praga del 1968 nella quale ci fu il sacrificio di Jan Palach. Altri eventi importanti: la cancellazione dell'apartheid in Sudafrica. E' uno degli episodi della storia dell'Onu positivo che ha avuto successo. E i più recenti fatti, accaduti in Tunisia e in Egitto, la Primavera araba, di cui i protagonisti sono i giovani. Ci sono classi governanti che non mollano, non cedono, cercano di riciclarsi, però i giovani hanno dato dei segnali molto significativi, all'insegna di libertà, dignità umana e diritti umani. Poi, eventi che sono molto significativi dal punto di vista simbolico che spronano ad evere speranze il Premio Nobel dell'ultimo anno, conferito a tre donne.                

In studio

Letizia: Le tre donne che hanno ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2011 per la loro battaglia nonviolenta a favore della sicurezza delle donne e del loro diritto alla piena partecipazione nella costruzione della pace, sono...

Stefano: Ellen Johnson Sirleaf, l'attuale presidente della Liberia. È la prima donna nera nel mondo presidente di uno stato e anche la prima donna eletta capo di stato in Africa.

Federica: Leymah Gbowee, una pacifista liberiana organizzatrice del movimento che ha portato alla fine della guerra civile in Liberia nel 2003.

Claudia: E Tawakkul Karman, un'attivista yemenita che ha fondato l'associazione "Giornaliste senza catene", e che ha avuto ruolo attivo molto importante nelle proteste del 2011 in Yemen.

Claudia: Il tempo è volato ed è già arrivato il momento della rubrica Oggi sul divano!

Jingle – Oggi sul divano

Letizia: Finalmente sul divano – l'angolo comodo dei suggerimenti! Il libro che consiglio oggi si intitola Casa di bambola, il breve testo teatrale scritto da Ibsen nel 1879.

Stefano: E' una critica ai tradizionali ruoli dell'uomo e della donna nel matrimonio in epoca vittoriana, parla di una relazione di coppia con un finale che all'epoca sollevò molte critiche e scandali.

Letizia: Vi consigliamo anche due film che raccontano di lotte moderne per i diritti umani.

Federica: Sean Penn è lo straordinario protagonista di Milk, un attivista impegnato nella lotta per i diritti degli omosessuali. Il film è di Gus Van Sant, uscito nel 2008.

Claudia: Sui diritti delle donne lavoratrici, è interessante vedere il recente film We want sex, di Nigel Cole, ambientato nell'Inghilterra industriale di fine anni Sessanta.

Letizia: Dal mondo di internet vi segnaliamo il sito Valori.it.

Stefano: E' una testata promossa da Banca Etica specializzata nei temi dell'economia sociale, della finanza etica e della sostenibilità. Valori vuole essere un laboratorio culturale per un modello economico e sociale rispettoso dell'ambiente e dei diritti delle persone e dei popoli.

Federica: Spostiamoci nella nostra piazza virtuale.

Jingle – Dite sulla tastiera

Letizia: Oggi vi chiediamo quale è stato il "momento" più decisivo e affascinante nella storia per i diritti umani.

Stefano: Secondo me, la diffusione della stampa ha contribuito all'ampliamento delle conoscenze e del sapere, rendendo le persone sempre più consapevoli dei propri diritti o semplicemente di ciò che succedeva nel mondo.

Federica: E come le altre puntate troverete le nostre risposte sulla pagina Facebook Archivio pace diritti umani, rispondete anche voi!

Claudia: Vi anticipiamo che la prossima puntata è dedicata al Where.

Federica: Parleremo di quei luoghi che hanno a che fare con la protezione dei diritti umani.

Letizia: Tutte le puntate le potete riascoltare in podcast sul sito di RadioBue.it.

Stefano: Prima dei saluti vi ricordiamo che questa puntata la potete riascoltare in podcast su Radiobue.it e in replica su Radio cooperativa sui 92.7 fm.

Federica: Ringraziamo Yuri Argentino, che ha curato la parte musicale.

Sigla di chiusura


Aggiornato il

20/3/2012