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Alcuni giudici della Corte Europea per i Diritti Umani in seduta
© ©Council of Europe /Alban Bodineau

Corte europea dei diritti umani

Autore: Pietro de Perini, MA in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace, Università di Padova / Ph.D Candidate, City University, London

La Corte europea dei diritti umani (CtEDU) è stata originariamente istituita assieme alla Commissione europea dei diritti umani ai sensi dell'art. 19 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (CEDU, 1950), allo scopo di assicurare il rispetto degli impegni derivanti alle Parti contraenti dalla Convenzione. Si tratta della prima Corte internazionale creata specificatamente per la protezione dei diritti umani in una determinata regione del mondo. La sua prima sessione è avvenuta nel febbraio del 1959. Dal 1998 con l’entrata in vigore del Protocollo addizionale I alla CEDU, la struttura e il funzionamento del meccanismo di protezione dei diritti umani istituito con la Convenzione è stato riformato, attraverso la fusione della Commissione e della Corte in un'unica Corte permanente. Ulteriori emendamenti alla struttura e al funzionamento della nuova Corte sono stati introdotti con il Protocollo XIV alla CEDU, entrato in vigore l'1 giugno 2010.

La Corte è composta da un giudice per ciascuno Stato parte della CEDU. Questi sono eletti dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa e siedono a titolo individuale non rappresentando, quindi, il Paese in rispetto al quale sono stati eletti; restano in carica per un periodo di nove anni e non sono rieleggibili.

I giudici della Corte sono eletti dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. L'attuale presidente è Dean Spielmann (Lussemburgo). Per quanto riguarda l'Italia, il giudice che attualmente siede alla CtEDU è Guido Raimondi (eletto nel 2010). Gli altri giudici italiani che hanno precedentemente svolto in questo ruolo sono, in ordine cronologico, Giorgio Belladore Pallieri (1959-1980), Carlo Russo (1981-1998), Benedetto Conforti (1998-2001) e Vladimiro Zagrebelsky (2001-2010).

Per ogni caso ad essa sottoposto la Corte può procedere in composizione di giudice unico, in comitati di tre giudici, in camere di sette giudici e in una grand chamber di 17 giudici. La CtEDU ha competenza per tutte le controversie riguardanti l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli che le siano sottoposte attraverso ricorsi inter-statali (art. 33) e da parte di individui, ONG e gruppi che sostengono di essere vittima di una violazione, da parte di uno degli Stati contraenti, dei diritti riconosciuti nella Convenzione o nei suoi Protocolli (art. 34). Una volta divenute definitive, le sentenze della Corte sono motivate e rese pubbliche. Esse hanno forza vincolante per gli Stati parte coinvolti nelle controversie discusse nel merito e sono trasmesse al Comitato dei Ministri che ne sorveglia l’esecuzione (art. 46). La Corte può inoltre fornire pareri consultivi motivati su questioni giuridiche relative all’interpretazione della Convenzione e dei suoi Protocolli su richiesta del Comitato dei Ministri (art. 47).

La Corte europea dei diritti umani e l'Italia

Nel corso della sua attività, la CtEDU ha emesso un totale di 2.166 sentenze con riferimento all’Italia, 1.651 delle quali hanno evidenziato la violazione di almeno uno degli articoli della CEDU. I casi sottoposti alla Corte di Strasburgo riguardanti l’Italia concernono soprattutto gli artt. 6(1) CEDU (ragionevole durata del processo), 6 CEDU (equo processo), 1 Protocollo I CEDU (pacifico godimento della proprietà), 8 CEDU (vita privata e familiare).

I dati statistici forniti dalla Corte e aggiornati a dicembre 2011 riportano che il totale di ricorsi in sospeso contro l’Italia ammonta a circa 13.750. Nel corso del 2011, la Corte ha ricevuto 4.733 ricorsi individuali validi che lamentano una violazione dei diritti contenuti nella CEDU da parte dell’Italia (3.624 nel 2009 e 3.852 nel 2010). Nel medesimo periodo, 556 ricorsi sono stati dichiarati inammissibili o radiati dal ruolo, mentre per 84 si è giunti alla pronuncia di una decisione nel merito; 214 sono stati comunicati allo Stato in vista della loro trattazione nel merito.

Le pronunce nel merito riguardanti l’Italia pervenute nel 2009 sono state 70, mentre quelle pervenute nel 2010 sono state 668.

Sono inoltre pervenute alla CtEDU 31 richieste di misure temporanee ai sensi dell’art. 39 del regolamento della Corte, riguardanti la sospensione del procedimento di espulsione per altrettanti ricorrenti; 5 sono state recepite dalla CtEDU, 7 sono state respinte, le restanti 19 sono state giudicate non pertinenti.

Alcune decisioni della Corte europea dei diritti umani sono presentate, assieme ad altre sentenze adottate da altri Corti regionali per i diritti umani (Corte africana, Corte interamericana) nel dossier “La giurisprudenza delle Corti regionali per i diritti umani”.

Aggiornato il

28/11/2012