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Bambini ammassati in un camion

La Carta sui diritti e il benessere del bambino e la Carta sui giovani

Autore: Martina Lucia Lanza, MA in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace, Università di Padova / Collaboratrice del Centro diritti umani

Carta sui diritti e il benessere del bambino

E' stata adottata ad Addis Abeba (Etiopia) nel 1990 ed è entrata in vigore nel 1999. A febbraio 2015 è stata ratificata da 47 Paesi.
Si tratta di uno strumento giuridico vincolante e raccoglie diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di cui deve godere ogni essere umano sotto i 18 anni di età. Inoltre, sono presenti diritti e protezioni specificatamente dedicati a bambini che possono essere oggetto di discriminazioni multiple (bambini con disabilità, bambini rifugiati e sfollati, figli di detenute).
L’articolato si suddivide in due parti: lamprima verte sui diritti e il benessere del bambino, la seconda sull’istituzione di un Comitato di esperti sui diritti e il benessere del bambino.

I diritti, i principi e le disposizioni contenuti nella prima parte della Carta sono i seguenti:

- principio di non discriminazione (art. 3);
- principio del miglior interesse del bambino e diritto all’ascolto (art. 4);
- diritto alla sopravvivenza e allo sviluppo (art. 5);
- diritto al nome e alla nazionalità (art. 6);
- libertà d’espressione (art. 7);
- libertà d’associazione (art. 8);
- libertà di pensiero, coscienza e religione (art. 9);
- protezione della riservatezza (art. 10);
- diritto all’educazione (art. 11);
- diritto al tempo libero, ad attività ricreative e culturali (art. 12);
- protezione speciale per bambini con disabilità (art. 13);
- diritto alla salute e all’assistenza sanitaria (art. 14);
- protezione del lavoro minorile (art. 15);
- protezione contro abuso e maltrattamento (art. 16);
- giustizia minorile (art. 17);
- protezione della famiglia (art. 18);
- diritto a ricevere protezione e cura dai genitori (art. 19);
- responsabilità genitoriali (art. 20);
- protezione da pratiche sociali e culturali dannose (art. 21);
- protezione in caso di conflitto armato (art. 22);
- protezione dei minori rifugiati e sfollati (art. 23);
- adozione (art. 24);
- separazione dai genitori (art. 25);
- protezione dall’apartheid e la discriminazione (art. 26);
- protezione dallo sfruttamento sessuale (art. 27);
- consumo di sostanze stupefacenti (art. 28);
- protezione da vendita, tratta, rapimento e accattonaggio (art. 29);
- protezione dei figli di madri detenute (art. 30);

La parte I del dispositivo si conclude con un articolo sulle responsabilità dei bambini nei confronti di famiglia, società, Stato, altre comunità riconosciute e comunità internazionale (art. 31), come ad esempio il dovere di operare per la coesione della propria famiglia, rispettare i genitori, i superiori e le persone anziane in ogni circostanza ed assisterle in caso di bisogno.

La parte II delinea mandato e funzioni del Comitato di esperti sui diritti e il benessere del bambino.
Al Comitato - composto da 11 esperti scelti per l’alto profilo morale, l’imparzialità e la competenza in materia - è affidato il compito di promuovere e proteggere i diritti stabiliti nella Carta, monitorarne l’implementazione e interpretarne le disposizioni.
Mandato che si concretizza attraverso le seguenti attività:
- ricevere ed esaminare i rapporti periodici degli Stati sulla situazione dei diritti dei bambini nel Paese e adozione di Osservazioni conclusive e Raccomandazioni per lo Stato;
- ricevere e considerare le comunicazioni individuali rispetto a presunte violazioni dei diritti contenuti nella Carta da parte degli Stati che l’hanno ratificata;
- intraprendere missioni d’inchiesta nei Paesi parte nel contesto di sistematiche violazioni dei diritti dei bambini;
- interpretare le disposizioni della Carta e stabilire regole, principi e standards inerenti i diritti ed il benessere dei bambini attraverso commenti generali, risoluzioni e dichiarazioni.

La Carta africana sui giovani

La Carta africana sui giovani è stata adottata a Banjul (Gambia) nel 2006 ed è entrata in vigore nel 2009. A febbraio 2015 è stata ratificata da 36 Paesi.
Lo scopo di tale strumento giuridico vincolante è quello di servire come quadro strategico per il sostegno della gioventù (15-35 anni) ed il suo sviluppo a livello nazionale, regionale e continentale. Infatti, nel preambolo è riportata la convinzione che la popolazione giovanile sia una grande risorsa per l’Africa e che attraverso una sua partecipazione piena ed attiva gli africani possono far fronte alle difficoltà che verranno.

L’articolato riporta quindi un’elencazione di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali di cui devono godere i giovani, con un’attenzione particolare anche ai diritti di terza generazione (diritto allo sviluppo, diritto alla pace):

- non discriminazione (art. 2);
- libertà di movimento (art. 3);
- libertà d’espressione (art. 4);
- libertà d’associazione (art. 5);
- libertà di pensiero, coscienza e religione (art. 6);
- protezione della vita privata (art. 7);
- protezione della famiglia (art. 8);
- diritto alla proprietà privata (art. 9);
- diritto allo sviluppo sociale, economico, politico e culturale (art. 10);
- diritto alla partecipazione giovanile (art. 11);
- disposizioni inerenti un programma politico nazionale destinata ai giovani (art. 12);
- diritto all’educazione e allo sviluppo delle capacità (art. 13);
- sradicamento della povertà ed integrazione socio-economica (art. 14);
- adeguati mezzi di sostentamento ed occupazione giovanile (art. 15);
- diritto alla salute (art. 16);
- pace e sicurezza e ruolo dei giovani (art. 17);
- giovani in conflitto con la legge (art. 18);
- sviluppo sostenibile e protezione dell’ambiente (art. 19);
- giovani e cultura (art. 20);
- giovani e diaspora (art. 21);
- diritto al tempo libero ed alle attività ricreative, sportive e culturali (art. 22);
- giovani donne e ragazze (art. 23);
- giovani con disabilità fisica e mentale (art. 24);
- eliminazione delle pratiche sociali e culturali dannose (art. 25);

Un articolo è dedicato alle responsabilità dei giovani nei confronti della famiglia, della società, dello Stato e della comunità internazionale (art. 26). Per esempio, tra i doveri dei giovani rientra l’incoraggiare una cultura di volontariato e la protezione dei diritti umani e alle attività della società civile.

Infine, la Carta assegna una serie di doveri alla Commissione dell’UA, al fine di assicurare che gli Stati parte rispettino gli impegni presi ed i doveri delineati nella Carta. A tal fine, alla Commissione UA sono affidate le seguenti attività:
- collaborare con le istituzioni governative e non governative e con altri partners per identificare le buone prassi e le politiche giovanili;
- invitare gli Stati ad includere rappresentanti dei giovani nelle loro delegazioni che presenziano alle sessioni ordinarie e a tutti gli incontri e organi politici rilevanti;
- istituire misure volte ad attività di sensibilizzazione e diffondere informazioni su tali attività in modo accessibile;
- facilitare lo scambio e la cooperazione tra organizzazioni giovanili in ambito internazionale al fine di sostenere la solidarietà tra giovani, la presa di coscienza politica e la partecipazione democratica.

Con lo scopo di portare a termine le attività dell’Agenda per i giovani, la Commissione UA si è dotata della Divisione per lo sviluppo delle capacità e lo sviluppo giovanile.

Risorse

Documenti

Aggiornato il

26/3/2015