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I due principali strumenti giuridici interamericani preposti alla protezione dei diritti umani, cioè la Dichiarazione e la Convenzione americana sui diritti umani, contengono solo limitate o generali previsioni per la protezione dei diritti economici, sociali e culturali. Per una protezione tout court bisogna attendere l’adozione del Protocollo addizionale alla Convenzione sui diritti economici, sociali e culturali, nel 1988.
Questi tre strumenti giuridici proteggono diritti diversi o presentano diversi livelli di protezione di questa particolare categoria di diritti.
La Dichiarazione americana protegge:
La Convenzione americana, dal canto suo, prevede un unico articolo per il capitolo Diritti economici, sociali e culturali: l’articolo 26, intitolato ‘sviluppo progressivo’, stabilisce che gli Stati Parti alla Convenzione dovranno impegnarsi ad adottare misure di natura economica o tecnica sia nazionali che di cooperazione internazionale al fine di conseguire progressivamente la piena realizzazione dei diritti in campo economico, sociale, educativo, scientifico e culturale derivanti dal quadro fornito dalla Carta dell’OSA come emendata dal Protocollo di Buenos Aires.
La previsione della Convenzione ha carattere generale e non definisce quali siano i diritti economici, sociali e culturali protetti, lasciando, su questo tema, una lacuna nella protezione di tali diritti nel sistema interamericano. Per questo, nel 1986, la Commissione propose l’adozione di un Protocollo aggiuntivo. L’accordo sul testo fu raggiunto dagli Stati nel 1988 e il Protocollo entrò in vigore il 16 novembre 1991. Ad oggi sono 16 gli Stati che lo hanno ratificato: Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Suriname e Uruguay.
I diritti garantiti dal Protocollo:
L’articolo 19 definisce il meccanismo di protezione e monitoraggio dei diritti sanciti dal Protocollo. Tale meccanismo si avvale sia del sistema dei rapporti periodici sia del sistema dei ricorsi individuali.
In base alla previsione dell’articolo 19.1 gli Stati Parti si impegnano a presentare i loro rapporti periodici alla Segreteria Generale dell’OSA che a sua volta li trasmette al Consiglio interamericano per l’educazione, la scienza e la cultura e al Consiglio interamericano economico e sociale perché i suddetti rapporti siano esaminati. Una copia dei rapporti degli Stati è inviata anche alla Commissione interamericana dei diritti umani.
Le agenzie specializzate del sistema interamericano possono presentare ai due Consigli dei rapporti sul campo di loro competenza e relativi al rispetto da parte degli Stati Parti dei diritti sanciti dal Protocollo.
I rapporti annuali del Consiglio interamericano per l’educazione, la scienza e la cultura e del Consiglio interamericano economico e sociale, da presentare all’Assemblea Generale dell’OSA, dovranno quindi: riassumere le informazioni ricevute sia dagli Stati sia dalle agenzie specializzate sulle misure progressive adottate per assicurare il rispetto dei diritti economici, sociali e culturali così come definiti dal Protocollo e contenere le raccomandazioni generali ritenute appropriate a questo scopo.
Il sistema di petizioni individuali, così come definito dagli articoli 44-51 e 61-69 della Convenzione americana, è limitato alla protezione di alcuni diritti sanciti dal Protocollo. In particolare tale sistema può essere attivato in due casi:
Tali violazioni devono essere determinate da un’azione direttamente attribuibile ad uno degli Stati Parti.
Le petizioni individuali vengono esaminate dalla Commissione interamericana e, se del caso, dalla Corte interamericana.
La Commissione interamericana, in base al suo mandato e alle sue funzioni, può fare le osservazioni e le raccomandazioni che ritiene opportune sullo stato dei diritti economici, sociali e culturali sanciti dal Protocollo in tutti o in alcuni degli Stati Parti. Tali opinioni possono essere incluse nel rapporto annuale della Commissione all’Assemblea Generale o in un rapporto speciale. L’analisi condotta dai due Consigli e dalla Commissione interamericana deve tenere conto della natura progressiva nell’implementazione dei diritti protetti dal Protocollo.
13/7/2012