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Immagine notturna del Symbolic Globe, costruito da Erik Reitzel in occasione del World Summit for Social Development e poi donato all'UNESCO.
© unesco/Burke, Niamh

Le istituzioni nazionali per i diritti umani in alcuni Paesi terzi (India, Sud Africa e Messico)

Autore: Andrea Cofelice

India

https://www.nhrc.nic.in/

In India operano la Commissione nazionale per i diritti umani a livello generale e Commissioni per i diritti umani a livello dei diversi stati, istituite con il Protection of Human Rights Act del 1993, emendato nel 2006. La Commissione è composta da tre ex-membri della Suprema Corte e dell’Alta Corte e da due esperti nel campo dei diritti umani, nominati dal Presidente dell’India, su raccomandazione di un comitato composto da rappresentanti di diversi organi dello stato. Il mandato è di 5 anni, rinnovabile una sola volta.

La Commissione ha varie funzioni, fra le quali:

  • investigare, di propria iniziativa o su reclamo, su violazioni di diritti umani o negligenze nella loro prevenzione commesse da funzionari pubblici;
  • intervenire in ogni procedimento che tratta di violazione di diritti umani pendente presso una corte, con il consenso della corte;
  • fare visite in prigioni o altre istituzioni in cui vi siano restrizioni della libertà personale;
  • valutare le forme di tutela dei diritti umani previste dalla Costituzione o altre leggi e raccomandare dei provvedimenti per la loro attuazione;
  • esaminare i fattori che impediscono il godimento dei diritti umani e raccomandare in merito misure appropriate;
  • studiare gli strumenti internazionali e promuovere la loro attuazione a livello interno;
  • diffondere la cultura dei diritti umani con tutti i mezzi disponibili e incoraggiare l’opera delle organizzazioni non-governative impegnate nel campo dei diritti umani.

Riguardo alle indagini sui reclami, la Commissione può richiedere, entro un certo limite di tempo, all’amministrazione interessata un rapporto riguardo ai fatti in questione; se non è soddisfatta, può procedere con l’indagine. Se ravvisa delle responsabilità, essa può assumere varie misure: richiedere all’autorità interessata di perseguire le persone coinvolte nei fatti; rivolgersi alle corti superiori affinché prendano le decisioni necessarie; raccomandare all’autorità interessata di garantire un rimedio alla persona vittima della violazione; inviare una copia del rapporto sull’inchiesta alla persona che ha presentato il reclamo; inviare una copia del rapporto all’autorità interessata, che dovrà rispondere in merito alle azioni che intende intraprendere per rimediare; pubblicare il rapporto, contenente anche le misure intraprese dall’amministrazione su raccomandazione della Commissione. Se l’indagine riguarda le forze armate, la Commissione può chiedere un rapporto al Governo e successivamente rivolgere a esso delle raccomandazioni; il Governo risponderà riguardo alle misure intraprese e la Commissione infine pubblicherà il rapporto contenente tutte le informazioni e i dati rilevanti.
La Commissione presenta al Governo un rapporto annuale e rapporti speciali su materie il cui esame è ritenuto urgente.
Per garantire processi rapidi quando si tratta di violazioni dei diritti umani, la legge dà al Governo la facoltà di istituire corti per i diritti umani all’interno di ogni distretto e di nominare un pubblico ministero straordinario per trattare i casi in quella sede.
Riguardo ai limiti all’azione della Commissione, si ricorda che essa non può occuparsi di casi pendenti presso una commissione di indagine statale o comunque operante in base alla legge e non può occuparsi di casi risalenti a più di un anno dal momento del reclamo.

Messico

https://www.cndh.org.mx/

È a partire dagli anni ‘70 che in Messico, come conseguenza di una crescente domanda sociale, iniziano a sorgere i primi organi pubblici aventi la finalità di proteggere i diritti dei cittadini nei confronti dell’amministrazione. Le molteplici esperienze di difesa civica che si sono concretizzate in molte parti del Paese nel corso dei due decenni successivi, sono state prevalentemente di carattere locale e concentrate su argomenti specifici: difesa del consumatore, delle popolazioni indigene, del diritto allo studio.

Nel 1989 viene creata, a livello governativo, la Dirección General de Derechos Humanos; nel 1990 viene istituita, con decreto presidenziale, la Comisión Nacional de Derechos Humanos (CNDH), che si caratterizza per un certo grado di indipendenza dall’esecutivo. Nel 1992 viene modificato l’articolo 102 della Costituzione messicana ed elevata a rango costituzionale la CNDH, configurando così un sistema nazionale di protezione non giurisdizionale dei diritti umani. Infine, con la riforma costituzionale del 13 settembre 1999, questo organismo assume pienamente le caratteristiche dell’Ombudsman, trasformandosi in una istituzione con propria personalità giuridica, autonomia di gestione, patrimoniale e di bilancio. La denominazione viene modificata in Comisión Nacional de los Derechos Humanos e vengono definiti i suoi compiti principali: proteggere, monitorare, promuovere, studiare e pubblicizzare i diritti umani così come previsti nel sistema giuridico messicano.
La Commissione è composta da un Presidente, da una Segreteria Esecutiva e da un numero massimo di cinque Visitadores Generales; si avvale inoltre di Visitadores e di Visitadores aggiunti e di personale tecnico e amministrativo propri. Il Presidente dura in carica 5 anni, è rieleggibile una sola volta dalla Camera dei Senatori, tra una terna proposta dalla Commissione Permanente del Congresso. Il Presidente e i godono di immunità nell’esercizio delle loro funzioni.
Una delle principali competenze della CNDH è quella di indagare su presunte violazioni dei diritti umani, derivanti da atti od omissioni delle autorità amministrative federali (eccetto quelli del potere giudiziario) o compiute da soggetti privati, ma con la complicità di autorità pubbliche o entità eroganti servizi pubblici.
La Commissione agisce sia d’ufficio sia su ricorso individuale. I ricorsi e le denunce possono essere inoltrate da qualunque persona fisica, dalle organizzazioni non-governative, dai minori e dai cittadini stranieri entro un anno dal verificarsi dei fatti. Una volta ricevuto il ricorso la Commissione verifica la propria competenza a trattare il caso e procede quindi ad indagare i fatti. Nel caso emergano violazioni, la Commissione tenterà in un primo momento una conciliazione tra le parti e una soluzione amichevole del conflitto; se questa strada è preclusa è sua prerogativa formulare raccomandazioni alla pubblica amministrazione, non aventi carattere vincolante, e di trasmettere denunce e ricorsi davanti alle competenti autorità.
La CNDH svolge nel paese anche un ruolo di protezione e promozione dei diritti umani in un ambito più generale. Propone alle diverse autorità, per quanto di competenza, l’adozione di modifiche di leggi, regolamenti e pratiche amministrative, ai fini di una maggiore protezione dei diritti umani; formula programmi e propone iniziative per l’applicazione dei trattati internazionali firmati e ratificati dal Messico in materia di diritti umani e propone al governo federale l’adesione a nuovi accordi internazionali. Alla CNDH spettano anche compiti formativi e di promozione dello studio, dell’insegnamento e della diffusione dei diritti umani sia in ambito nazionale sia in quello internazionale. Particolare attenzione è posta all’elaborazione e realizzazione di programmi per prevenire le violazioni dei diritti umani e monitorare il sistema penitenziario del Paese e nei processi di reinserimento sociale dei detenuti. Non sono invece ambiti di competenza della CNDH le questioni elettorali, quelle rientranti nell’ambito del sistema giudiziario, le vertenze e i conflitti sindacali, le cause civili.

Sud Africa

Difensore civico

https://www.publicprotector.org/index.asp

La previsione della figura del Public Protector (difensore civico) è contenuta sia nella Costituzione provvisoria del 1994, sia in quella emendata del maggio 1996, sia in quella ulteriormente emendata nell’ottobre 1996 e in vigore dal febbraio 1997. Ciò che non è previsto dalla Costituzione, è lasciato alla disciplina della legge ordinaria: il Public Protector Actdel 1994 e il Public Protector Amendment Act del 1998. La Costituzione vigente prevede, oltre all’Ombudsman, la Commissione per i diritti umani; la Commissione per la promozione e la protezione dei diritti delle comunità culturali, religiose e linguistiche; la Commissione per l’eguaglianza di genere. 

L’Ombudsman è nominato dal Presidente della Repubblica Sudafricana, su raccomandazione dell’Assemblea Nazionale approvata con il voto di almeno il 60% dei membri. Nella procedura parlamentare è previsto il coinvolgimento della società civile. L’Ombudsman è eletto per un periodo di 7 anni, non rinnovabile. Può essere rimosso, in casi determinati, con il voto di almeno 2/3 dei membri dell’Assemblea. Chiunque può rivolgersi all’Ombudsman (persone e organizzazioni) e il suo servizio è gratuito. 

L’Ombudsman indaga, su reclamo o di propria iniziativa, in merito a casi di cattiva amministrazione; può cercare di risolvere una controversia o rimediare a un errore dell’amministrazione attraverso un’opera di mediazione, di conciliazione o indicando al ricorrente le vie appropriate da seguire; può rivolgere raccomandazioni alle amministrazioni interessate e, se ravvisa ipotesi di reato, lo comunica alle autorità competenti. Nel corso di un’indagine, l’Ombudsman ha il potere di ascoltare persone informate sui fatti, di effettuare delle ispezioni (su mandato del giudice) e, se viene opposto il segreto, può rivolgersi a una corte affinché decida in merito.
L’Ombudsman non può intervenire sulle decisioni delle corti, non indaga quando il ricorrente non ha esaurito i rimedi legali a sua disposizione e quando sono passati più di due anni dal momento in cui il fatto contestato ha avuto luogo.
L’Ombudsman deve riferire all’Assemblea Nazionale con un rapporto scritto almeno una volta all’anno e può presentare dei rapporti speciali motivati dall’urgenza o dal pubblico interesse della materia affrontata. I suoi rapporti in genere sono pubblici, tranne in casi straordinari.

Commissione per i diritti umani

https://www.sahrc.org.za/

La Commissione per i diritti umani, creata nel 1995, il cui funzionamento è disciplinato dal Human Rights Commission Act del 1994, ha due tipi di competenze: da un lato essa svolge le stesse attività dell’Ombudsman a livello di indagini e di misure adottate per quanto riguarda i casi di sospetta cattiva amministrazione, potendo anche promuovere procedimenti presso corti o tribunali in proprio nome o per conto di una persona o un gruppo o una classe di persone; dall’altro lato essa svolge le funzioni tipiche delle Commissioni per i diritti umani anche in altri Paesi. Tali funzioni tipiche riguardano la sensibilizzazione sul tema dei diritti umani, la formulazione di raccomandazioni a organi dello Stato relativamente alla realizzazione dei diritti umani, l’effettuazione di studi e la preparazione di rapporti sul tema dei diritti umani.
All’interno della Commissione vi è un Segretariato che, per facilitare il lavoro della Commissione, è diviso in dipartimenti: servizi legali, ricerca e documentazione, unità di tutela e finanza e amministrazione.

Risorse

Aggiornato il

1/4/2010