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Centro diritti umani

Le principali tappe della campagna a favore del riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace

Autore: Andrea Di Fabio, Volontario di Servizio Civile Nazionale

Il Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite (47 stati membri, a rotazione fra i 193 membri delle NU), istituito nel 2012 e aperto anche ai contributi delle organizzazioni non governative, sta attualmente discutendo una bozza di Dichiarazione delle Nazioni Unite intesa a riconoscere la pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli.

In Italia, il diritto umano alla pace ha già trovato formale riconoscimento negli Statuti di numerosi Comuni e Province e in apposite leggi della maggior parte delle Regioni. Il testo standard della cosiddetta “norma pace diritti umani” è il seguente:

“Il Comune … (la Provincia, la Regione) in coerenza con i principi costituzionali che sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, la promozione dei diritti umani, delle libertà democratiche e della cooperazione internazionale, riconosce nella pace un diritto fondamentale degli uomini e dei popoli.”

La prima legge regionale in materia è la n. 18 del 1988 della Regione del Veneto il cui articolo 1 è considerato paradigmatico per la successiva produzione normativa e il conseguente impegno degli enti locali e regionali, volto a promuovere e sostenere programmi di educazione e formazione alla pace e ai diritti umani. In questo senso, la legislazione subnazionale italiana precede il diritto internazionale. Tale caso è tuttora unico al mondo ed esemplare per altri Paesi.

Mentre dilaga, a livello internazionale ed europeo, la sindrome della “guerra facile”, in Italia crescono, grazie anche a un forte movimento dal basso, il rifiuto della guerra, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione, e il desiderio di operare sulla via istituzionale alla pace. In tale direzione, è necessario spendere con competenza, passione e tenacia, le risorse del potere leggero (soft power) costituito dalla difesa della legalità fondata sui diritti umani e dalla pratica della nonviolenza, del dialogo, della solidarietà transnazionale, della soluzione pacifica delle controversie.

Tenuto conto di questo dato, il Centro di Ateneo per i Diritti Umani e la Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova hanno proposto al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani di lanciare una campagna a sostegno della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto umano alla pace.

Il 6 giugno 2013, la Presidenza del Coordinamento, facendo propria la proposta dell’Università di Padova ha invitato Comuni, Province e Regioni ad adottare un Ordine del giorno (Odg) per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace preparato dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani. La risposta è stata straordinaria: ad oggi, circa 300 Consigli comunali e provinciali hanno deliberato l’Odg quasi sempre all’unanimità (da Sondrio a Ragusa, da Rovereto a Napoli, da Reggio Emilia ad Assisi, da San Giorgio a Cremano, da Venezia a Chieti, da Portoferraio a Noci). I Comuni della Regione Veneto che hanno adottato l’Odg sono: Cassola, Barbarano Vicentino, Bussolengo, Dueville, Este, Loria, Montebelluna, Noale, Ponte San Nicolò, Thiene, Treviso, Vicenza. Anche quattro Consigli Regionali hanno adottato tale Odg: Veneto, Marche, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. In tale occasione, si sono tenuti solenni dibattiti nei Consigli comunali, provinciali e regionali. In alcuni casi, per l’occasione, i Consigli comunali sono stati aperti alle scuole, come avvenuto esemplarmente nella città di Este.

D’intesa con l'allora Presidente del Gruppo di lavoro intergovernativo delle Nazioni Unite, Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez (Costa Rica), il Centro Diritti Umani dell’Università di Padova ha curato la pubblicazione di un numero speciale della Rivista “Pace diritti umani/Peace human rights” (Marsilio Editori, numero 2-3, maggio-dicembre 2013), interamente in lingua inglese, dedicato al diritto umano alla pace. Tra i documenti allegati, figura anche l’ordine del giorno degli enti locali italiani. Il Presidente del Gruppo di lavoro ha provveduto a distribuire la pubblicazione ai rappresentanti degli stati membri del Consiglio Diritti Umani.

La campagna di “city diplomacy”, intrapresa dagli enti locali italiani a sostegno del riconoscimento del diritto umano alla pace, è proseguita a Ginevra il 23 giugno 2014 quando una delegazione di amministratori locali, comprendente il Direttore del Centro, professor Marco Mascia, il titolare della Cattedra Unesco, Antonio Papisca, il Presidente e il Direttore del sopracitato Coordinamento Nazionale, Padre Egidio Canil e il Senatore Alberto Robol, ha incontrato a Ginevra, al Palais des Nations, l’Ambasciatore Christian Guillermet Fernandez, Presidente del Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani incaricato di preparare una Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto alla pace, l’Ambasciatore Maurizio Serra, Rappresentante permanente d’Italia alle Nazioni Unite, Gianni Magazzeni dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, e Mons. Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite.

In rappresentanza della Regione Veneto hanno partecipato all’evento Enrico Rinuncini, Sindaco di Ponte San Nicolò, e Rosa Rizzato, Presidente del Consiglio comunale di Este. Un altro momento altamente significativo di tale missione, condotta attraverso il coinvolgimento della società civile, all’insegna del principio di sussidiarietà, è stata la consegna ufficiale al Consiglio Diritti Umani dei primi 100 Ordini del giorno per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace approvati da Consigli comunali, provinciali e regionali italiani. L’iniziativa italiana è stata ritenuta originale e utile dal Consiglio Diritti Umani ed è stato espresso l’incoraggiamento a renderne partecipi enti di governo locale di altri Paesi.

Il principale risultato dell’intera missione è stato l’attivazione un canale di comunicazione diretta tra gli ambienti ONU di alto livello e i promotori locali dell’iniziativa di city diplomacy, riconosciuti come interlocutori pienamente legittimati a formulare e diffondere nuove proposte.

Pochi giorni dopo l’incontro a Ginevra, il 3 luglio 2014 si è tenuta una cerimonia simile presso il Parlamento italiano. Una nuova missione di Sindaci ha consegnato al Presidente della Commissione straordinaria per i Diritti Umani del Senato, Luigi Manconi, e al Presidente del Senato, Pietro Grasso, il dossier contenente le prime 100 delibere. Il Presidente Grasso si è inoltre impegnato a portare in aula l’Odg a favore del riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace. Tale iniziativa dimostra che si va rafforzando e radicando nel nostro Paese la via istituzionale nonviolenta e democratica alla pace, che deve essere percorsa dal quartiere e dalla città fino ai santuari della politica internazionale.

A tal proposito, il Comitato organizzatore della Marcia per la Pace Perugia-Assisi ha indicato quale obiettivo principale della Marcia tenutasi il 19 ottobre 2014 la lotta per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace. Il Centro Diritti Umani ha partecipato alla Marcia con una delegazione di 50 persone provenienti dall’Università di Padova e composta da studenti e professori universitari, volontari in servizio civile, personale tecnico amministrativo. Ad Assisi, dal palco della Piazza di San Francesco, Milena Anzani e Oldian Metaj, del Centro Diritti Umani, circondati da un centinaio di Sindaci, hanno declamato l’Appello di Assisi.

Il 5 agosto 2014, nell’ambito dell’iniziativa “Pace in Bici 2014”, organizzata dalle organizzazioni Beati i Costruttori di Pace e Mayors for Peace per ricordare l’anniversario di Hiroshima e Nagasaki, si è svolta nella Sala consiliare del Comune di Asiago una conferenza a favore del riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace. Erano presenti tra gli altri Don Albino Bizzotto, Lisa Clark, Padre Egidio Canil.

Il 3 ottobre 2014, presso la Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto è stata insediata la Commissione “Cittadinanza attiva, Cultura della Pace, Diritti dell’Uomo” nell’ambito delle città operanti all’interno del “Club di Strasburgo” con il patrocinio del Consiglio d’Europa. Il 15 ottobre 2014, presso il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa, per iniziativa del Comune di Strasburgo, che aveva partecipato alla riunione di Rovereto con il suo vice Sindaco, è stato presentato un Memorandum su “Pace: un diritto per tutti”, sottoscritto da 63 delegati di altrettante città europee, attraverso il quale si recepisce il contenuto dell’Odg degli enti locali italiani.

Il 10 dicembre 2014, Giornata Internazionale dei Diritti Umani, nell’Aula Magna ‘Galileo Galilei’ dell’Università di Padova, per iniziativa del Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova, della Cattedra Unesco in Diritti Umani, Democrazia e Pace, e dell'Archivio Pace Diritti Umani della Regione del Veneto, sono convenuti numerosi studenti e volontari del servizio civile ed una schiera di Sindaci con fascia tricolore in rappresentanza dei circa 150 Comuni e Province che in ogni parte d’Italia hanno adottato l’Ordine del giorno per il riconoscimento internazionale del diritto umano alla pace (dati aggiornati al marzo 2015).

Al termine del convegno è stato letto e approvato un Appello indirizzato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, dove è in discussione la bozza di un’apposita Dichiarazione delle Nazioni Unite. Nell'Appello si chiede, oltre al riconoscimento formale del diritto umano alla pace, la definizione degli obblighi giuridici che ne discendono, a cominciare dal disarmo e dall’impegno a rafforzare e democratizzare le Nazioni Unite, e la dichiarazione della guerra in quanto tale come crimine contro l’umanità.

L’Appello è stato inviato, a firma dei responsabili del Centro di Ateneo e della Cattedra Unesco dell'Università di Padova, a tutti i 47 membri del Consiglio Diritti Umani e al Ministro italiano degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni. A quest’ultimo è stato chiesto che l’Italia abbandoni la posizione astensionista finora manifestata nel corso delle discussioni al Palais des Nations e si schieri decisamente a favore del riconoscimento internazionale del diritto umano della pace. Una prima risposta positiva all’Appello è arrivata dalla Missione del Costa Rica, che deteneva la presidenza del Gruppo di lavoro intergovernativo incaricato di mettere a punto il testo finale della bozza di Dichiarazione per poi trasmetterla al Consiglio Diritti Umani e all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Nel frattempo, la Campagna per il diritto alla pace, trainata dalle città, si è arricchita anche del supporto di un’ampia rete di organizzazioni non-governative e associazioni di volontariato. Nell'ambito della quinta edizione del Festival del Volontariato, evento nazionale di riferimento per il mondo della solidarietà, svoltosi a Lucca dal 16 al 19 aprile 2015, è stato presentato e adottato l’Appello “Ogni uomo ha il diritto a vivere nella pace! Ogni uomo deve avere la possibilità di impegnarsi per la pace!”, indirizzato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, al Governo italiano e all’Unione Europea. L’Appello, promosso dalla FOCSIV in collaborazione con Centro Nazionale del Volontariato, Forum Terzo Settore, Rete della Pace, Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell'Università di Padova, Cattedra Unesco Diritti umani, democrazia e pace dell’Università di Padova, AOI, LINK 2007, Movimento nonviolento, Piattaforma M.O., Rete Italiana per il Disarmo, è stato inoltre inviato ai Membri del Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani sul diritto alla pace. Si segnala infine che l’Appello è stato fatto proprio da un folto gruppo di membri della Camera dei Deputati che hanno presentato la relativa mozione.

Sul piano internazionale, nel contempo, la partita che in questi mesi si sta giocando all’Onu risulta essere di estrema importanza, sebbene non sia conosciuta dall’opinione pubblica nazionale e internazionale. I Governi che si oppongono al riconoscimento del diritto umano alla pace temono che le rispettive opinioni pubbliche vengano a conoscenza del loro atteggiamento contrario. Una buona informazione è quindi essenziale per fare uscire il tema del diritto alla pace dalle nebbie dell’autoreferenzialità dei vertici intergovernativi.

Occorre pertanto intensificare la lotta nonviolenta per il riconoscimento del diritto alla pace, avvalendosi anche di una importante risorsa di “soft power”: la legittimazione fornita dall’articolo 1 della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1999 “sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti” che stabilisce che “tutti, individualmente e in associazione con altri, hanno il diritto di promuovere e lottare (to strive, nell’originale versione inglese) per la protezionee la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale e internazionale”: come dire, dalla città all’ONU.

L’obiettivo della campagna è dunque agire affinché il Gruppo di lavoro intergovernativo, in corretta ottemperanza al mandato conferitogli, metta a punto il testo di una Dichiarazione che, partendo dal supremo diritto alla vita, recepisca alla lettera il contenuto dell’articolo 1 della bozza sviluppata dal Comitato Consultivo del Consiglio Diritti Umani, che recita:

  1. “Gli individui e i popoli hanno diritto alla pace. Questo diritto deve essere realizzato senza alcuna distinzione o discriminazione per ragioni di razza, discendenza, origine nazionale, etnica o sociale, colore, genere, orientamento sessuale, età, lingua, religione o credo, opinione politica o altra, condizione economica o ereditaria, diversa funzionalità fisica o mentale, stato civile, nascita o qualsiasi altra condizione.
  2. Gli Stati, individualmente o congiuntamente, sono controparte principale (duty-holders) del diritto alla pace.
  3. Il diritto alla pace è universale, indivisibile, interdipendente e interrelato.
  4. Gli Stati sono tenuti per obbligo giuridico a rinunciare all’uso e alla minaccia della forza nelle relazioni internazionali.
  5. Tutti gli Stati, in conformità ai principi della Carta delle Nazioni Unite, devono usare mezzi pacifici per risolvere qualsiasi controversia di cui siano parte.
  6. Tutti gli Stati devono promuovere lo stabilimento, il mantenimento e il rafforzamento della pace internazionale in un sistema internazionale basato sul rispetto dei principi enunciati nella Carta delle Nazioni Unite e sulla promozione di tutti i diritti umani e libertà fondamentali, compresi il diritto allo sviluppo e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.

Per la nuova fase di questa mirata city diplomacy “dalla Città all’ONU” si propone, in particolare, di:

  • chiedere al Parlamento e al Governo che diano istruzioni alla Rappresentanza Permanente alle Nazioni Unite affinché tenga conto della mobilitazione in atto ad opera degli Enti di governo locale e regionale e si faccia portatrice della proposta sopra indicata in seno al Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani,
  • chiedere ai Comuni gemellati di altri paesi di sottoscrivere, con gli opportuni adeguamenti, l’Ordine del giorno approvato dagli Enti locali e regionali italiani,
  • coinvolgere nell’iniziativa le associazioni e i gruppi di volontariato chiedendo loro di comunicare direttamente con le rispettive Ong internazionali affinchè condividano la proposta italiana,
  • chiedere ai membri italiani del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea e della Conferenza delle Autorità Locali del Consiglio d’Europa di presentare in questi organismi l’Ordine del giorno,
  • chiedere alle associazioni ‘United Cities and Local Governments’, ‘Mayors for Peace’, e ad altre analoghe organizzazioni internazionali di partecipare ufficialmente all’iniziativa italiana,
  • attivare in sede locale e regionale Gruppi di contatto ad hoc “Articolo 1-diritto alla pace”, col compito tra l’altro di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e di dar vita a eventi di carattere interculturale sullo specifico tema del diritto alla pace,
  • organizzare una conferenza nazionale dei Comuni, delle Province e delle Regioni che hanno approvato l’Ordine del giorno,
  • inviare lettere all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Parlamento Europeo, all’Alto Rappresentante UE per la politica estera, ai Segretari Generali di Consiglio d’Europa, Osce, UA, Asean, Osa, Lega Araba a sostegno dell’articolo 1 della Dichiarazione delle Nazioni Unite
  • raccogliere fondi per una pagina su grandi quotidiani.

  

Aggiornato il

24/11/2015