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Diego Brasioli, Presidente del Comitato Interministeriale dei Diritti Umani.
© ANSA / Ministero Affari Esteri

Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Autore: Andrea Cofelice, Anna Meneghini (Volontaria di Servizio Civile Nazionale)

Presso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale operano diverse direzioni generali e uffici che si occupano in maniera specifica di diritti umani, disarmo e cooperazione. Si segnala, in particolare, l’ufficio II «Promozione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, Consiglio d’Europa» all’interno della Direzione generale per gli affari politici e di sicurezza.


All’interno della stessa Direzione operano l’ufficio I «Sistema delle Nazioni Unite e processo di riforma dei suoi organi, operazioni per il mantenimento della pace e diplomazia preventiva»; l’ufficio V «Disarmo e controllo degli armamenti, non proliferazione nucleare, batteriologica e chimica, Ufficio dell’Autorità Nazionale per la proibizione delle armi chimiche»; l’ufficio VI «Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa».


Il tema dei diritti umani è logicamente trasversale anche alla Direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali (ufficio IV «Politiche energetiche, di protezione dell’ambiente e per lo sviluppo sostenibile del pianeta»), alla Direzione generale per l’Unione Europea (ufficio III «Spazio europeo di libertà, giustizia e sicurezza, libera circolazione delle persone e flussi migratori verso l’Unione Europea»), e alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (ufficio I «Politiche di cooperazione allo sviluppo nell’ambito dell’Unione Europea»; ufficio II «Cooperazione allo sviluppo multilaterale»; ufficio VI «Interventi umanitari e di emergenza»; ufficio VIII «Programmazione e monitoraggio del bilancio di cooperazione, questioni di genere, diritti dei minori e delle disabilità»).


Di particolare rilevanza è il Comitato interministeriale per i diritti umani (CIDU), istituito con decreto del Ministro degli affari esteri del 15 febbraio 1978, n. 519; la sua composizione è stata aggiornata con d.p.c.m. 11 maggio 2007. Tra il 2012 e il 2013, il CIDU è stato coinvolto in un processo di ristrutturazione: inizialmente soppresso ai sensi della spending review, è stato ricostituito il 5 settembre 2013, preservandone le competenze funzionali, perchè ritenuto organismo indispensabile nell’indirizzo e guida strategica in materia di promozione e tutela dei dei diritti umani.
È presieduto da un funzionario della carriera diplomatica nominato dal Ministro degli affari esteri. Fanno parte del CIDU i rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di vari Ministeri e di numerose istituzioni (tra cui il CNEL, l’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI), la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, l’Unione delle Province d’Italia (UPI), la Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, il Comitato UNICEF Italia, la Società italiana per l’organizzazione internazionale (SIOI), nonché tre personalità eminenti nel campo dei diritti umani.


Il CIDU ha il compito di: promuovere i provvedimenti necessari per assicurare il pieno adempimento degli obblighi internazionali già assunti o che dovranno essere assunti dall’Italia a seguito della ratifica delle convenzioni da essa sottoscritte; seguire l’attuazione delle convenzioni internazionali sul territorio nazionale, nonché curare la preparazione dei rapporti che lo Stato italiano è tenuto a presentare alle competenti organizzazioni internazionali; predisporre annualmente la relazione al Parlamento in merito alla tutela e al rispetto dei diritti umani in Italia che il Ministro degli affari esteri è tenuto a presentare ai sensi dell’art. 1 della l. 19 marzo 1999, n. 80; mantenere e sviluppare gli opportuni rapporti con le organizzazioni della società civile attive nel settore della promozione e protezione dei diritti umani.


Presso il Ministero degli affari esteri opera, inoltre, la Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, istituita con decreto interministeriale 11 febbraio 1950, due anni dopo l’ingresso dell’Italia nell’UNESCO (la sua istituzione è prevista, infatti, dall’art. 7 dell’atto costitutivo dell’Organizzazione). La sua composizione è stata regolamentata e aggiornata con una serie di decreti successivi, l’ultimo dei quali risale al 24 maggio 2007. Fanno parte della Commissione nazionale rappresentanti del Parlamento, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di vari Ministeri ed enti pubblici e privati, degli enti locali e della società civile.


La Commissione ha lo scopo di promuovere l’attuazione dei programmi UNESCO in Italia, diffondere, soprattutto fra i giovani, gli ideali dell’Organizzazione e divulgare informazioni sui suoi principi, sui suoi obiettivi e sulle sue attività, stimolando, in tal senso, l’azione delle istituzioni, della società civile e del mondo culturale, educativo e scientifico. Svolge, inoltre, funzioni consultive nei confronti del Governo nell’ambito dei suoi rapporti con l’UNESCO.

Aggiornato il

20/11/2015