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FOCSIV: Appello "Ogni uomo ha il diritto a vivere nella pace! Ogni uomo deve avere la possibilità di impegnarsi per la pace!", 2015

Nell'ambito della quinta edizione del Festival del Volontariato di Lucca, evento nazionale di riferimento per il mondo della solidarietà in Italia che si è svolto dal 16 al 19 aprile 2015, presso il complesso del Real Collegio nel centro storico di Lucca, FOCSIV- Volontari nel Mondo ha promosso il seminario “Volontariato e pace. Il ruolo dei volontari nelle situazioni di conflitto”.

In occasione di questo seminario, a cui hanno partecipato tra gli altri il Prof. Antonio Papisca, titolare della Cattedra Unesco in Diritti umani, democrazia e pace dell'Università di Padova, Mons. Joachim Ouedraogo Vescovo di Koudougou in Burkina Faso, On. Edo Patriarca, On. Giulio Marcon, Raogo Antoine Sawadogo, Presidente della Commissione Nazionale per la Decentralizzazione in Burkina Faso, è stato presentato e adottato l’Appello “Ogni uomo ha il diritto a vivere nella pace! Ogni uomo deve avere la possibilità di impegnarsi per la pace!”, indirizzato al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, al Governo italiano e all’Unione Europea.

Al termine dell'incontro, l’Appello, promosso dalla FOCSIV in collaborazione con Centro Nazionale del Volontariato, Forum Terzo Settore, Rete della Pace, Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell'Università di Padova, AOI, LINK 2007, Movimento nonviolento, Piattaforma M.O., Rete Italiana per il Disarmo, è stato inviato ai Membri del Gruppo di lavoro intergovernativo del Consiglio Diritti Umani sul diritto alla pace.

Appello "Ogni uomo ha il diritto a vivere nella pace! Ogni uomo deve avere la possibilità di impegnarsi per la pace!"

Cento anni fa la prima guerra mondiale, ha lasciato sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, coinvolgendo sempre più "civili", senza contare i cosiddetti “danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità.

I recenti episodi di Parigi e della Nigeria, così come la guerra in Siria e in Kurdistan raccontano, insieme a tante altre storie, la realtà di un mondo dove la guerra, i conflitti e la violenza sono ancora di “casa”, un mondo che fa fatica a trovare le strade della pace. Gli interessi economici fine a se stessi, i fondamentalismi religiosi, il non rispetto dell’altro e della sua diversità, la mancanza di dialogo e di ascolto, le discriminazioni e le ingiustizie, la cultura dello scarto sono alla base delle diverse guerre-conflitti-violenze cheattraversano, in modo frammentato,la nostra terra e continuano pesantemente a fare vittime soprattutto tra le donne ed i bambini.Così come sottolineato da Papa Francesco “Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli".


Dunque occorre lavorare per creare una cultura che fermi il dilagare delle violenze, che identifichi le strade per la concordia, che individui gli strumenti per risanare le ferite, che nel rispetto delle identità e delle diversità, identifichi valori comuni attorno a cui costruire nuovi modelli di società-comunità dove nessuno sia o si senta scartato, emarginato, rifiutato o ingiuriato, occorre lavorare affinché si riconosca il diritto alla pace per ogni persona e per ogni popolo.Occorre valorizzare l’impegno di tante persone, ed in particolar modo dei volontari internazionali che quotidianamente lavorano per costruire la pace, disarmando le menti, avvicinando le persone, costruendo ponti. Il Volontariato Internazionale organizzato infatti è nato come risposta della società civile alle rovine della guerra ed al bisogno di ricostruire rapporti di fratellanza universale fra le parti in conflitto.


Pertanto è quanto mai opportuno oggi valorizzare e moltiplicare lavocazione del volontariato come strada per la pace, soggetto capace di costruire relazioni di fraternità nel rispetto delle identità e delle diversità, capace di entrare dentro i conflitti con strumenti non armati e nonviolenti, capace di avvicinare i lontani, creando spazi concreti per l’incontro ed il dialogo, costruendo comunità unite e solidali dal livello locale e quello globale. Oggi, più che mai, il volontariato è un promotore di pace.


Consapevoli dell’opportunità storica che il Consiglio Diritti Umani, in coincidenza con il 70° anniversario delle Nazioni Unite, offre alla Comunità internazionale di formalmente inscrivere la pace tra i diritti umani internazionalmente riconosciuti mediante una solenne Dichiarazione sul diritto alla pace,

- Convinti che la pace è prerequisito e allo stesso tempo frutto del godimento di tutti i diritti umani,

- Sottolineando con forza che il diritto alla pace ha la sua radice nel diritto alla vita,

- Sottolineando che il rispetto della dignità umana e dei diritti che ad essa ineriscono costituiscono il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo,

- Ricordando che l’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite stabilisce che gli Stati membri devono essere “amanti della pace”,

- Richiamando l’articolo 28 della Dichiarazione universale che stabilisce che ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale in cui tutti i diritti e le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati,

- Sottolineando che la pace è un valore e un processo multidimensionale, comprensivo di aspetti giuridici, politici, sociali ed economici,

- Considerato quanto dispone l’articolo 1 della Dichiarazione sul “Diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti”: “Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione con altri, di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale e internazionale”,                                                                                                              

- Richiamandol’Ordine del giorno preparato dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani e dalla Cattedra UNESCO Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova e finora approvato dai Consigli di oltre trecento Enti di governo locale,

Chiediamo:

al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite che il proprio Gruppo di lavoro intergovernativo sul diritto alla pace:

  • Predisponga il testo di una Dichiarazione che giuridicamente riconosca la pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli,
  • Recepisca nel testo finale l’articolo 1 della bozza di Dichiarazione preparata dal Comitato Consultivo del Consiglio Diritti Umani,
  • Enunci il principio secondo cui la guerra in quanto tale è crimine contro l’umanità,
  • Indichi precisi obblighi giuridici degli Stati, in particolare il disarmo, il controllo della produzione e del commercio delle armi, la cooperazione allo sviluppo umano, la salvaguardia dell’ambiente naturale, l’applicazione dell’articolo 43 della Carta per finalmente porre in essere il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla stessa Carta;

al Governo italiano:

  • di sostenere sia in ambito UE che nelle sedi internazionali più opportune il riconoscimento del diritto alla pace,
  • di adottare tale diritto,
  • di valorizzare e rafforzare l’impegno di tanti volontari che, sia in Italia che nel mondo, lavorano per la pace, come promotori di pace,
  • di valorizzare e strutturalizzare i nascenti Corpi Civili di Pace in relazione alla cooperazione internazionale;

all’Unione Europea:

  • di riconoscere il diritto alla pace,
  • di inserire all’interno delle finalità, degli obbiettivi e delle attività del Corpo Volontario Europeo di aiuto umanitario gli interventi di costruzione della pace.