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28/1/2020

Comitato del Consiglio d’Europa per la Prevenzione della Tortura (Cpt): pubblicato un rapporto sulla situazione delle carceri italiane

Il 21 gennaio il Comitato del Consiglio d’Europa per la Prevenzione della Tortura (Cpt) ha pubblicato un rapporto sulla situazione delle carceri italiane. Particolare attenzione è destinata al regime di massima sicurezza 41-bis ed altre misure di isolamento e segregazione.

Nel periodo tra il 12 e il 22 Marzo 2019, il Cpt ha svolto una visita ad hoc in Italia nelle carceri di Biella, Milano Opera, Saluzzo (CU) e Viterbo con il fine di esaminare la situazione dei detenuti.

Il Comitato ha evidenziato che dal 2016 la popolazione carceraria italiana è in continuo aumento ed ha notato che per un gran numero di prigionieri non è rispettato lo standard minimo di 4 metri quadrati di spazio disponibile nella cella.

Il rapporto denuncia alcuni casi di maltrattamenti fisici sui detenuti da parte della polizia penitenziaria e sollecita le autorità giudiziarie a esercitare un maggiore controllo sul personale penitenziario. Secondo il Cpt il personale penitenziario fatica ad insturare relazioni costruttive con i detenuti e a comprendere il concetto di “sicurezza dinamica”.

Per quanto concerne i regimi di massima sicurezza, il Cpt ha individuato diverse mancanze materiali come l’assenza di ventilazione nei sanitari e persistenti problemi con la fornitura di riscaldamento ed acqua calda. 

Il Cpt ha riservato particolari attenzioni a varie forme di isolamento diurno e di separazione dal resto della popolazione carceraria imposte ai detenuti ed ha affermato che si tratta di misure aggiuntive anacronistiche che andrebbero abolite.
Il Comitato invita le autorità italiane ad avviare una seria riflessione sul regime detentivo 41-bis al fine di offrire ai detenenuti un minimo di attività utili, maggiori visite e telefonate, nonchè di porre rimedio alle gravi carenze materiali osservate nelle celle e nelle aree comuni delle sezioni 41-bis visitate.

Il Cpt ha avuto un’impressione positiva sulla qualità dell’assistenza sanitaria fornita ai detenuti, tuttavia ha criticato l’ assenza di strutture mediche appropriate per persone mentalmente malate, attualmente detenute all’interno delle carceri.

E’ possibile leggere l’intero rapporto al link sottostante.

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Aggiornato il

28/1/2020