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Armi chimiche libiche: storia e problemi attuali

Alessandro Pascolini (2015)

Tipologia pubblicazione

: Human Rights Academic Voice

Lingua

: IT

Contenuto

Ad aggravare la percezione della gravità degli scontri in corso in Libia fra varicontendenti, di recente sono apparse nella stampa internazionale e nazionale notizierelative all’impiego in azioni belliche o attacchi terroristici di armi chimiche (inparticolare iprite) dell’arsenale militare della Libia stessa. Per comprendere quantoqueste illazioni possano essere realistiche e per poter stimare la possibilità, pureventilata da alcune parti, che armi chimiche libiche possano cadere nelle mani dimilitanti del Daesh (ISIL), può essere utile ricostruire gli eventi principali relativiall’armamento chimico libico e al suo processo di disarmo.

La Libia sotto il governo del colonnello Moammar al-Gheddafi produsse eacquisì una significativa quantità di agenti chimici e di sistemi d’arma per il loroimpiego, ma, nell’autunno 2003 si impegnò con i governi inglese e americano ainterrompere i suoi piani per armi non convenzionali e a eliminare quanto giàprodotto. A seguito di tale accordo, nel gennaio 2004 aderì alla Convenzione per laproibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinamento e uso di armi chimichee per la loro distruzione (CWC), procedendo alle operazioni disarmo sotto ilcontrollo dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW).

Le armi chimiche vere e proprie dichiarate all’OPCW risultano eliminate alfebbraio 2014 [nota 1], ma il processo è ancora in corso per quanto riguarda sostanzechimiche non tossiche utilizzabili nella produzione di agenti letali, mentre ulterioreproduzione di agenti chimici a scopo militare è stata resa immediatamenteimpossibile. La presente guerra civile rende comunque urgente l’eliminazione totaledi tutte le sostanze chimiche di valore militare.

Il fortuito ritrovamento nel 2012 di depositi clandestini di armi chimiche,risalenti al governo di Gheddafi, costringe comunque a mantenere alta l’attenzionedella comunità internazionale su ogni possibile segnale che possa far sospettarel’accesso a ulteriori riserve nascoste di agenti o armamenti chimici.

Per questo lavoro è stata utilizzata soprattutto la documentazione ufficiale non riservata disponibile sul sito dell’OPCW relativa alle Conferenze annuali degli stati parte, dalla ottava sessione (novembre 2003) alla diciannovesima (dicembre 2014) e alle sessioni del Comitato esecutivo dalla trentaseiesima (marzo 2004) alla settantanovesima (marzo 2015) e alle sue riunioni dalla ventiquattresima (novembre 2004) alla quarantanovesima (maggio 2015), in particolare le decisioni prese in tali sedi, le relazioni del Direttore Generale e le dichiarazioni della Libia; sono state inoltre considerate pubblicazioni di esperti [nota 2] e di funzionari impegnati nel programma di disarmo libico [nota 3].

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Il saggio completo è disponibile in formato PDF nel link allegato.

 

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Alessandro Pascolini
Dipartimento di fisica e astronomia “Galileo Galilei”
Membro del Consiglio direttivo del Centro d’ateneo per i diritti umani
Università di Padova
Sezione INFN di Padova

Aggiornato il

30/05/2019