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© UNESCO

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa (ECRI)

Autore: Andrea Cofelice

La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) è un organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, specializzato nel contrasto ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo e intolleranza, in un’ottica di protezione dei diritti umani. Le attività dell’ECRI includono tutte le misure necessarie a combattere la violenza, la discriminazione ed il pregiudizio nei confronti di persone (o gruppi di persone), sulla base di presupposti razziali, linguistici, religiosi, nazionali o etnici.

La decisione di istituire l’ECRI è contenuta nella Dichiarazione di Vienna del 1993, adottata al termine del primo Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa; il 13 giugno 2002, il Comitato dei Ministri ha adottato uno Statuto autonomo per l’ECRI, consolidando, in questo modo, il suo ruolo di organo indipendente di monitoraggio dei diritti umani.

I membri dell’ECRI sono designati per la loro autorità morale e la loro riconosciuta esperienza nel campo della lotta contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza; agiscono in base alla loro capacità personale e perseguono il proprio mandato in maniera indipendente ed imparziale.

Le attività dell’ECRI si sviluppano in tre settori fondamentali:

  1. monitoraggio per Paese;
  2. raccomandazioni politiche generali;
  3. attività di informazione e comunicazione con la società civile.


Monitoraggio per Paese

Uno dei cardini del programma di lavoro dell’ECRI è costituito dal suo approccio per Paese, mediante il quale la Commissione effettua un’analisi approfondita della situazione relativa al razzismo e all’intolleranza in ciascuno degli Stati membri del Consiglio d’Europa e formula suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati. L’approccio per Paese permette di prendere in esame allo stesso modo, e su un piede di parità, tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Tale lavoro di monitoraggio prevede l’elaborazione di rapporti, suddivisi in cicli di 4/5 anni, che analizzano ogni anno la situazione di 9/10 paesi. I rapporti relativi al primo ciclo sono stati completati alla fine del 1998, quelli riguardanti il secondo ciclo alla fine del 2002, quelli sul terzo ciclo nel 2007, mentre il quarto ciclo è terminato nel 2012. La fase relativa al quinto ciclo è iniziata nel primo semestre del 2013 e terminerà nel 2017. I metodi di lavoro per la stesura dei rapporti prevedono delle analisi di fonti documentarie, una visita nel paese oggetto dell’esame e un dialogo confidenziale con le autorità nazionali e le organizzazioni di società civile.
Durante il quinto ciclo in corso saranno affrontate le questioni LGBT rientranti nei casi di violenza o di fomentazione dell’odio, e considerate rilevanti per l’analisi della situazione paese svolta dall’ECRI.

Raccomandazioni politiche generali
L’ECRI elabora delle raccomandazioni politiche indirizzate a tutti gli Stati membri. Tali raccomandazioni rappresentano delle linee-guida che i policy-makers sono invitati a seguire nella fase di elaborazione di politiche e strategie nazionali in vari ambiti. Fino ad ora (novembre 2010), l’ECRI ha adottato 12 raccomandazioni su alcune tematiche di particolare rilievo, tra cui gli elementi essenziali della legislazione nazionale per combattere il razzismo e la discriminazione razziale; la creazione di organismi nazionali specializzati nella lotta al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’intolleranza; la lotta al razzismo nei confronti dei Rom; la lotta al razzismo su internet e nello sport; la lotta al razzismo all’interno di e per mezzo dell’educazione scolastica.

Relazione con la società civile
La lotta al razzismo può essere efficace soltanto se il messaggio anti-razzista filtra all’interno della società in generale. A tal fine, la sensibilizzazione della popolazione e le strategie di comunicazione sono cruciali. Nel 2002, l’ECRI ha adottato un piano d’azione specifico in tale settore che comporta, tra le varie misure, l’organizzazione di tavole rotonde negli Stati membri ed il rafforzamento della cooperazione con tutti gli attori interessati, in particolare organizzazioni non-governative, media e associazioni giovanili.

Risorse

Aggiornato il

19/1/2016