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Educazione al dialogo interculturale in una scuola primaria: cinque bambini giocano dandosi la mano e formando una stella.
© UNESCO/Galentro Alexandra

UNESCO - Educazione ai diritti umani e alla pace

Autore: Amelia Goffi

L’educazione ai diritti umani è inclusa nella Dichiarazione Universale dei diritti umani (art.26.2) e ripresa dai maggiori strumenti normativi internazionali come strategia primaria di diffusione della conoscenza dei diritti fondamentali della persona nella prospettiva di una convivenza di pace.

Questo stesso obiettivo è fatto proprio dall’UNESCO (“…poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace” Preambolo della Costituzione UNESCO), attraverso la scelta di un approccio globale nella didattica dei diritti umani, che riconosca l'indivisibilità e l'interdipendenza di tutti i diritti: civili, culturali, economici, politici e sociali e, attraverso questi, miri alla dimensione della pace e della convivenza democratica.

Nel corso degli anni l’UNESCO e le Nazioni Unite hanno predisposto diversi strumenti normativi e piani d’azione proprio per promuovere i concetti necessari per perseguire una cultura di pace presso le comunità internazionali.

Ricordiamo, fra i più significativi, la Raccomandazione concernente l’educazione per la comprensione, la cooperazione e la pace internazionali e l’educazione relativa ai diritti umani e alle libertà fondamentali del 1974, il Piano d’azione mondiale sull’Educazione dei diritti umani e della democrazia (Montreal 1993), la Dichiarazione e Programma d’azione della Conferenza Mondiale sui diritti umani (Vienna 1993), la Dichiarazione e progetto integrato d’azione sull’educazione alla pace, diritti umani e democrazia (Parigi 1995), il Piano d’azione per la Decade delle Nazioni Unite per l’educazione ai diritti umani (1995-2005) e, da ultimo, la Dichiarazione sull’educazione e la formazione ai diritti umani, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2011.

Inoltre, l’anno 2000 è stato proclamato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite Anno Internazionale per la Cultura di Pace ed il decennio 2001-2010 il Decennio Internazionale per la Cultura di Pace e di non violenza per i bambini del mondo.

Rilevante, anche, sia per la copertura mediatica impressionante sia per il contenuto innovativo dal quale scaturiranno importanti iniziative sui diritti delle donne e sulla promozione della cultura di pace, è l’Appello dell’UNESCO alla IV Conferenza Mondiale delle Donne: il contributo delle donne a una cultura di pace, del 1995.

Nel campo dell’educazione ai diritti umani ed alla pace, la strategia dell’UNESCO, sempre in stretta relazione con tutti gli organismi delle Nazioni Unite, consiste nel mobilitare i cittadini e le istituzioni in modo che l’educazione ai diritti umani sia garantita a tutti, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili, come le donne, i bambini, gli anziani, i portatori di disabilità, le minoranze e le popolazioni indigene, i profughi, gli sfollati e coloro che vivono in condizioni di estrema povertà.

Obiettivo generale di tutte le attività ed a tutti i livelli dei sistemi di istruzione è indicato come acquisizione di valori, atteggiamenti e competenze necessarie per rispondere alle sfide emergenti nella società contemporanea ed al pieno sviluppo della personalità umana.

Trattando specificamente l’educazione alla pace, viene sottolineato, inoltre, che l’accesso all’istruzione ed alle varie forme di apprendimento è una condizione necessaria ma non sufficiente per una cultura di pace. È necessario un sistema istituzionale rinnovato, ma anche una formazione di base per ciascuno a tutti livelli, che comprenda i vari aspetti dell’educazione formale e non formale. L’obiettivo generale allora si concretizza nello sviluppo di un approccio olistico basato sui metodi della partecipazione e che tenga conto delle diverse dimensioni in cui si sviluppa la cultura di pace: non violenza, diritti umani, democrazia, comprensione fra nazioni e fra culture diverse.

L’indicazione, quindi, è: superamento dei conflitti, diritti umani e dialogo interculturale. Importante, per raggiungere queste finalità, il Dipartimento dell’educazione per una Cultura di pace, organismo dell’UNESCO che opera in cooperazione anche con diversi Settori e Programmi dell’Organizzazione, con il compito di:

- Monitorare l’applicazione degli strumenti dello standard-setting e dei piani d’azione.
- Eseguire i piani nazionali ed i programmi relativi all’educazione per una cultura di pace.
-Favorire il miglioramento e l’innovazione relative ai curricola, ai contenuti ed ai metodi dell’insegnamento, ai materiali didattici e la formazione degli educatori.
- Incoraggiare la cooperazione bilaterale e multilaterale per la revisione dei testi storici e geografici.
- Promuovere la diversità linguistica a tutti i livelli dell’istruzione.
- Rinforzare l’UNESCO Associated Schools Project Network (ASPnet).
- Promuovere l’educazione fisica e lo sport per una cultura di pace.

Attualmente l’UNESCO aderisce, insieme all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, al Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani (World Programme for Human Rights Education - WPHRE).

Il Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani, istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 2004 (A/RES/59/113), come un insieme continuativo di azioni volte a promuovere l’affermazione dei diritti umani in tutti i settori della società, prevede che ciascuna fase venga implementata perseguendo, allo stesso tempo, gli obiettivi della fase precedente. Mentre la prima fase del Programma (2004-2009) è stata incentrata sui sistemi educativi nella scuola primaria e secondaria, la seconda fase (2009-2014), attualmente in corso, si concentra sull’educazione ai diritti umani nell’istruzione superiore e nei programmi di formazione per insegnanti, funzionari pubblici, funzionari di polizia e personale militare.

Il Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, nell’ambito della 24° sessione, ha adottato la risoluzione che istituisce, per il periodo 2015-2019, la terza fase del Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani(A/HRC/24/L.12). La terza fase del Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani sarà rivolta, in particolare, all’educazione e alla formazione dei giornalisti e dei professionisti del mondo dei media e dell’informazione.

Nella risoluzione, il Consiglio diritti umani invita l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) a formulare, in accordo con gli Stati, le organizzazioni internazionali e in particolare l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura), le istituzioni nazionali per i diritti umani e la società civile, incluse le organizzazioni non-governative, uno specifico Piano d’azione per la terza fase del Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani, che possa essere discusso durante la 27° sessione del Consiglio diritti umani.

Infine, insieme a molte altre Agenzie e Fondi delle Nazioni Unite, inoltre, l’UNESCO fa parte dell’United Nations Inter-Agency Coordinating Committee on Human Rights Education in the School System (UNIACC) che ha la finalità di accrescere la cooperazione regionale tra le agenzie che ne fanno parte e di promuovere le questioni sui diritti umani in altre iniziative interistituzionali delle Nazioni Unite.

Risorse

Aggiornato il

10/1/2014