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Porrajmos: Giornata della Memoria 2013

Attività per non dimenticare il genocidio del popolo Rom

Dal 21 gennaio al 29 gennaio 2013

Venezia (VE)

Una serie di attività organizzate dall'Associazione Rom Kalderash in occasione del Giorno dell Memoria.

Mostra fotografica: Porrajmos-Genocidio del popolo Rom
Scoletta dei Calegheri a S.Tomà, Venezia
Dal 21 gennaio al 29 gennaio 2013 (da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00, mercoledì e sabato dalle ore 14.00 alle 18.00).
Con il patrocinio del Consiglio d'Europa, in collaborazione col Centro Pace del Comune di Venezia

Rassegna cinematografica: Un popolo ai margini della storia
Casa del Cinema, videoteca Pasinetti, Venezia
Venerdì 25, ore 16.30 presentazione
Ore 17.00. Io la mia famiglia e Woody Allen
Ore 18.00. Un'anima divisa in due
Ore 20.30. Gatto nero, gatto bianco
Sabato 26 alle ore 16.00. Adisa
ore 17.30. Train de vie

Conferenza: Porrajmos
Centro della Pastorale universitaria Scuola dei Laneri, S. Croce 131/A, Venezia
Sabato 29 gennaio 2013, ore 18,30

Intervengono:
Prof. Luca Bravi, Università di Firenze
Prof. Dimitris Argiropoulus, Università di Bologna
Iniziativa in collaborazione col Centro Pace del Comune di Venezia

In primo piano

PORRAJMOS: Lo sterminio dei Rom e Sinti
La diffusa ostilità e pregiudizio presenti in diverse società europee nei confronti delle persone di etnia Rom e Sinti si tradusse, nella Germania nazista, in una vera e propria persecuzione. Sebbene meno sistematico di quello perpetrato ai danni degli ebrei, il tentativo di sterminio di Rom e Sinti fu molto simile ad esso in quanto a modalità .
Queste popolazioni erano infatti considerate di "razza non ariana", e chi vi apparteneva era tacciato di essere socialmente pericoloso, accusato di "asocialità " e di comportamenti devianti.
Rom e Sinti furono discriminati e colpiti, al pari degli ebrei, dalla legislazione razzista tedesca (le leggi di Norimberga) e, in una prima fase, furono addirittura inclusi nel criminale piano di sterilizzazione messo in atto dal nazismo (Aktion T4) e rivolto alle persone con disabilità fisiche e mentali. Questo piano mirava, nella visione nazista dell'immaginaria superiorità del popolo tedesco, alla preservazione delle qualità "migliori" dei tedeschi attraverso l'eliminazione delle persone portatrici di geni considerati "degenerati".
La polizia tedesca (Gestapo), sin dall'avvento del nazismo nel 1933, ebbe incarico di schedare le persone di queste etnie: decine di migliaia di persone furono identificate, una documentazione che diverrà poi utile agli esecutori delle deportazioni, che iniziarono all'inizio degli anni '40.
Nel 1936 i nazisti crearono un organismo e una burocrazia appositamente dedicati al "problema", "La centrale del Reich per la lotta contro la nocività degli zingari": come avvenne per gli ebrei, fu promulgata un'accurata, per quanto arbitraria e scientificamente infondata, normativa, per individuare gli appartenenti alla cosiddetta "razza zingara". Erano considerati tali, i figli di "zingari", i figli di una coppia mista (definiti "mischlinge", mezzosangue) e anche coloro che avevano un solo nonno "zingaro". Ma l'individuazione di un criterio discriminatorio era più complessa di quanto non fosse per gli ebrei, in quanto Rom e Sinti, nelle loro migrazioni, usano adattarsi al credo religioso delle popolazioni ospitanti; moltissimi in Europa erano dunque diventati cristiani. Per questo la persecuzione non poteva avvenire su base religiosa, ma sul terreno più sfumato dell'aspetto esteriore, degli usi e dei costumi (nomadismo, "asocialità ", tratti somatici).

L'avvento della guerra significò per Rom e Sinti l'inizio delle deportazioni, delle violenze e degli omicidi arbitrari, non solo su territorio tedesco, ma su tutti i territori annessi o occupati dalla Germania e nelle zone di guerra. In alcuni casi venivano deportati insieme agli ebrei o confinati nei ghetti ebraici istituiti dai nazisti all'inizio del 1940 nei territori della Polonia occupata dai tedeschi.
Nei campi di sterminio nazisti vennero costituite apposite aree adibite al loro internamento. Ad Auschwitz una intera sezione (Zigeunerlager), attiva dal febbraio 1943 all'agosto 1944, fu costruita a tale scopo: vi trovarono la morte circa 19.300 dei 22.600 deportati di etnia Rom e Sinti.
E' accertato che oltre centomila Rom e Sinti furono uccisi a causa della persecuzione nazista; secondo alcuni storici, ad essere uccisi furono diverse centinaia di migliaia.
Per lungo tempo dopo la fine della guerra non si è parlato del tentativo nazista di sterminio di Rom e Sinti, anche a causa della mancanza di una cultura scritta di queste popolazioni e della loro marginalità anche politica nelle società occidentali ed est europee. Solo negli ultimi decenni sono stati avviati studi sistematici sulla sorte di queste popolazioni durante il nazismo.
Nella lingua roman , esiste un termine equivalente a Shoah, con il quale è indicato ciò che è accaduto durante il nazismo: Porrajmos "distruzione", "divoramento".

La forza di essere vento
Khorakhan : tribù rom di provenienza serbo-montenegrina

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane

per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso

qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura

nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace

i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via

e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine
che venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare

e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio

lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio
Fabrizio De Andrè

 

Ente promotore

Associazione Rom Kalderash

Informazioni

E-mail: centropace@comune.venezia.it

Aggiornato il

25/01/2013