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Annuario italiano dei diritti umani - 2011
Costruire la prima edizione di un Annuario sui diritti fondamentali della persona è impresa estremamente impegnativa sotto il duplice profilo della sostanza e del metodo.
Si tratta infatti di dar conto di una realtà che attiene alle fondamenta stesse dell'ordinamento giuridico e della convivenza civile secondo quanto proclama la Dichiarazione universale dei diritti umani, cioè che «il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo».
Allo stesso tempo si tratta di stendere un binario su cui operare per le edizioni successive. Non si parte però dal nulla.
Grazie soprattutto alle organizzazioni internazionali, governative e non-governative, disponiamo oggi di una rete informativa e di monitoraggio che ci fornisce dati per quanto attiene sia alla violazione dei diritti umani in ogni parte del mondo sia agli strumenti di garanzia disponibili ai vari livelli. In questo contesto di operoso civismo glocale, l'Italia, come d'altronde tutti gli altri Paesi, quale più quale meno frequentemente, è citata per casi di violazione, ma non dispone di una pubblicazione che, a cadenza annuale, dia conto, sistematicamente e organicamente, del suo modo di porsi istituzionale in materia, con particolare riferimento all'insieme degli obblighi internazionali e al complesso sistema di relazioni intercorrenti con gli organismi di controllo sopranazionale.
È quanto si prefigge di fare il presente Annuario, frutto del lavoro di ricerca condotto, all'interno del Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova, da un gruppo formato da Andrea Cofelice, Paola Degani, Pietro de Perini, Paolo De Stefani, Marco Mascia, Direttore del Centro interdipartimentale, e da me coordinato, nella consapevolezza che la complessità dell'universo sotto osservazione ha comportato scelte, di contenuto e di metodo di cui, ovviamente, lo stesso gruppo di ricerca e redazione e l'intero Centro universitario assumono piena responsabilità. Il linguaggio usato è quello, non della denuncia, ma dell'informazione al servizio della verità istituzionale e nel rispetto dei canoni della rilevazione scientifica.
La ricerca ha potuto realizzarsi grazie anche al concreto sostegno della Regione del Veneto, della quale merita di essere segnalato un primato: quello di aver varato nel 1988 la prima legge regionale in Italia, e probabilmente nel mondo, contenente un articolo che, citando contestualmente la Costituzione repubblicana e il diritto internazionale dei diritti umani, riconosce formalmente la pace quale diritto fondamentale della persona e dei popoli.
Anche il Centro interdipartimentale sui diritti della persona e dei popoli dell'Università di Padova può, a giusto titolo, vantare un primato: fondato nel 1982, è la prima struttura del genere creata in Italia all'interno del sistema universitario, e una delle prime in Europa e nel mondo. Al Centro si deve tra l'altro, nel 1997, l'istituzione dello «European Master in Human Rights and Democratisation », che si avvale oggi del partenariato di 41 prestigiose università europee, nonché la pubblicazione della rivista «Pace diritti umani-Peace human rights» (Marsilio Editori), la gestione dell'Archivio della Regione del Veneto avente la stessa denominazione e del Centro europeo di eccellenza Jean Monnet «Dialogo interculturale, diritti umani e multilevel governance». Lo stesso Centro continua a essere impegnato in programmi di collaborazione con il Consiglio d'Europa, l'UNESCO, l'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, la Commissione europea.
Forte anche di quest'operosa anzianità accademica, il Centro condivide con la Cattedra UNESCO in Diritti umani, democrazia e pace la responsabilità e la gioia di fornire alle istituzioni di governo operanti ai vari livelli e alle formazioni di società civile del nostro Paese, a cominciare dalla scuola e dalle associazioni di volontariato, il presente Annuario che, vale la pena sottolineare, vede la luce nell'anno che celebra il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
L'auspicio è che il nostro Paese avanzi con determinazione sulla strada della civiltà del diritto segnata dal rispetto del valore supremo della dignità umana e dei diritti che le ineriscono, memore non soltanto di aver dato i natali a Cesare Beccaria, a Norberto Bobbio, a Giuseppe Capograssi, al grande Antonio Rosmini («la persona dell'uomo è il diritto umano sussistente»), ma anche di aver ospitato la firma di trattati internazionali che sono altrettanti traguardi-punti di partenza per la costruzione della pace fondata sul diritto, opus iustitiae pax: in particolare, nel 1950 la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali – cosiddetta «Convenzione di Roma» –, nel 1961 la Carta sociale europea – «Carta di Torino», nel 100° anniversario dell'Unità d'Italia –, nel 1998 lo Statuto della Corte penale internazionale – «Statuto di Roma». Senza dimenticare che nel 1993 l'Italia ha svolto un ruolo di fondamentale importanza nel proporre al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la creazione del Tribunale internazionale sui crimini di guerra e contro l'umanità nell'ex Iugoslavia.
Sono altrettanti tasselli di un'identità esemplare, a saper coglierli: identità umanistica a tutto tondo, come intende significare, e auspicare, l'immagine di città ideale riprodotta nella copertina dell'Annuario.
Padova, 13 giugno 2011
Antonio Papisca
Professore emerito dell'Università di Padova
Titolare della Cattedra UNESCO in Diritti umani, democrazia e pace
9/9/2011
Università degli Studi di Padova
Centro di Ateneo per i Diritti Umani
"Antonio Papisca"
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35137 Padova
Tel 049 827 1813 / 1817
Posta elettronica
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