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8/5/2007 (Archivio storico)

Decimo Rapporto UNAMI sulla situazione dei diritti umani in Iraq

E’ stato presentato a Baghdad lo scorso 25 aprile 2007 il decimo Rapporto della Missione delle Nazioni Unite di assistenza all’Iraq (UNAMI) sulla situazione dei diritti umani nel Paese,  relativo all’arco temporale gennaio-marzo 2007. In tale documento, UNAMI conferma le crescenti violazioni dei diritti umani da parte di gruppi irregolari, in particolare ai danni di civili, forze di pubblica sicurezza ed impiegati statali. Il Rapporto prosegue osservando come l’attuale Governo, seppure abbia a più riprese riaffermato l’impegno a promuovere i diritti umani secondo i suoi obblighi internazionali, e nonostante il registrarsi di progressi, non sia sempre riuscito a proteggere la vita e la dignità di tutti gli iracheni e le irachene.

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Rispetto alle precedenti edizioni del Rapporto, il decimo dossier UNAMI non riporta dati statistici ufficiali circa l’entità delle morti violente nel periodo di riferimento – e questo in quanto il Governo iracheno ha deciso di non rendere disponibili alla Missione onusiana le informazioni in possesso del Ministero della salute e dell’Istituto medico-legale di Baghdad.

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Esprimendosi sulle conseguenze dell’attuazione del Piano di sicurezza di Baghdad (Baghdad Security Plan-BSP), il Rapporto significativamente afferma: “Le sfide che si presentano per il Governo iracheno non si limitano al contrasto della violenza nel Paese, ma fanno anche riferimento al mantenimento della stabilità e della sicurezza in un contesto caratterizzato da impunità e dall’impossibilità di garantire condizioni adeguate di ordine e sicurezza”. Il Rapporto descrive quindi diffusi fenomeni di interferenza nella promozione della libertà di espressione dei media, di minoranze etniche e religiose e di gruppi professionali quali gli accademici, questi ultimi tuttora obiettivo di azioni violente da parte di gruppi estremisti. Secondo l’UNAMI, i maggiori aspetti di preoccupazione per quanto riguarda la situazione dei diritti umani nel Paese fanno quindi riferimento  alle condizioni detentive, alla mancanza di controllo dei procedimenti penali e civili e all’apparente inadeguatezza del sistema di garanzie circa il trattamento degli individui arrestati in seguito ad azioni di attuazione del BSP.

Aggiornato il

16/7/2009