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30/11/2009
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite posa per una foto di gruppo con i giudici del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda
© UN Photo/Mark Garten

Il Tribunale penale internazionale per il Ruanda assolve Hormisdas Nsengimana, un prete che era stato accusato di genocidio e crimini contro l'umanità

 

Lo scorso 17 novembre il Tribunale penale internazionale per il Ruanda (ICTR) – istituito nel 1994 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per giudicare le atrocità commesse durante il massacro dei Tutsi e degli Hutu moderati in Ruanda – ha assolto Hormisdas Nsengimana, un prete cattolico che era stato accusato di genocidio e crimini contro l'umanità, ordinando il suo immediato rilascio.

Ai tempi del genocidio, Nsengimana era rettore della prestigioso Collegio del Cristo Re di Nyanza, una scuola cattolica d’élite dove da molte generazioni si formava gran parte della classe dirigente ruandese.

Nsengimana era accusato di aver fatto arte di un gruppo di estremisti Hutu ("I Draghi") responsabile di una serie di attacchi e di aver partecipato direttamente e indirettamente agli eccidi che si sono avuti a Nyanza ai danni della popolazione di etnia Tutsi. In particolare sarebbe stato responsabile dell’uccisione di numerosi sacerdoti Tutsi, nonché di un magistrato dello stesso gruppo etnico. Inoltre era accusato di aver istituito e comandato un posto di blocco nelle vicinanze della scuola del Cristo Re, allo scopo di intercettare e eliminare i Tutsi in fuga. Gli erano state attribuite dichiarazioni di odio nei confronti dei Tutsi e iniziative per la formazione di associazioni anti-Tutsi fin dal 1990. L’atto d’accusa del procuratore venne emesso l’8 giugno 2001. L’arresto è avvenuto il 21 marzo 2002, in Camerun; il successivo 10 aprile era comparso per la prima volta davanti ai giudici di Arusha, proclamandosi non colpevole. Il processo è cominciato il 22 giugno 2007.

La Camera di primo grado ha ritenuto non fondate le accuse a suo carico.

Nsengimana è uno dei quattro sacerdoti cattolici coinvolti nei processi dinanzi al tribunale ad hoc per il genocidio in Ruanda. Gli altri tre sono Athanase Seromba, a lungo latitante in Italia, condannato all’ergastolo; Emmanuel Rukundo, cappellano militare, condannato a 25 anni; Wenceslas Munyeshyaka, ex prete in una parrocchia di Kigali, in attesa di processo.