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6/8/2012
Una suggestiva vista sulla città di Suez, osservata attraverso il buco in un muro appartenente ad un edificio distrutto durante i bombardamenti di fine anni '60.
© UN Photo/Yutaka Nagata

Siria: crescono le preoccupazioni per le violenze nel paese

Continuano le violenze in Siria. Gli scontri stanno proseguendo incessantemente ad hanno raggiunto Aleppo, la città più popolosa del paese.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, UNHCR, e la Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC) denunciano che, ogni giorno, circa 300 famiglie di sfollati necessitano di assistenza immediata. Secondo i dati forniti dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, sarebbero oltre 200 mila le persone fuggite da Aleppo e dalle zone limitrofe nello scorso fine settimana.

Nei paesi confinanti, intanto, la situazione è sempre più critica. Si stima che, da marzo 2012, siano entrati in Giordania oltre 150.000 profughi siriani, di cui quasi 39.000 hanno ricevuto assistenza mentre gli altri non sono stati registrati. In Turchia oltre 70 mila persone hanno chiesto formalmente protezione dagli inizi degli scontri, mentre Libano e Iraq hanno accolto rispettivamente 34.096 e 12.073 profughi. Un numero crescente di cittadini siriani sta cercando rifugio anche in Algeria, che, secondo i dati forniti dall’UNHCR, avrebbero ormai raggiunto un numero compreso tra 10 mila e 25 mila persone.

Intanto, l’International Crisis Group (ICG), ha pubblicato un rapporto sulla situazione in Siria dal titolo “Syria’s Mutating Conflict”, che rileva alcune tendenze che caratterizzano il conflitto siriano che, se non adeguatamente affrontate, potrebbero portare ad un ulteriore peggioramento della situazione e delle prospettive future del paese.

In particolare, il rapporto evidenzia che il regime di Assad, nel suo sforzo di mantenere il potere, abbia perso la maggior parte degli elementi che lo caratterizzavano come Stato, divenendo sempre più una vera e propria "milizia". Al contempo, l’opposizione, nonostante abbia indebolito fortemente il regime, non è in grado di piegarlo definitivamente ed è, suo malgrado, minacciata dall’interno da frange fondamentaliste e separatiste.

Secondo l’ICG, se l’opposizione si propone unicamente di abbattere il regime, non assicurando un ruolo politico effettivo nel post-conflitto agli alawiti (corrente religiosa minoritaria a cui appartiene Bashār al-Asad e la maggior parte della classe politica siriana), gli scontri continueranno ed, anzi, si aggraveranno. Gli altri gruppi minoritari presenti nel paese, denuncia il rapporto, tra cui cristiani, curdi, drusi e ismailiti, potrebbero sentirsi minacciati e non appoggiare il nuovo gruppo politico al potere.

L’opposizione dovrebbe quindi dare rassicurazioni in tal senso, allontanando le frange più estremiste e sviluppando proposte per il futuro del paese sui temi della giustizia e delle riforme istituzionali.