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28/10/2008 (Archivio storico)

“We Have to Share This Pain": incontro tra veterani per condividere storie di “ordinaria violenza” accadute in Iraq

 

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Veterani americani delle recenti guerre in Iraq e Afganistan, insieme a esponenti iracheni e afghani, si sono riuniti a Portland il 20 Ottobre 2008 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violenze commesse quotidianamente in Iraq.

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Nell’incontro sono stati affrontati tre temi: testimonianze di veterani dall’Iraq e dall’Afghanistan; il costo umano della guerra; come costruire forme di resistenza alla guerra.

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Tante le testimonianze di ex-soldati americani:

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“Abbiamo ucciso milioni di persone. Questa storia di portare la democrazia e la libertà è totalmente un nonsense” racconta un soldato.

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 “Non sono affatto orgoglioso di ciò che ho fatto lì, tutto era inumano e mi ha cambiato come persona; - afferma un altro veterano. “Non ho fatto altro che urlare contro le persone, puntare la pistola contro di loro; il numero delle persone arrestate era misura di successo: le madri mi chiedevano perché portavo via i loro figli, io non avevo mai una risposta.”

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“Ciò che abbiamo fatto lì- racconta un soldato che ha lavorato nel centro di detenzione di Guantanamo Bay nel 2004-05 - è assolutamente contrario alle leggi nazionali ed internazionali; ci sono più di 650 persone che stanno aspettando che facciamo qualcosa con loro, con le loro vite”

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Un veterano, che ha prestato servizio a Nassirya nel 2003, racconta: “Ci dicevano di non fermarci neanche di fronte ai bambini…ogni donna, bambino, uomo morto in questa guerra è morto invano, perché è una guerra basata sulle bugie e sul profitto”.

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Nella parte relativa al costo umano e alle conseguenze della guerra, il dott. Baher Butti, psichiatra di Baghdad, ha messo in luce come la popolazione irachena mostri un chiaro disagio post-traumatico: “ognuno cerca, ormai,  solo di sopravvivere”. Il Dott. Zaher Wahab, medico in Afghanistan, ha evidenziato come nel suo Paese quasi due milioni di persone soffrano di disturbi mentali, moltissimi siano traumatizzati.

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Nel corso dell’incontro, molti hanno sottolineato la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica non solo sulle violenze commesse in guerra, ma anche sulla sua totale illegalità: “Se vogliamo porre termine a questa occupazione, dobbiamo condividere il nostro dolore; solo così, e attivandoci per porvi fine, possiamo guarire noi stessi ed educare il pubblico americano”

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La versione integrale del testo è disponibile in lingua inglese all’indirizzo: https://other-news.info/index.php?p=2668

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Aggiornato il

16/7/2009