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27/7/2011
Logo per le attività in materia di cooperazione allo svilupopo della Regione Veneto; due mani sorreggono un globo illuminato.
© Regione del Veneto

25° anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo

“Il diritto allo sviluppo è un diritto umano inalienabile in virtù del quale ogni persona umana e tutti i popoli sono legittimati a partecipare, a contribuire e a beneficiare dello sviluppo economico, sociale, culturale e politico, in cui tutti i diritti umani e tutte le libertà fondamentali possano essere pienamente realizzati”.

E’ l’art. 1 della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto allo sviluppo, adottata dall’Assemblea Generale nel 1986 con Risoluzione 41/128. Il diritto allo sviluppo, come tutti i diritti umani, appartiene dunque a tutti, individualmente e collettivamente, senza discriminazioni. La Dichiarazione riconosce che la crescita economica non costituisce un fine in sé: il diritto allo sviluppo pone la persona al centro dei processi di sviluppo, che devono essere finalizzati al “benessere dell'intera popolazione e di tutti gli individui sulla base della loro attiva, libera e significativa partecipazione allo sviluppo e nell'equa distribuzione dei benefici che ne derivano” (Preambolo).

Il diritto allo sviluppo non è una questione di carità, ma di capacità ed empowerment. La Dichiarazione, infatti, si propone di conferire capacità e poteri a persone e popoli; promuovere la buona governance ed un ambiente favorevole allo sviluppo sia a livello nazionale che internazionale; rafforzare la responsabilità dei vari attori coinvolti nel processo di sviluppo: Stati (donatori e beneficiari di aiuti), organizzazioni internazionali, corporazioni trans-nazionali, società civile.

I principali ostacoli che oggi si frappongono all’implementazione della Dichiarazione includono gli enormi divari in termini di ricchezza e povertà, la carenza di cibo, i cambiamenti climatici, le crisi economiche e finanziarie, i conflitti armati, la crescente disoccupazione. Il diritto allo sviluppo, che incarna principi propri dei diritti umani quali uguaglianza, non-discriminazione, partecipazione, trasparenza, responsabilità, così come il principio della cooperazione internazionale, può guidare le risposte che la Comunità internazionale è chiamata a fornire a queste e ad altre sfide.

L’Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay ha invitato i Governi e gli altri attori coinvolti a cogliere l’opportunità di tale anniversario per andare oltre il dibattito politico e concentrarsi sulle azioni concrete per implementare la Dichiarazione: “Dobbiamo porre fine alla discriminazione nella distribuzione dei benefici dello sviluppo. Dobbiamo porre fine agli evitabili decessi legati al parto, che ogni anno colpiscono 500.000 donne in tutto il mondo. In un mondo di abbondanza, dobbiamo liberare milioni di bambini dalla fame. E dobbiamo assicurare che le persone possano beneficiare delle risorse naturali del proprio Paese e che possano partecipare in maniera significativa ai processi decisionali. Questi sono i temi sollevati dalla Dichiarazione, che esige pari opportunità ed un ordine sociale giusto”.