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25/5/2009 (Archivio storico)

Consiglio d’Europa – Presentazione del Rapporto sulla situazione dei diritti umani a seguito del conflitto armato avvenuto in Georgia nell’agosto 2008

"Tutte le parti coinvolte devono garantire un rapido miglioramento della situazione dei diritti umani in seguito al conflitto armato dello scorso anno" ha affermato Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa presentando, lo scorso 15 maggio, un rapporto basato sui risultati della sua quarta visita nella regione, a partire dall’agosto 2008. "Alla popolazione devono essere garantiti tutti i necessari aiuti umanitari e il sostegno per la promozione dei diritti umani e deve continuare il lavoro di confidence building".

Il Commissario ha sottolineato la necessità di attuare in pieno i sei principi in materia di diritti umani e protezione umanitaria, che ha formulato nella fase immediatamente successiva alla conclusione delle ostilità. Questi riguardano:
1. il diritto al ritorno;
2. la fornitura di assistenza e sostegno agli sfollati;
3. lo sminamento;
4. il ripristino del senso di sicurezza tra la popolazione;
5. la protezione e lo scambio di detenuti e la prevenzione della cattura di ostaggi,;
6. il libero accesso di organizzazioni umanitarie nelle aree interessate dal conflitto.

Il rapporto, inoltre, si concentra su alcuni aspetti specifici relativi alla situazione dei diritti umani in Abkhazia, compresa la libertà di spostamento e il diritto al ritorno, la gestione dei passaporti e dei documenti di identità, e lo status della lingua georgiana nelle scuole del distretto di Gali. E’ stata sottolineata, da tutti gli interlocutori con cui il Commissario si è confrontato, la necessità di una continua presenza internazionale con un mandato chiaro, che possa garantire la sicurezza e proteggere la popolazione. La presenza delle Nazioni Unite nella regione dovrebbe essere estesa oltre il 15 giugno 2009.

"Le persone non devono essere fatte ostaggio di processi politici", ha sottolineato il Commissario. "La regione e la sua popolazione fanno parte dell'Europa e sono destinate ad avere un futuro europeo, una volta che un’appropriata risoluzione della controversia sarà raggiunta".