© Università degli Studi di Padova - Credits: HCE Web agency
L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) ha pubblicato il rapporto “Migliorare le risposte legali al contro femminicidio nell'Unione Europea: Prospettive delle vittime e dei professionisti”.
Secondo i dati globali 2020, 47.000 donne e ragazze sono state uccise dai loro partner intimi o da altri membri della famiglia, di cui circa 2600 sono state uccise in Europa. Raramente però vengono considerate anche le vittime collaterali: figli rimasti orfani, genitori, fratelli e sorelle.
Lacune legali nell'affrontare il femminicidio ostacolano il loro accesso alla giustizia, rendendo le loro esperienze con le forze dell'ordine e il settore giudiziario spesso dolorose. Questa diffusa negligenza nei confronti delle vittime è dovuta a diversi fattori: insufficiente informazione sui loro diritti, mancanza di un approccio orientato sulle esigenze delle vittime e consapevole alla gestione dei traumi, il mancato riconoscimento giuridico del loro ruolo durante i procedimenti giudiziari.
Il rapporto dà quindi voce sia ai professionisti del settore legale che alle vittime che si trovano ad affrontare le conseguenze del femminicidio. Il quadro che ne appare è allarmante, la mancanza di una risposta istituzionale esaustiva al femminicidio impedisce la prevenzione e un'azione penale efficaci, le vittime sono private del sostegno necessario ed esposte a ripetute vittimizzazioni durante i procedimenti giudiziari.
EIGE offre alcune raccomandazioni per gli Stati Membri: