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14/6/2020

La resistenza della società civile, Vuka! Coalition for Civic Action

La pandemia ha decretato un nuovo capitolo di sottrazione di spazio civico. Numerose misure di restrizione sono state adottate in tutto il mondo, in nome della tutela della salute pubblica. Il documento di orientamento OHCHR, pubblicato il 4 aprile 2020, riconosce il rischio di abusi di potere da parte degli stati, sottolineando che le misure eccezionali devono rispettare due criteri fondamentali, necessità e proporzionalità. OHCHR sostiene che gli stati dovrebbero riconoscere, sostenere e favorire il determinante ruolo svolto dalla società civile durante la pandemia. Infatti, attraverso la condivisione di buone pratiche ed evidenziando lacune nella salute pubblica e nell’educazione, il contributo della società civile ha raggiunto le sfere più vulnerabili della società.

In questo contesto cresce la necessità di trovare uno spazio di confronto e di coordinamento all’operato della società civile, la piattaforma Vuka! Coalition for Civic Action, nata del 2018, ha la missione precisa di esplorare strategie collettive per combattere la limitazione globale dello spazio civico.

Il gruppo direttivo, ospitato all'interno di CIVICUS, si occupa di raccolta di documenti collaborativi, offrendo uno spazio sicuro e di facile utilizzo per i gruppi della società civile, utile a costruire campagne e strategie, per rispondere congiuntamente alle sottrazioni di spazio civico. Vuka! raggruppa una gamma diversificata di oltre 170 settori della società civile internazionale, regionale e nazionale, compresi gruppi di donne, movimenti sociali, organizzatori del lavoro, gruppi umanitari e di sviluppo. 

Per rendersi conto dell’efficacia di questa piattaforma è utile dare uno sguardo alle campagne di successo a cui Vuka! ha aderito, come quella che ha portato alla scarcerazione del giornalista nigeriano Jones Abiri, nel settembre 2018, detenuto per due anni con l’accusa di essere legato alla militanza armata nel delta del Niger. Nello stesso anno si registra il rilascio di 11 giornalisti e difensori dei diritti umani in Etiopia. Un altro importante esempio è la creazione della proposta Legge sulla protezione dei difensori dei diritti umani, in risposta alla preoccupante situazione dei difensori nelle Filippine.