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27/5/2011
Il Segretario Generale Ban Ki-Moon (il secondo da destra) all'apertura del Forum della Società Civile alla Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi in via di sviluppo
© UN/Evan Schneider

Nazioni Unite: Quarta conferenza sui paesi in via di sviluppo

Si è conclusa il 13 maggio, ad Istanbul, la Quarta conferenza delle Nazioni Unite sui paesi in via di sviluppo (PVS) con l'adozione del Programma di Azione e di una Dichiarazione Politica che stabiliscono il chiaro obiettivo di "dimezzare il numero di paesi in via di sviluppo nella prossima decade". A tale scopo, i paesi sviluppati si sono nuovamente impegnati ad assegnare 0.15-0.20% del loro PIL all'Aiuto pubblico per lo sviluppo ai PVS.

Il Programma di azione, inoltre, sottolinea l'importanza di raffforzare la capacità produttiva e le infrastrutture dei PVS perché tali elementi sono moltiplicatori di sviluppo. Il Programma fa riferimento alla possibilità di istituire nuovi meccanismi per migliorare la capacità dei PVS nei campi della ricerca, dell'innovazione e della tecnologia, quali ad esempio: la banca tecnologica e un meccanismo di supporto alla scienza, la tecnologia e l'innovazione.

Un'altra delle priorità è riconosciuta nell'agricoltura e nella sicurezza alimentare anche se non è stato raggiunto nessun accordo per risolvere la questione dell'instabilità dei prezzi del cibo e delle sue conseguenze.

Altri impegni presi dagli stati riguardano in generale: il buon governo, il rispetto dei diritti umani, il rafforzamento dello stato di diritto, la promozione dell'uguaglianza di genere e dell'empowerment delle donne e, infine, la partecipazione democratica.

Le richieste dei PVS su questioni relative al commercio e agli Obiettivi di sviluppo del millennio sono stati rimandati ad altri fora ritenuti più adeguati.

Allo stesso tempo, il Forum della società civile, tenutosi in parallelo alla Conferenza ufficiale, ha espresso il suo disappunto in una Dichiarazione finale da cui emerge la delusione della società civile per il fatto che molte delle raccomandazioni che essa aveva presentato non non sono state incluse né nel Programma di azione né nella Dichiarazione politica.

La Dichiarazione alternativa pone l'accento sugli argomenti che sono rimasti marginali nelle dichiarazioni ufficiali: diritti dei migranti e delle loro famiglie, diritti delle donne, riforme agrarie e diritti dei piccoli agricoltori, investimenti pubblici per l'educazione, la salute, l'acqua e i servizi igienici, l'immediata e incondizionata cancellazione del debito, politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e il bisogno di fonti di finanziamento adeguate e prevedibili.