A A+ A++
15/12/2011
Ghiaccio artico visto dalla nave della guardia costiera norvegese KV Svalbard, durante la visita del Segretario generale Ban Ki-Moon ai confini del ghiaccio polare per rendersi conto direttamente degli effetti del cambiamento climatico sugli iceberg e i ghiacciai
© UNPhoto/Mark Garten

Nazioni Unite: i risultati della Conferenza di Durban sui cambiamenti climatici

Dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 si è svolta la conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I rappresentanti dei governi, delle organizzazioni internazionali e della società civile si sono riuniti a Durban per cercare di fare avanzare, in maniera più equilibrata, l'implementazione della Convenzione e del Protocollo di Kyoto così come del Piano d'azione di Bali adottato nel 2007 e degli accordi di Cancun dello scorso dicembre.

Visti gli effetti e il ritmo con cui i cambiamenti climatici influenzano il pianeta, le aspettative verso questo consesso internazionale erano molto alte. Alcuni risultati sono stati raggiunti, ma molte sono le voci critiche verso l'inadeguatezza delle decisioni prese rispetto all'urgente necessità di assicurare che il riscaldamento globale rimanga entro i 2 gradi centigradi.

Tra i risultati raggiunti vale la pena di sottolineare che:

  1. Gli stati hanno deciso di adottare al più presto un accordo universale sui cambiamenti climatici, al massimo entro il 2015. Un Gruppo di lavoro ad hoc è già al lavoro;
  2. I governi, compresi quelli di 35 paesi industrializzati, hanno raggiunto un accordo su un secondo periodo di impegno nel quadro del Protocollo di Kyoto a partire dal 1 gennaio 2013; impegno che deve essere quantificato in termini di limitazione e riduzione delle emissioni entro il 1 maggio 2012.
  3. È stato adottato il pacchetto per sostenere le nazioni in via di sviluppo presentato a Cancun nel 2010. Il pacchetto include la creazione di:
  • un Fondo verde per il clima;
  • un Comitato sull'adattamento climatico, composto da 16 membri, che avrà il compito di facilitare il coordinamento delle azioni orientate all'adattamento su scala globale;
  • un Meccanismo per la tecnologia che potrebbe essere pienamente operativo già nel 2012;
  • un registro in cui verranno segnalati tutti i paesi in via di sviluppo che cercano sostegno finanziario per azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici

Riconoscendo l'urgenza e l'importanza del taglio delle emissioni in maniera sufficiente a contenere l'aumento della temperatura sotto i 2°C, i governi hanno deciso che il processo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico dovrà avere ambizioni più alte.

Le maggiori critiche sollevate dalle organizzazioni ambientaliste e dalla società civile denunciano la debolezza dell'accordo raggiunto sul Fondo verde per il clima in ragione del fatto che si é solo riusciti a definire la struttura e le modalità di gestione del fondo destinato a finanziare le azioni di riduzione delle emissioni e di adattamento ai mutamenti climatici nei paesi poveri. Nessuna certezza invece é stata garantita ai finanziamenti promessi a Copenaghen e confermati a Cancun attraverso una roadmap che aumenti annualmente i 10 miliardi di dollari già stanziati per il 2012 sino a garantire i 100 miliardi di dollari promessi per il 2020.

Inoltre, è stata sottolineata l'assenza di un accordo su come colmare il cosiddetto "gigatonne gap" ossia il divario - stimato dall'UNEP tra 6 e 11 gigatonne di CO2 - tra gli attuali impegni di riduzione delle emissioni e quelli necessari per contenere il surriscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.

Aggiornato il

15/12/2011