A A+ A++
8/10/2015
Vista della 23° sessione del Consiglio diritti umani
© UNPhoto/Jean-Marc Ferré

Nazioni Unite: si è conclusa la 30° sessione ordinaria del Consiglio Diritti Umani

Venerdì 2 ottobre si è conclusa, a Ginevra, la 30° sessione del Consiglio Diritti Umani. Sono stati adottati 32 documenti ufficiali: 29 risoluzioni, 2 dichiarazioni del Presidente Joachim Rücker (Germania) e una decisione. In aggiunta, il Consiglio ha adottato l’esito finale dell’Esame periodico universale (UPR) di 14 Paesi.

Il Consiglio ha inoltre deciso di rinnovare per un anno il mandato degli esperti indipendenti sulle situazioni dei diritti umani in Somalia, Sudan e Repubblica Centrafricana e di rinnovare per due anni il mandato dello Special Rapporteur sulla situazione dei diritti umani in Cambogia.

Nel corso della sessione sono state toccate e affrontate numerose tematiche. Nell’ambito del rapporto annuale dell’Alto Commissario per i diritti umani, è stata adottata una risoluzione sullo Sri Lanka. Essa sostiene la necessità di proseguire il processo di riconciliazione, accountability e diritti umani, incoraggiando il governo srilankese a indagare gli attacchi perpetrati nel Paese contro giornalisti, difensori dei diritti umani, minoranze religiose e membri della società civile.

Per quanto concerne la promozione e la protezione di tutti i diritti umani, sono state adottate 11 risoluzioni inerenti diverse questioni. Di particolare rilievo risultano essere le risoluzioni che riguardano questioni quali l’implementazione del diritto allo sviluppo, da realizzare nel contesto degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 adottati dall’Assemblea Generale; la pena di morte; la promozione di un ordine internazionale democratico ed equo; l’impatto sui diritti umani di politiche e leggi di prevenzione e lotta all’estremismo e al terrorismo; l’equa partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica; i diritti umani delle popolazioni indigene; il divieto per gli Stati di adottare, mantenere o implementare misure coercitive unilaterali che non siano in conformità al diritto internazionale, al diritto umanitario internazionale o alla carta delle Nazioni Unite.

Nell’ambito delle situazioni dei diritti umani che richiedono l’attenzione del Consiglio, è stata adottata una risoluzione riguardante la Siria. Con essa, il Consiglio chiede alle autorità siriane di cooperare pienamente con il Consiglio Diritti Umani e la Commissione di inchiesta garantendo un accesso immediato, pieno e senza restrizioni a tutto il Paese. Inoltre, la risoluzione chiede alle autorità siriane di facilitare, e alle altre parti del conflitto di non ostacolare, il pieno, immediato e sicuro accesso degli attori umanitari e delle Nazioni Unite anche alle zone di conflitto.

Per quanto riguarda gli organi e i meccanismi dei diritti umani, sono state adottate quattro risoluzioni inerenti, rispettivamente, la revisione del mandato del meccanismo sui diritti dei popoli indigeni; la promozione del diritto alla pace; la promozione e protezione dei diritti umani dei contadini e di altri lavoratori nelle aree rurali; il contributo dei parlamenti nazionali al processo di UPR del Consiglio Diritti Umani.

La Risoluzione intitolata “Promozione del diritto alla pace”, rinnova il mandato dell’apposito Gruppo di lavoro intergovernativo, stabilendo che una quarta sessione del medesimo abbia luogo nel 2016 e se ne faccia rapporto al Consiglio alla sua 33° sessione. L’obiettivo rimane pertanto quello del varo di una apposita Dichiarazione delle Nazioni Unite. All’adozione della Risoluzione si è proceduto con voto palese, col seguente risultato: 33 a favore, 12 contrari, 2 astenuti. Tra i contrari figurano gli Stati Uniti d’America, il Regno Unito, l’Irlanda, l’Olanda (anche a nome dell’Unione Europea).

Sono state inoltre adottate due risoluzioni inerenti il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e le relative forme di intolleranza. La prima intima agli Stati di evitare ogni forma di negazione inerente le problematiche del razzismo e focalizza l’attenzione sul 15° anniversario dell’adozione della Dichiarazione e del Programma di Azione di Durban (2001-2016). La seconda istituisce un forum sulle persone con discendenza africana e chiede al Segretario Generale, attraverso l’Assemblea Generale, di rescindere il mandato degli esperti indipendenti per l’effettiva implementazione della Dichirazione e del Programma di Azione di Durban.

Infine, nell’ambito dell’assistenza tecnica e capacity-building nel campo dei diritti umani, sono state adottate una serie di risoluzioni inerenti i seguenti Paesi: Yemen, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan, Cambogia, Repubblica Democratica del Congo e Burundi.

La prossima sessione del Consiglio Diritti Umani si svolgerà a Ginevra dal 29 febbraio al 25 marzo 2016.