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15/12/2013
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Network europeo sull’apolidia: presentata una nuova guida alle buone pratiche per il riconoscimento degli apolidi

Il network europeo sull’apolidia (European network on statelessness - ENS) ha presentato il 10 dicembre 2013, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, la sua nuova pubblicazione "Determinazione dell’apolidia e dello status di protezione degli apolidi: guida di buone pratiche e fattori da considerare nella realizzazione di una procedura nazionale e di meccanismi di protezione”.

La guida dell’ENS vuole essere uno strumento utile sia per la società civile che per gli Stati in merito a procedure di determinazione dell’apolidia e meccanismi di protezione. La pubblicazione esamina le buone pratiche che gli Stati in procinto di implementare nuove procedure dovrebbero prendere in considerazione, adattandole e replicandole.

Gli apolidi sono persone particolarmente vulnerabili e le procedure di determinazione e riconoscimento del loro status sono fondamentali per la loro effettiva protezione nel contesto dei flussi migratori. Gli apolidi sono infatti protetti da specifiche Convenzioni, quali ad esempio la Convenzione relativa allo status degli apolidi del 1954. La mancata attuazione di procedure di determinazione eque, accessibili, non discriminatorie e non arbitrarie comporterebbe il rischio che possa essere negata la protezione cui hanno diritto a persone non adeguatamente identificate come apolidi. L'identificazione degli apolidi è dunque un primo fondamentale passo verso la protezione.

La rete europea sull’apolidia (ENS) ha recentemente lanciato una campagna per accrescere e migliorare la protezione degli apolidi in Europa. Uno degli obiettivi principali della campagna, all’interno della quale si inserisce anche la guida, è che tutti gli Stati europei adottino misure per introdurre procedure di determinazione dell’apolidia.
Vent’anni fa, quando è stato istituito l’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, l’apolidia era una questione poco conosciuta. In questi ultimi vent'anni, l’apolidia ha cessato di essere percepita semplicemente come una “complessa anomalia giuridica” per divenire una questione che deve essere affrontata nel quadro dei diritti umani ed attraverso precisi strumenti internazionali.

La crescita di competenze e interesse sull'apolidia negli ultimi due decenni ben si rispecchia nella storia dell’ENS, nata nel 2010 come rete operativa della società civile con oltre 50 organizzazioni membri in più di 30 paesi europei. Del network europeo sull’apolidia fa parte, per l’Italia, l’ASGI- Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione- e il CIR- Consiglio italiano per i Rifugiati.