A A+ A++
6/4/2017
Tendersi le braccia per costruire un dialogo, UNESCO
© UNESCO/Andrew Felix

Primo G7 della cultura, Firenze: la cultura come strumento di dialogo fra i popoli

Si è tenuto il 30 e 31 marzo a Firenze il primo G7 dei ministri della cultura sul tema “Cultura come strumento di dialogo fra i popoli”. I membri hanno comunemente adottato la Dichiarazione di Firenze riconoscendo il ruolo peculiare della cultura come strumento di dialogo, di riconciliazione e di risposta alle situazioni di emergenza e sottolineando l'importanza di un'azione comune e coordinata per rafforzare la salvaguardia del patrimonio culturale.

La riunione del G7 arriva a meno di una settimana dall'adozione del Consiglio di Sicurezza dell' ONU 2347/2017 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitti armati. Un'iniziativa di Francia ed Italia che mette in luce una nuova e coraggiosa visione dei legami tra la pace ed il patrimonio culturale. L'invito è stato rivolto, oltre ai ministri della cultura del G7, alle principali organizzazioni intergovernative (Unesco, Unidroit, Unodc, Consiglio d'Europa, Unione europea, Interpol) e non governative (Icom, Iccrom) attive nel settore della protezione del patrimonio culturale. Il vertice è stato presieduto dal Ministro dei beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini.

Scaturisce dall'incontro il bisogno di rafforzare drasticamente il coordinamento internazionale nel campo della cultura, mettendo in evidenza il ruolo delle industrie creative per favorire la crescita economica e l'importanza della comprensione interculturale per combattere la sfiducia, l'odio e prevenire i conflitti. Bisogna inoltre trovare risposte forti ed adeguate alla inaccettabile distruzione deliberata del patrimonio artistico e culturale, diventata una tattica di guerra per diffondere l'odio in una strategia globale di pulizia culturale. Vengono individuate delle misure preventive contro il traffico illecito dei beni culturali come la costruzione di banche dati comuni ed il ricorso a forze di polizia specializzate nel contesto della criminalità organizzata per incoraggiare ad una maggiore diligenza da parte di tutti i soggetti coinvolti nel commercio di beni culturali e la necessità di unificare il quadro giuridico internazionale ed aumentare le ratifiche di trattati internazionali. In fine, per tornate al tema centrale della riunione, si ribadisce la necessità di modelli educativi finalizzati alla sensibilizzazione sulla tutela del patrimonio culturale, della promozione del dialogo interculturale come strumento essenziale al servizio della collaborazione, dell’integrazione, della solidarietà, della crescita e dello sviluppo sostenibile.