18 Giugno, Giornata Internazionale per contrastare il discorso d’odio

Oggi più che mai, in una società in cui l’odio è sempre più diffuso e la facilità nell’attaccare l’altro, il “diverso” sono all’ordine del giorno, è importante celebrare il 18 Giugno, Giornata Internazionale per contrastare il discorso d’odio.
Già a partire dal luglio 2021, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha sottolineato, infatti, la crescente preoccupazione globale per la cosiddetta “diffusione esponenziale e la proliferazione del discorso d’odio” nel Mondo. Per questa ragione, l’Assemblea Generale ha proposto come risoluzione al problema la “promozione del dialogo e della tolleranza inter-religiosi e inter-culturali nel contrasto al discorso d’odio”. La risoluzione di questa problematica è, però, assai più complessa e difficile da riassumere in poche righe, sicuramente, possiamo dire che un buon punto di partenza implica la necessità di contrastare la xenofobia, la discriminazione e il discorso d’odio, attraverso una vera e propria collaborazione degli Stati, a partire da una riflessione sul diritto internazionale dei diritti umani. Per celebrare questa giornata, le Nazioni Unite invitano, infatti, ogni anno, governi, organizzazioni internazionali, società civile e singoli individui ad organizzare eventi ed iniziative che abbiano lo scopo di promuovere delle vere e proprie strategie per individuare, affrontare e contrastare il discorso d’odio.
Se, infatti, il devastante effetto dell’odio non è una novità degli ultimi anni, certo è che la sua portata e il suo impatto sono andati via via ad aumentare in corrispondenza con quella che è stata e che è la crescita delle nuove tecnologie della comunicazione, facendo si che il discorso d’odio diventasse, quindi, sempre più frequentemente uno strumento di diffusione globale di ideologie divisive. La Strategia e il Piano d’Azione delle Nazioni Unite sul Discorso d’Odio definiscono, infatti, il discorso d’odio come una comunicazione che attacca e/o discrimina individui o gruppi sulla base di fattori identitari come religione, etnia o genere. Possiamo, però, affermare che una definizione giuridica universalmente riconosciuta è ancora oggetto di discussione. Ciò che però sicuramente viene ampiamente sottolineato, soprattutto dal Piano d’Azione, è il ruolo fondamentale delle partnership con aziende tecnologiche e piattaforme di social media, grazie anche all’uso dell’intelligenza artificiale (IA), per affrontare il problema del discorso d’odio. La diffusione della retorica d’odio può costituire, infatti, un segnale precoce di violenza e in quest’ottica è bene limitarla. Sebbene l’IA offra, infatti, strumenti preziosi per l’allerta precoce e la prevenzione dei conflitti, è bene sottolineare che essa comporta anche dei rischi, se non viene regolata nel rispetto dei diritti umani. Per questo motivo, gli Stati membri hanno dato priorità alla governance dell’IA attraverso il Global Digital Compact e hanno rinnovato il loro impegno a contrastare il discorso d’odio online, in ottica anche di tutelare i giovanissimi che, più che mai, sono esposti a questi fenomeni, in quanto i più precoci e assidui frequentatori di social e piattaforme online.
Non a caso, quest’anno, lunedì 16 giugno 2025, tra le ore 10:00 e le ore 13:00 EDT (ora di New York), la Missione Permanente del Regno del Marocco presso le Nazioni Unite, l’Ufficio del Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio, il Centro per i Diritti Umani dell’Università di Essex e il Giardino dei Giusti nel Mondo hanno organizzato il 4º evento per il contrasto al discorso d’odio, soffermandosi soprattutto a riflettere sull’intersezione tra discorso d’odio e l’uso dell’intelligenza artificiale.
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