giustizia climatica

Il rapporto delle Nazioni Unite all'HRC60 chiede di porre la giustizia climatica al centro delle politiche di sviluppo

Climate Justice
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Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha ricevuto un importante rapporto tematico dal Meccanismo di esperti sul diritto allo sviluppo durante la sua 60esima sessione. Il documento è stato intitolato “Giustizia climatica, sostenibilità e diritto allo sviluppo” e ha l’obiettivo di chiarire che la giustizia climatica deve essere al centro di tutte le azioni climatiche e dei piani di sviluppo odierni. Lo studio mostra, infatti, come le profonde disuguaglianze stiano aggravando la crisi climatica globale. La crisi climatica è profondamente ingiusta, ciò è dimostrato dal fatto che il 10% delle persone più ricche del nostro pianeta è responsabile di quasi la metà di tutte le emissioni di gas serra. La metà più povera dell'umanità, invece, ne produce appena il 10%. Eppure, sono proprio queste comunità a basse emissioni e più povere ad essere colpite più duramente. Sono loro che devono affrontare l'innalzamento del livello dei mari che spazza via le loro case, i raccolti che vanno perduti a causa dei cambiamenti climatici e la dolorosa realtà di essere costrette ad abbandonare la loro terra e i loro mezzi di sussistenza.  

La giustizia climatica come imperativo dei diritti umani
In linea con queste premesse, il Meccanismo di esperti ci ricorda che la giustizia climatica non è solo una politica. È anche una responsabilità morale e una questione di diritti umani. Dimostra che il cambiamento climatico non è un problema astratto, ma influisce sui nostri bisogni fondamentali, dal cibo all'acqua, al nostro diritto all'alloggio e alla sicurezza. Quando le nostre comunità vengono sfollate, le persone sono a rischio per la loro salute, la loro dignità e persino il loro diritto di decidere del proprio futuro. Pertanto, il rapporto inquadra il cambiamento climatico come una questione di giustizia ed equità, piuttosto che solo come una questione ambientale. Il rapporto invita, infatti, i governi e le organizzazioni a prendere coscienza della “doppia disuguaglianza” e del “debito climatico” che determinano gli obblighi globali. 

Dai principi all'azione
Il rapporto afferma che l'equità nell'affrontare la crisi climatica richiede uguaglianza e non discriminazione, impegno significativo, apertura e responsabilità, autodeterminazione e collaborazione con altri Paesi. Sottolinea quanto sia importante prendere decisioni che includano le popolazioni indigene, le donne, gli adolescenti, le persone con disabilità e altri gruppi che spesso vengono esclusi. Esso contiene diversi suggerimenti utili, come un Fondo globale per la giustizia climatica e un difensore civico per la giustizia climatica. 

Verso transizioni eque
Il punto principale dello studio è che il passaggio dai combustibili fossili deve essere equo e includere tutti e tutte. Il rapporto avverte che se ci affrettiamo a ridurre le emissioni di carbonio senza protezioni, le disuguaglianze esistenti potrebbero aggravarsi. Le persone devono venire prima di tutto in una transizione equa. Possiamo fare ciò, solo assicurandoci che ci siano protezioni sociali. In quest’ottica, dovremmo, infatti, trovare modi nuovi e rispettosi per le persone e le comunità che sono colpite. 

Un appello alla solidarietà globale
Per concludere, il rapporto afferma che, per ottenere la giustizia climatica, dobbiamo affrontare anche le disuguaglianze. Per questo, chiede ai Paesi sviluppati e ricchi di fare la loro parte, fornendo maggiore aiuto e incoraggiando la cooperazione in tutto il Mondo. Il Meccanismo di esperti afferma che la giustizia climatica non riguarda solo l'ambiente, ma è piuttosto un obbligo in materia di diritti umani e un'opportunità per creare un futuro più equo, inclusivo e sostenibile.

Per maggiori informazioni potete consultare il sito web o il rapporto.

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giustizia climatica Nazioni Unite / ONU Consiglio diritti umani cambiamento climatico